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24 Novembre 2018 ,

Time Zones 2018, XXXIIIa edizione: “Piano Zones: Gareth Sager solo performance” Time Zones 2018, XXXIIIa edizione: "Piano Zones: Gareth Sager solo performance" 1 Novembre 2018, Bari, Auditorium Vallisa


resize"Ciascuno di noi ha il suo prezzo / E anche tu imparerai a vivere la menzogna /Aggressività / Competizione / Ambizione / Fascismo consumistico / Il Capitalismo è la più barbara di tutte le religioni / I grandi magazzini sono le nostre nuove cattedrali / Le nostre macchine sono i martiri della causa / Noi tutti siamo delle prostitute” (We are all prostitutes!, The Pop Group)

 

Sono le modalità ruspanti e politiche con cui è iniziata la carriera artistica di Gareth Sager: era già tempo di post-punk nel 1979 e tra i tanti gruppi che incarnavano il nuovo spirito di libertà c’era il Pop Group di Mark Stewart e Gareth Sager. La band nasce a Bristol nel 1978; la loro proposta artistica spazia tra punk, funky, dub, afrobeat e una spolverata di free jazz. Il primo 7” passa un po’ in sordina: “She Is Beyond Good And Evil” del 1979. Lo stesso anno ci riprovano con un prodotto ben studiato: la copertina rappresenta la lady di ferro Margaret Thacher che indica con le dita il simbolo della vittoria. Il titolo del nuovo 7” è tutto un programma: We are all prostitutes!

 

Si ritagliano, quindi, un minimo di popolarità: il loro disco ha una buona programmazione nelle radio private. La voce di Mark Stewart è davvero particolare nello scenario dell’epoca: stridula, quasi afona, sembra cantare sotto tortura, sotto una linea di basso di grande consistenza. Gareth Sager di quel gruppo era un cazzuto pluristrumentista: sassofonista, chitarrista e tastierista, che sin da giovane aveva però una predilezione per compositori quali Erik Satie, Frédéric Chopin e Claude Debussy. Qualcuno dice che agitava le folle con i suo slogan ad effetto. Di downloadambiguo c’era già il nome del gruppo, che remava contro le connotazioni pop, c’erano i loro testi, c’era la loro casa discografica (Radar Records). Il loro primo full lenght, “Y”, è annoverato tra le pietre miliari del post-punk, recante notevoli sperimentazioni. Il secondo lavoro, “For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder?” è del 1980 ma subito dopo la band si scioglie.

 

La vena creativa di Sager continua a vivere nelle sue nuove creature: dopo lo scioglimento del Pop Group nel 1980 forma insieme al suo batterista/percussionista il collettivo concettuale RIP RIG + Panic con una giovane Neneh Cherry. L’ensemble mescola elementi di avanguardia con il jazz. Lo stesso collettivo nel 1985 cambia nome in Float Up 0012665439_10CP, realizzando un album ed un 7”. Successivamente Sager forma gli Head.  In solitario, prima come CC Sager, poi Pregnant ed infine Gareth Sager, persegue armonie di pop raffinato e disinibito (influenzate dai Pogues e Captain Beefheart). Quindi torna ai suoi vecchi amori: incide c/o gli studi di Abbey Road quattordici composizioni per solo piano dai toni intimistici, che possiamo definire neo-classiche. “88 Tuned Dreams”, ultima produzione di Sager del 2017 ha un fascino concettuale: ripercorre la sua carriera sino ad atmosfere di sapore Erik Satie. Non basta: nel 2018 il tastierista ha annunciato l'uscita dell'album di un suo nuovo progetto, Gareth Sager and The Hungry Ghosts, con cui ritorna agli antichi arrembanti amori musicali.

 

Nel concerto dal vivo del primo Novembre 2018 c/o l’Auditorium Vallisa di Bari che ha inaugurato la bella rassegna Piano Zones della XXXIIIa edizione del Festival Time Zones si presenta sul palco con un lungo impermeabile che indosserà durante il concerto per gareth-sagermolti brani, che tocca il pavimento in legno. Parla pochissimo: solo per dire che si scusa di non conoscere la nostra lingua. E’ di tre quarti rivolto al pubblico. Finalmente si scalda e toglie l’impermeabile. Il suo concerto, imperniato sul suddetto ultimo lavoro del 2017, "88 Tuned Dreams”, è fugace, circa 40 minuti, un unico fascinoso e fluente brano diviso in dieci parti. Il tutto, anche molto gradevole, eseguito da uno strumentista maturo e suadente, agli antipodi musicali opposti dell'irruenza del Pop Group e della follia dei RIP RIG + Panic. Fa un solo bis e poi si ritira nel suo camerino. Personaggio schivo e atipico, fascino non indifferente. 

 

Antonio Rotondo
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