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13 Agosto 2014 ,

Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale – X^ Ed. Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale - X^ Ed. 21-25 Luglio 2014, Loano (SV)


premioSi è tenuta a Loano (SV) dal 21 al 25 luglio la decima edizione del Premio Nazionale Città di Loano perla MusicaTradizionale, ideato da La Compagnia dei Curiosi con la direzione artistica del giornalista e conduttore di Radio RAI John Vignola. Un traguardo importante per una manifestazione che nel suo genere si è imposta tra le migliori in Italia, e questo malgrado le sempre minori possibilità economiche.

 

 

21 Luglio: Unavantaluna - Senhal

Si comincia lunedì con la serata dedicata alle danze, primi a salire su un palco improvvisato per le cattive condizioni meteorologiche che hanno funestato la rassegna, i siciliani Unavantaluna, cioè “uno davanti alla luna”, affiatata e grintosa formazione che scatena i ballerini ma sa anche coinvolgere con intense ballate. Quindi i Senhal, capitanati da Silvio Peron, prime mover della scena musicale occitana, che nel pomeriggio avevaloano presentato il suo più recente disco “Eschandihà de vita”, giunto sesto nelle votazioni dei giurati. Un lavoro interessante, che coinvolge diciassette musicisti da tutta Europa e racconta le storie quotidiane delle valli occitane, dal vecchietto che vede per la prima volta il mare a Don Viale, parroco perseguitato dai fascisti. I Senhal eseguono musica perfetta per i numerosi (e forse un po’ integralisti) amanti delle danze tradizionali occitane ma, come avviene per le musiche più ortodosse, meno affascinante per chi ama solo ascoltare.

 

22 Luglio: Eleonora Bordonaro - Peppe Barra

Seconda serata col premio alla carriera, il magnifico Peppe Barra. Settant’anni di vita e quasi altrettanti passati sul palco: accompagnato da un’ottima band, Barra passa dalla peppebarratammurriata al blues, da Gaber alla canzone romantica; benché si dichiari in non perfette condizioni di salute non si risparmia e incanta la platea con la sua arte, colta e popolana insieme, ma mai volgare, come dagli insegnamenti di Shakespeare e De Filippo. La giornata aveva avuto un valido aperitivo con Eleonora Bordonaro, cantante impegnata sia in campo folk che jazz, che, intervistata da Ciro De Rosa, racconta l’arte e la vita di grandi interpreti come Rosa Balistreri, Concetta Barra, Giovanna Daffini e altre, cantando con bella voce e grande espressività, sia nei brani più cabarettistici che in quelli dal contenuto drammatico.

 

23 Luglio: Mimmo Cavallaro - Din Dun 

Mercoledì apertura pomeridiana con Mimmo Cavallaro, ricercatore della tradizione calabrese, soprattutto per quanto riguarda quel mondo in cui si fondono senso del sacro e devozione popolare con lo spirito della festa. Intense canzoni d’amore e pizziche movimentate, a ritmo di tamburello e chitarra battente. La sera il trio piemontese Din Dun, Alessandra Patrucco voce, Angelo Conto pianoforte preparato, Francesco Busso ghironda elettrificata, classificati quarti col disco “Majin”. La loro esibizione divide i loanodindunpresenti: per chi scrive (e per gli appassionati di musica a 360°) il vertice della rassegna, per i più tradizionalisti qualcosa troppo fuori dagli schemi. Infatti la loro musica prende le melodie tradizionali solo come punto di partenza e si muove ai confini col jazz e il minimalismo: non siamo distanti dal lavoro di Meredith Monk o Wim Mertens.La Patrucco, collaboratrice tra gli altri di Nitin Shawney, improvvisa sui temi portandosi sulle tonalità più acute, eppure non sembra mai sforzarsi. Sa, come fanno i musicisti più grandi, nascondere la sua tecnica prodigiosa mettendola al servizio dell’espressività. Accanto a lei il pianista Angelo Conto sfrutta tutte le possibilità del suo strumento, dal fraseggio minimale al ritmo percussivo, al controcanto più dolce, anche sfregando le corde dello strumento. La ghironda di Francesco Busso ricama come un violino o batte come un contrabbasso. Bellissimo.

 

24 Luglio: Mimmo Epifani 

loanoMimmo epifaniGiovedì, dopo un’interessante conferenza del Direttore Artistico del Club Tenco Enrico De Angelis sulle donne interpreti urbane, da Milly a Nada, gran divertimento con Mimmo Epifani, cantante e mandolinista virtuoso, quarto a pari merito coi Din Dun col disco “Pe’ i ndò”.  Epifani ci porta in viaggio per il sud Italia, omaggia Modugno e la grande canzone napoletana, presenta le canzoni in cinque o sei lingue diverse, fa scatenare il pubblico nelle danze. I ritmi si fanno sempre più incalzanti e i presenti non vorrebbero che finisse mai. Oltre alla bravura di musicista Epifani sa essere simpatico (e non “fare il simpatico”, come a volte certi musicisti che ottengono l’effetto opposto) e anche per questo si fa apprezzare dal pubblico.

 

25 Luglio: Le Balentes - Paola Lombardo -  Spakka-Neapolis 55 - Rita Botto

Venerdì 25 la serata finale propone una produzione originale della Compagnia dei Curiosi chiamata “Cantare la voce, canto popolare dal nord al sud”. Quattro, anzi sei, voci femminili, a ribadire come le donne siano da sempre le maggiori interpeti della tradizione. Aprono Le Balentes, Stefania Liori, Lulli Lostia e Pamela Lorico, tre graziosissime ragazze sarde che hanno sfidato la consuetudine per cui solo gli uomini si possano dedicare al canto corale, adattando melodie tradizionali e non al tipico canto detto “a tenores”.loanobalentes Eseguono perciò alcune canzoni tipiche del repertorio sardo, sfruttando tutte le possibilità della voce che trasformano in strumento, battito ritmico, melodia solista e armonia. Un’altra sfida che il pubblico ha lanciato loro è cantare in italiano, e le tre Balentes adattano al canto a tenores La bambola, resa celebre da Patty Pravo. Il legame tra Liguria e Sardegna è storicamente fortissimo, e così Le Balentes omaggiano Fabrizio De Andrè, con Volta la carta (brave a non scegliere un brano abusato dalle cover band) e Andrea Parodi, uno dei più grandi interpreti sardi ma, come dice il cognome, di origine savonese. Ovviamente non possono non cantare No potho reposare, canzone d’amore che nel tempo è diventata il vero inno non ufficiale della loro terra.

 

Secondo set con Paola Lombardo, che sola col suo tamburo o accompagnata da Enrico Negro alla chitarra, ci trasporta nelle valli occitane. Grazie alla sua voce cristallina, dalla tonalità acuta ma dal timbro molto delicato, siamo trasportati in un mondo incantato, fuori dal tempo. Ninne nanne e dichiarazioni d’amore, gli arpeggi della chitarra e la bellissima loanolombardovoce di Paola sospendono le nostre inquietudini quotidiane per regalarci un po’ di bellezza. Nuovo cambio di regione e di atmosfera con Spakka-Neapolis 55. La provenienza è chiara dal nome, e il gruppo, come direbbe un giovinastro d’oggi, spacca veramente. Monica Pinto, dalla voce scura e dalla presenza scenica formidabile, canta le zone più martoriate della sua terra, come Scampia, accompagnata dai ritmi incalzanti della tarantella, mentre il violino di Antonio Fraioli ricama melodie orientaleggianti. Si scende ancora più a sud, nel Salento, con una trascinante pizzica che scatena il pubblico in un tripudio di applausi. Gran finale con Rita Botto che riceve il Premio per il miglior disco del 2013, “Terra ca nun senti”, inciso insieme alla Banda di Avola. L’intera Banda di Avola, diretta da Sebastiano Bell’Arte, è presente sul palco: stupisce come l’età media dei musicista sia bassissima, e pure la precisione e la tecnica esecutiva impeccabili. Nel sud la Tradizione delle bande è ancora fortissima, e Rita Botto ha voluto omaggiarla, insieme al fondamentale ruolo delle donne. Una grande donna musicista viene celebrata, Rosaloanobotto Balistreri, di cui Rita interpreta magnificamente Canto e cuntu. L’impatto sonoro che produce una banda di oltre trenta elementi è fortissimo, perfetto per supportare il grande pathos emotivo che la bella voce di Rita Botto sa creare. Purtroppo la pioggia, immeritato castigo divino che ha funestato l’intero festival, scoppia sul più bello, gran parte del pubblico (con gran maleducazione, va detto) fugge. Peccato perché l’esibizione di Rita e dei musicisti era davvero coinvolgente. Comunque sia andata la parte logistica per colpa del maltempo, dal punto di vista artistico è stato un festival molto riuscito, così come le edizioni precedenti, e speriamo possa continuare e non sia vittima di tagli e miopia politica come spesso avviene in Italia e soprattutto in Liguria.

Alfredo Sgarlato

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