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23 Maggio 2024

Puah Due Acca Hho

2024 - Tunecore

Il musicista e scrittore fiorentino Alessandro Pagani esce ora con questo nuovo progetto Puah, acronimo di Piccola Unità Anti Hi-Fi, il titolo del disco rimanda alla formula chimica dell’acqua, elemento che è il fil rouge che lega fra loro le dieci canzoni dell’album. Pagani non è un esordiente, abbiamo già parlato su queste pagine di “Trenches” degli Stolen Apple nel quale suonava batteria e tastiere, ma diversa è la proposta musicale, se là eravamo di fronte a un rock che spaziava dal blues al punk all’indie, qui emerge una vena più pop e soprattutto l’utilizzo dell’elettronica a discapito degli strumenti tradizionali. Pagani è anche umorista e forse per questo gli piace giocare con i paradossi e gli ossimori, e in effetti osservando l’immagine di copertina opera di Benoit De Haas con quella figura stilizzata intenta a vomitare poi ci aspetterebbe di ascoltare delle intemerate punk se non addirittura un redivivo G.G.Allin, e invece le dieci canzoni sono orientate verso un pop elettronico e cantautorale che lo stesso musicista definisce barocco. Ma se questo vale sul piano dello stile musicale, è anche vero che in quel puah, suono onomatopeico che sta per disgusto, c’è qualcosa di punk, il rifiuto e il disprezzo per un mondo sempre più vuoto e dominato dal più becero conformismo. Prima di addentrarci nelle musiche di questo “Due Acca Hho” un’ultima informazione, Alessandro Pagani fa tutto da solo suona synth, elettronica, programmer, percussioni e canta. L’acqua è tema ricorrente, ispirato a una poesia scritta dalla sorella Daniela, la cui prematura scomparsa ha segnato profondamente la vita di Pagani, presente anche nei field recordings utilizzati e più che come risorsa fondamentale per la vita è evocata nella poesia della sorella nell’immagine dello sgocciolare della fontana che come il “rivo strozzato che gorgoglia” di Montale è metafora del male di vivere. Il male che affligge molti dei protagonisti delle canzoni, dal tossico di Vado Al Lago, dove l’acqua si tinge del rosso del sangue e crea angoscia e smarrimento («siamo noi che non capiamo dove stare in questa storia»), al giocatore d’azzardo infelice per amore di Belli Eppure, gioco di parole che rimanda al musical “Bulli E Pupe” con Marlon Brando la cui voce viene campionata, all’amore maledetto versione noir dei “Promessi Sposi”, alle riflessioni esistenziali fatte davanti all’acqua che scorre o alla vastità del mare in Daydream e Passi Passati o infine in Noé uno che di acqua ne ha vista e che si chiede se la sua impresa abbia davvero avuto un buon esito. Gli arrangiamenti, arricchiti da frequenti field recordings, soprattutto legati ai rumori delle acque e dagli inserimenti di dialoghi filmici, rendono vario lo stile delle canzoni, si va dallo strumentale morriconiano Tra Le Tue Corde, al synth pop di Each Is One, l’unico brano in inglese, alle canzoni da cantautore sostenute dalla chitarra acustica come Daydream e Noè, al divertissement linguistico T’amerò Tra Le Tamerici su una base elettronica alla Devo, alla spensierata e ironica new wave di Amore Plutonico, alla ballata Passi Passati per chiudere con le ballate rock Belli Eppure e Tutti Bravi. L’album è uscito solo in digitale sulle principali piattaforme.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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