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4 Settembre 2015 ,

Marco Brosolo CADREMO FEROCI

27 marzo 2015 - Boing Boing Records/Rough Trade

Marco Brosolo CADREMO FEROCI

 

In principio ci fu Federico Tavan, poeta friulano sconosciuto ai più, ma apprezzato da grandi intellettuali quali Claudio Magris, Carlo Ginzburg, Franco Loi e Giovanni Tesio. Tavan dopo una vita difficile (in manicomio a soli dodici anni e cure psichiatriche per tutta la vita) si mise a scrivere poesie in una lingua friulana stretta e antica conosciuta da pochi vivendo solitario in un piccolo paesino di montagna prima di essere raggiunto da una subdola morte che lo colse nel sonno in una notte del 2013 all’età di sessantaquattro anni. Alla fine c’è invece Marco Brosolo musicista friulo/berlinese che di quelle poesie ne ha raccolte diciotto, traducendole con l’aiuto di prestigiosi ospiti, in italiano, inglese, tedesco, francese e giapponese, rivestendole di una pacatezza musicale struggente e di grande suggestione in un’operazione di innegabile valore culturale espressa in un pop cantautorale raffinato e soave.

 

Difficile indicare una traccia migliore di un’altra in questa rassegna di luccicanti, e a volte dolenti, brani dove dominano soprattutto soffuse tastiere elettroniche, ma anche no, come in Gno Nonu solo per voce e pianoforte cantata in friulano e inglese. In Pensiero e The Monster, Marco Brosolo apre il freezer e scongela delicatezze Battistiane per poi stupirci con l’ossessivo e tenue andamento elettronico minimal/Rileyano di Parabola, mentre La plaine voix con testo in francese sfodera richiami a Leo Ferrè. Tra piccoli tocchi percussivi, spoken words, morbidi arpeggi, voci fantasmatiche che tappezzano melodie accattivanti e una delicatezza affascinante, l’album si dipana lento e rarefatto convincendo, coinvolgendo e soddisfacendo chi non si accontenta di musica “leggera” e sottofondista.

 

Tra gli ospiti Pierpaolo Capovilla canta la splendida Dalle mie parti, Rudi Moser (Einsturzende Neubauten) suona la batteria in Ware ich normal cantata da Toni Kater, e Barbara Morgensten, Dominic A, Robert Lippock (To rococo rot) e altri musici meno noti fanno parte del radioso gioco voluto da Brosolo. Buttando all’aria vocali e consonanti dei nomi dei due protagonisti Federico e Marco per poi riassemblarle si ricava l’indovinato anagramma che dà il titolo a questo piccolo capolavoro che si conclude con l’ariosa e bellissima Albero cantata da un insospettabile e partecipe Bobby Solo. Uscito sul mercato internazionale a marzo, il disco esce questo settembre nel nostro paese.

 

Maurizio Pupi Bracali
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