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4 Agosto 2012

The Dog Bite Atomic Bomb In This Wonderful World

2011 - Doghouse Recordings

dogbiteSono di Porto Torres (Sassari) e suonano punk di matrice ’77, nati nel settembre 2010 dalle ceneri della punk band Re Barbaro: così si può leggere nelle info del loro profilo Facebook e molto di più davvero non ne so, perché  fanno un po’ i misteriosi autodenominandosi  da perfetti paraculi anche sul cd Dog 1 (vocals), Dog 2 (guitar and synth), Dog 3 (Bass), Dog 4 (drums and vocals) e Dog 7 (guitar).  Gavino Mara che mi ha inviato carinamente l’EP fisico quale numero sarà?  Non so neanche se sono ancora in vita oppure – come si dice – disbanded!  Lo sottolineo perché stranamente non compaiono in www.sardiniapunk.it, un sito segnalato proprio nel loro profilo FB, che attesta  una scena punk  sarda piuttosto fiorente, più di una trentina di acts isolani; qualcuno in ordine sparso, The Phenolic Boys, Malleo, Circus Dementiae, Hijackers,The Gale, Sos Ramonese: prometto qui solennemente che cercherò di approfondire e di farvela conoscere meglio. Personalmente mi auguro che The Dog Bite siano ancora in attività, perché questo primo EP "Atomic Bomb In This Wonderful World" uscito esattamente un anno fa, cinque brani annunciati da un latrato piuttosto incazzato, poco più di dieci minuti nella più pura tradizione minimale punk e dal tiro notevole, è davvero pregevole e va giù che è un piacere.

 

Come suddetto il genere dei Dog Bite si riallaccia piuttosto marcatamente al cosiddetto ‘human punk’, quello originale di fine anni ’70, che non disdegnava assolutamente su un impianto ritmico anfetaminico riff chitarristici e performances vocali di intrigantissimo stampo melodico. I cinque Dog mi pare comunque si rifacciano per il loro tiro, ma anche per la presenza vocale femminile (una delle due), più a combo americani – californianithe dog bite nella fattispecie - come Avengers e Nuns che a punk band anglosassoni di quel periodo. E poi ci sono riff chitarristici sfacciatamente ‘Ramones’ come quelli di I Don’t Care, Atomic Bomb, I Don’t Like You per capire senza ombra di dubbio da che parte tira il vento. La presenza di due cantanti assicura, soprattutto nei botta e risposta, un’ intrigante varietà e godibilità, d’altro canto quel synth citato nelle spartane note dell’EP si distingue poco nei cinque brani, forse perchè suona i riff all'unisono con la chitarra. Vuol dire che per saperne di più su questi cinque ‘cani che mordono’ sardi, che vogliono così bene a questo mondo meraviglioso da desiderare per esso una bomba atomica, mi rivolgerò alla mia cara amica Slania, agitatrice garage-punk sassarese (si dice così vero?)  di lunga data. Voi però, Gavino e c., se siete in questo 2012 ancora incazzati e senza museruola, ce lo promettete un altro bel morso, magari sulla lunga distanza?

Pasquale Wally Boffoli

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