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8 Febbraio 2013

Ugo Mazzei ADIEU SHANGRI-LA

2012 - Interbeat/Egea/Protosound

IUGO_MAZZEI ADIEU_SHANGRI_LA_nteressante questo doppio cd dal taglio decisamente “ecologistico” del bravo cantautore siciliano Ugo Mazzei. Trattasi di dieci tracce, modulate ora in chiave acustica ora in versione strumentalmente completa. I temi sono riconducibili a tematiche socio-ambientalistiche (non a caso, il Nostro è membro attivissimo di Legambiente), a partire già dal titolo, laddove  Shangri-la diviene nell’immaginario poetico di Ugo sorta di patria ideale e incontaminata, tuttavia in procinto d’esser cancellata dalla barbarica invadenza della società dei consumi. Fatemi Respirare, che apre l’album, denuncia la mancanza di attenzione verso il diritto umano a un’aria pulita e alla consequenziale assenza di una politica mondiale a difesa dell’ambiente. Un mood musicale che approccia la migliore tradizione  cantautoriale italiana, soprattutto nella bellissima  Canzone Per Chico, ovviamente dedicata all’indimenticato sindacalista Chico Mendes che si oppose allo sciagurato disboscamento della foresta amazzonica, a prezzo della propria vita.

 

Non mancano i momenti di dolorosa ironia, come nella intensa Armageddon, dove Mazzei narra di un uomo e una donna che si trovano sull’atollo di Bikini, proprio nei momenti degli esperimenti nucleari che vi avranno luogo di lì a poco, e stabiliscono di assaporare gli ultimi momenti di passione amorosa, prima di dissolversi nell’aria. Dieci episodi nei quali la coscienza della lotta per una società più giusta e un mondo più pulito assurge a vero inno esistenziale, secondato da un’ottima trama musicale,  grazie anche a una line-up di tutto rispetto: Ugo Mazzei, chitarre acustiche, pianoforti, armonica e voce; Biagio Martello, basso; Saretto Emmolo, chitarra elettrica; Mirko Augello, batteria; e la collaborazione preziosa di Gianluca Guglielmino, Saro Guarracino, Filippo Platania. Un lavoro originale che sconta, se vogliamo trovarvi un difetto, una eccessiva delimitazione contenutistica che lo rende forse  un poco monocorde, e però si lascia gustare, per larghi tratti, per la  compiuta simbiosi tra testi socialmente impegnati e struttura musicale.

 

Rocco Sapuppo

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