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4 Aprile 2014 ,

Vanilla Fudge 28 Marzo 2014, Pordenone, Naonian Concerthall


vanilla fudge liveNon ha deluso le aspettative degli appassionati il concerto che venerdì sera ha visto i Vanilla Fudge chiudere a Pordenone (nel rinnovato Naonian Concerthall) la breve tournèe italiana (due sole date, la prima a Torino, il 27 Marzo all'Hiroshima Mon Amour). Poco meno di due ore di concerto, senza far mancare ai nostalgici della psichedelia più pura, nessuno dei classici che nel 1967 avevano lanciato Carmine Appice e compagni. La band, in fomazione quasi al completo (mancava solo il bassista Tim Bogert, ormai lontano dalle scene da qualche anno e sostituito da Pete Bremy), ha toccato i classici di un repertorio tutto particolare, fatto di riletture allungate, spezzettate e riarrangiate di classici del pop di fine anni ‘60, a partire dall’iniziale Ticket to ride. Fin dalla loro nascita i Vanilla Fudge non hanno mai fatto mistero della loro passione per i Beatles di cui, nell’omonimo album d’esordio, faceva parte un’ipnotica versione di Eleanor Rigby (puntualmente riproposta anche nella serata pordenonese). Il quartetto americano, introdotto da un Carmine Appice sempre più “leader” e un po’ padrone di casa (viste le chiare origini italiane), non si è risparmiato riproponendo il repertorio nelle durate tradizionali d’epoca, come avvenuto per l’emblematico ed attesissimo set di Some velvet morning, seguito subito dopo dall’immancabile lungo assolo di batteria e “bacchette rotanti”  di Carmine Appice (“instancabile e perfetto da 45 anni” come lo ha definito il tastierista Mark Stein) che non ha mancato di giocare un po’ col pubblico prima di accogliere di nuovo i compagni sul palco.

 

Inattesa quanto apprezzata dal pubblico la versione “vanilliana” (con uno strano sintetizzatore molto anni ‘80) della “zeppeliniana” Dazed and confused, così come molto amata la rilettura di Bang bang. Proprio per quest’ultimo brano Carmine Appice, in un intervista rilasciataci appositamente per la data pordenonese, ammette: ”Bang, bang è un brano che abbiamo inserito di recente per questa nuova tournèe. Lo stesso dicasi pervanilla  fudge live Some velvet morning che abbiamo inserito nella scaletta specialmente per le date italiane, perchè sapevamo quanto qui era amata. Tornare a suonare con i ragazzi è sempre un emozione particolare, anche se è dal 2005 che siamo di nuovo insieme. I brani dal vivo sono ogni volta diversi, risultato di un’improvvisazione che ha reso le nostre versioni e il nostro suono unico negli anni”. Dopo aver momentaneamente lasciato il palco, i Vanilla tornano per chiudere nel modo migliore con una You keep me hangin’on (in origine una ht delle Supremes) perfetta. A partire dal sottile tappeto d’organo di Mark Stein, ai passaggi sincopati di Appice sino ai coretti in chiusura di ciascun ritornello, tutto risponde alle attese di quanti questo brano lo attendevano frementi, per salutarlo poi con un boato di ringraziamento finale.

 

La data pordenonese conferma il buono stato di forma dei Vanilla Fudge che non hanno intenzione di fermarsi, come conferma Appice: ”Abbiamo in programma un nuovo album per il 2014 nel quale riarrangereremo anche dei brani direttamente provenienti proprio dal 1967”. Il lavoro non distrae la band dal mantenere sempre un’occhio al mercato e alle proposte musicali del momento, a partire da una prima considerazione sulle sonorità psichedeliche degli anni ‘60, oggi difficili da ritrovare: ”Non c’è oggi un suono psichedelico come quello dei nostri tardi anni ‘60, più che altro perchè la scena musicale appare vanilla 2 live rossanaadesso abbastanza sterile. Spiccano poche eccezioni, tra le quali mi ha impressionato Bruno Mars, uno che si sente che proviene dalla vecchia scuola, oltre ad avere un grande talento”. Ultima considerazione sui giovani che si accostano alla musica oggi: ”I giovani che vogliono provare a fare strada devono necessariamente partire dall’esercizio. Ne serve molto, per ore e tutti i giorni. Devono sentire la passione crescere insieme alla voglia di suonare insieme. Ci vuole anche anche tanta fortuna perchè oggi è tutto più difficile”.

 

Maurizio Capobianco
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