fermoposta.it → inviati dalle band
Migliora leggibilitàStampa
29 Settembre 2013

Kani BADASS

Uscita: 27 Ottobre 2012 - Go Down Records

kani-badassCapita spesso di imbattersi in dischi di difficile collocazione, nei quali si mescolano generi e sonorità. Non è questo il caso: i Kani suonano indiscutibilmente rock. Pesante, sporco, distorto, ma sicuramente rock. Formazione classica: chitarra/basso/batteria e voce, sono in giro dal 2007, arrivano da Vicenza e dintorni e questo “Badass” è il loro secondo album, quindi non abbiamo a che fare con dei novellini, come è facile rilevare dalla padronanza dell’argomento che i ragazzi dimostrano lungo tutte le dieci tracce del disco. Per inquadrare meglio il genere dei nostri farei solo un nome: Motorhead. Ovviamente non si tratta di scopiazzatura, indico quel gruppo come archetipo di un modo di intendere il rock a cavallo tra il punk e il metallo, nel cui solco i Kani si insediano a buon diritto, anche a livello timbrico, visto che il cantante Joker segue evidentemente la tradizione lemmyana di fare i gargarismi con la segatura. Per il resto l’ottimo bassista Lispio sostiene tutti i pezzi con la giusta potenza, Pante schitarra privilegiando il rifferama all’assolo e Cib picchia durissimo e preciso sui tamburi. La tracklist parte con un omaggio al vecchio Bud Spencer (Bud Is My Trainer), del giusto “peso”, in senso sonoro, nel caso. Segue Electric Church Of Rock, programmatica sia nel suono che nel testo, in cui si citano i numi tutelari ai quali la chiesa elettrica è devota: Bon Scott e Lemmy. Gli ardori si calmano un po’ con Go To Bed With Us, un hard rock canonico, poi arriva la notevole What Doesn’t Kill Me Makes Me Stronger, dal potente riff, quindi ecco The Power Of Money, numero piuttosto breve e compatto, con un piccolo assolo di basso, e la velocissima Drink’n’Drive, uno dei pezzi che preferiamo. Badass Boogie ha un giro armonico che ricorda appunto il boogie, poi con Die Hard ritornano i riff possenti e metallici. Su un tempo rallentato, poi è la volta di un altro breve brano veloce, We Bite, dal titolo assai appropriato, che ci porta verso il pezzo che chiude il disco, Dancing Star, un’efficace quanto inaspettata ballata acustica che ci mostra il lato intimista dei nostri. Le somme sono presto tirate: i Kani, con questo “Badass” danno buona prova di sé, il disco è piacevole e immediato, suonato con una grinta che fa presumere un notevole impatto “live”. Manca soltanto un pezzo “killer” di quelli che restano in mente, e un pizzico di personalità in più.

 

Luca Sanna

Video

Inizio pagina