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8 Marzo 2014 ,

Wooden Shjips +Mai Mai Mai + Fuzz Orchestra 25 Febbraio 2014, Milano, Circolo Magnolia


Wooden magnoliaCi aspettavamo che la band californiana Wooden Shjips ricevesse una calda accoglienza in quel di Milano, patria italiana di quel movimento che spinge molti ragazzi a farsi crescere lunghe barbe complete di 'handle-bar moustache', ad arrocciolarsi i pantaloni sulla caviglia per sfrecciare in biciclette 'fixed' mostrando tatuaggi da marinaio in una sorta di continuo happening autocelebrativo naif altrimenti riconosciuto come 'fenomeno hipster'. La Mecca europea di questo 'movimento' potrebbe essere il Rough Trade East di Londra, negozio dove quasi ogni giovedì si alternano sul palco alcune delle band più hype del momento (non si può descrivere questo genere di musica prescindendo da questo termine) e dove infatti si sono esibiti sia i sopracitati Wooden Shjips, sia i Moon Duo, side project del chitarrista Eric "Ripley" Johnson che ha avuto un discreto successo anche grazie alla partecipazione a festival del calibro del Primavera Sound di Barcellona. Noi i Moon Duo li abbiamo visti ed apprezzati, ed è stato questo il motivo principale che ci ha spinto al Magnolia per dare un'occhiata ai Wooden Shjips, sperando che nessuno si accorgesse dei nostri pantaloni ben calati sotto la caviglia e della mancanza assoluta di tatuaggi: per fortuna la barba folta ci avrebbe assicurato un pò di anonimato, pena essere considerati assoluti outsider.

 

Mai Mai Mai

 

MaiMaiMaiIl concerto è iniziato abbastanza presto, circa alle ore 21.40 quando è salito sul palco Mai Mai Mai, creatura misteriosa uscita dalla fucina della scena di Roma Est, la cosiddetta Borgata Boredom che ha suscitato un bel pò d'interesse nei mesi passati e che ancora (fortunatamente) non ha smesso di pulsare. Eravamo pochi sotto al palco ad ascoltare i droni ed i campionamenti elettronici di Mai Mai Mai, ma dobbiamo dire che ci hanno sorpreso. Ci saremmo aspettati la solita strizzata d'occhio alle ultime sonorità del momento, un pò noise un pò psichedeliche, invece abbiamo notato con piacere un rimando alla scena underground dei primissimi anni '80, quella della mitica Subterranean Records per intenderci, veramente un bel progetto tra il Carpenter di "Escape from New York" e le famose "American Tapes" d'oltre oceano.

 

Fuzz Orchestra

 

fuzz orchestraTerminata la performance di Mai Mai Mai salgono sul palco gli italici Fuzz Orchestra, loro suonano spesso da queste parti (li vedemmo qualche anno fa alla Cascina Torchiera) e se per chi non li ha mai visti o sentiti possono sembrare una piacevole novità, risultano alla lunga un pò stucchevoli per chi li conosce già, anche a distanza di anni. Il loro sound è corposo e aggressivo, ma pagano dazio all'uso eccessivo di campioni che in una band "rock" andrebbero dosati con parsimonia. Forse il nostro giudizio può sembrare un pò troppo critico per un gruppo che comunque rappresenta quello che di meglio c'è in Italia in fatto di underground, ma che forse in ambito internazionale naufragherebbe in una placida deriva di anonimato. I Fuzz Orchestra hanno scaldato il pubblico che ha iniziato a riempire il locale, ed ecco barbe, frangette, mantelline e camice da boscaiolo spuntare dalla nebbia ed assieparsi sotto il palco, stringendo in mano birre artigianali e Iphone 5 in modalità foto Hipstamatic.

 

Wooden Shjips

 

wooden shjipsI Wooden Shjips non hanno tradito le attese, il loro sound è un misto di blues e psichedelia (Velvet Underground, The Doors, se proprio vogliamo scomodare nomi illustri) conditi in salsa stoner. Sebbene il loro ultimo lavoro "Back to Land" sia di gran lunga superiore al precedente "West" i californiani non riescono a superare il guado e si impantanano in una palude di manierismo dove risulta evidente, malgrado il loro sforzo creativo, il clichè e le derivazioni. Un amico intervenuto al concerto in maniera un pò sprezzante ha commentato: "sembrano gli Spacemen 3 quando avevano finito la droga", ed in effetti era facilmente riconoscibile sia l'influenza della band inglese, sia un certo tono "spento" e flemmatico che in qualche modo smonta tutto l'apparato che Ripley e soci hanno costruito da circa dieci anni a questa parte. Sicuramente la band ha qualche buona freccia come Ghouls e Servant, due tracce dove trovano spazio ampi riff psichedelici e ampi tappeti di organo che alla lunga risultano addirittura piacevoli, ma il tutto sembra confezionato esclusivamente per far muovere i polpacci tatuati dei baffuti "creativi" intervenuti al live e a mio avviso hanno ben poca della "tensione" che wooden shjipsaltrimenti abbiamo riscontrato in Moon Duo. Il concerto è andato avanti a lungo e sebbene abbia avuto i suddetti picchi si è rilevato uno show leziosamente "normale", buona musica ma niente di imprescindibile. La psichedelia ultimamente tira, e lo dimostra la folla (auto) celebrante del Magnolia, ma se con Moon Duo si è respirato una sorta di revival shoe-gaze che con l'aggiunta di una spinta psichedelica ne usciva in qualche modo arricchito, i Wooden Shjips sembrano un prodotto mediocre che ha trovato aria e linfa in un genere di tendenza, dove le escursioni ipnotiche non si fermano nelle sale da concerto ma si amplificano nel cervello dei fans che continuano a pedalare con le loro bici senza freni, a tatuarsi ancore e vascelli, ascoltando i Wooden Shjips nella loro visione di coolness e pensando intimamente che comunque il convento non passa nulla di meglio ultimamente.

 

Nick Zurlo
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