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2 Settembre 2021

The Comet Is Coming – Catania, Mercati Generali, 31/08/2021


I Mercati Generali di Catania, a due passi dall’aeroporto, sono dominati dal costante volo degli aerei di linea di ritorno da chissà dove. La notte del 31 agosto, in quella venue così intima e raccolta, però, chiunque avesse alzato gli occhi per scrutare il cielo sarebbe rimasto profondamente deluso. Le fusoliere degli aeroplani, lanciati a tutta velocità verso la pista, non sarebbero stati la cosa più veloce intercettata dai suoi occhi. Il primato, infatti, per quella sera sarebbe spettato indiscutibilmente alle dita di King Shabaka Hutchings, mentre sfrecciavano sul suo sassofono verso l’ennesimo folle assolo. Il live di The Comet Is Coming ai Mercati, è stato soprattutto questo: velocità, forza, intensità. Tutti concetti perfettamente espressi dal sinergico lavorio congiunto di sintetizzatori, drum machine, batteria, e soprattutto sassofono. Shabaka, Danalogue e Betamax (questi gli pseudonimi dei membri del trio) si sono presentati al meglio in questo ritorno al pubblico siciliano, ripercorrendo alla grande i tratti salienti del loro ultimo album "Trust The Lifeforce Of The Deep Mistery". Titolo dal sapore occulto che rimane incomprensibile a chi effettivamente non abbia avuto il privilegio di sentirli di presenza. Il live dei TCIC è, infatti, una continua e incessante progressione onirica, carica di forza vitale, mischiata alla grande con musica elettronica, jazz e rock. Impossibile attribuire una categoria vera e propria al prodotto del trio. Sicuramente riduttivo chiamarlo 'nu jazz'. La sintesi proposta dalla band londinese è molto altro. La perfetta commistione tra i vari layer, la campionatura maniacale dei suoni che poi viene riproposta dalle tastiere, il tambureggiare martellante della batteria in delirio; tutti questi elementi non lasciano spazio a categorizzazioni. L’obiettivo dei tre era forse quello di entrare in un'altra dimensione ed il Virgilio che ha accompagnato i presenti in questo viaggio infernale è proprio lui: il sassofonista King Shabaka, al secolo Shabaka Hutchings.

Chi l’avesse visto in azione avrebbe pensato che il suo braccio fosse sul punto di esplodere già con la prima traccia, Summon The Fire, tratta dal nuovo album. Invece, tutta la potenza e l’intensità del sax sono rimaste vive per più di un’ora, lasciando tutto il pubblico in visibilio, nonostante le prescrizioni sanitarie che impongono di rimanere – con sofferenza – legati alle sedie. Gli assoli, riproposti a turno dai tre componenti della band, hanno dato la cifra definitiva del virtuosismo e della qualità del lavoro del gruppo; su cui ogni descrizione risulta superflua. C’è un passo di On the Road, in cui Jack Kerouac descrive – nella sua lunga discesa verso il Messico – un concerto di musica bebop. Lo fa con termini bestiali, gutturali ed estatici. Per chi non è un amante del genere, quel passo rimane un po’ oscuro, come un qualcosa di cui non si abbia effettivamente una vera comprensione. Non si riesce a capire il sudore, il casino, il rumore, i fiati, la musica. Nessuno certamente potrà mai veramente comprendere come Kerouac si sentisse riguardo a quell’evento. E’ però una convinta opinione di chi scrive che chiunque fosse stato presente al concerto di The Comet Is Coming, oggi, rileggendo quel brano, potrà comprenderne meglio il significato bestiale.

Andrea Costa
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