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25 Giugno 2012

SPIRITUALIZED 21 giugno 2012, Roma Vintage, Roma


jason pierce spiritualizedInsieme al solstizio d’estate e al famigerato anticiclone Scipione, che ha reso Roma una fornace, sono arrivati nella capitale, per l’unica data estiva italiana, gli Spiritualized di Jason Pierce. La band inglese ha presentato il nuovo e buon lavoro “Sweet Heart Sweet Light”, per la gioia di un pubblico, quello del Roma Vintage, accorso abbastanza numeroso e dimostratosi molto attento, partecipe e infine entusiasta. Il gruppo si presenta intorno alle dieci e mezza sul palco in formazione a cinque: basso, chitarra, batteria e tastiera, più due coriste di colore e il deus ex machina Pierce che, in tenuta bianca che manco un gelataio di Ostia e  una fisicità da eterno ragazzo (nonostante le non lontane cinquanta candeline) si fa trovare più che in forma all’appuntamento, soprattutto se si conta la vita sregolata e i gravi problemi di fegato conseguentemente avuti, che quasi lo accoppavano.

 

Senza backing band di supporto, il gruppo non si è risparmiato e ha deliziato gli spettatori per due ore ininterrotte di concerto, intense e sognanti, non proponendo, inaspettatamente,  tutta l’ultima fatica, ma pescando, a più riprese, all’interno della loro, oramai ventennale, discografia, con una particolare attenzione per i gioielli rock-blues-psichedelici del capolavoro “Ladies and Gentlemen We Are Floating In Space”, ma soprattutto (e anche questo insospettabilmente) per quelli di “Amazing Grace”. Ma veniamo allo show. Alla stregua dell’ultimo album, il concerto si apre con un quasi bucolico intro strumentale di archi e fiati (Huh), che ha il compito di creare un po’ di suspense e alimentare il motorik beat del singolo trainante Hey Jane. Il pezzo sembra coinvolgere, ma è più per l’eccitazione del momento che per altro; la verità è che, come già riscontrato su disco, il brano ha ‘poco sugo’ e rimarrà nel tempo, a mio avviso, un episodio minore.  Arriva invece, pregna di una poesia minimale, Lord Let It Rain On Me estratta da “Amazing Grace”, un gospel spirituale rivolto ad un Gesù drogato, che sale alto a toccare il cielo stellato.

 

Jason Pierce with Antonio De Luca 023Gli astanti sembrano gradire facendo partire il primo forte applauso della serata, mentre Pierce, statico come uno zombie davanti ai suoi due microfoni - uno normale e uno super effettato - concede pochi sguardi in platea. L’ex predicatore allucinato degli Spacemen 3,  ringrazia però a modo suo, regalando una splendida versione di Walkin' With Jesus, una carezza languida che dirotta di colpo il concerto verso un misticismo cosmico, sublimato, immediatamente dopo, dalla dilatata e romantica visione di Oh Baby ancora da “Amazing Grace”.  Se Rated X, sempre da “Amazing Grace” tedia un pochino e fa rimpiangere il mancato inserimento in scaletta di almeno un paio di pezzi cardine del nuovo album (mi viene in mente Headin' For The Top Now), a stupire in positivo è la rilettura di Born Never Asked della Anderson, con coda space-prog da viaggio interstellare. La profondità armonica di Soul On Fire, dal poco ispirato “Songs in A&E” e il fangoso spiritual  I Am What I Am arroventano ancora di più cuori e atmosfera in un crescendo di emozioni da far accapponare la pelle. Quest’ultimo pezzo, trionfante di chitarre distorte e caratterizzato dal botta e risposta tra Pierce e il coro, è indubbiamente uno dei migliori episodi dell’ultimo album e l’esecuzione dal vivo lo conferma.

 

La soddisfazione tra i presenti è al quanto tangibile, si sta fluttuando nello spazio e il capolavoro Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space, salutato dalle urla estasiate del pubblico, che inevitabile fa partire un sing-along tenero e molto sentito, sta lì a ricordarcelo. La drammatica Mary, direttamente dall’ultimo album, apre la strada all’altro classico Stay With Me che, nonostante subisca alcuni problemi tecnici, dona, come sempre, una certa commozione e dà modo, alle coppiette confluite, di giurarsi amore eterno e agli accendini Bic di far capolino. La fuzzante She Kissed Me fa muovere un pò di Spiritualizedculetti e preannuncia il finale affidato ‘ad occhi chiusi’ alla micidiale accoppiata So Long You Pretty Things / Come Together.  Neanche cinque minuti di attesa e si va in gloria con l’epica e lunga jam  Cop Shoot Cop sempre dall’immenso “Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space”, il bis perfetto per andare (felici) in pace. In conclusione, che Pierce sia uno dei pochi poeti-cantautori rimasti nell'olimpo della musica pop-rock lo ha dimostrato questo live e che sia anche una personcina speciale ne dà prova la  sua disponibilità a fine concerto: ancora sudato, in t-shirt velvettiana, allure da fattone terminale dietro gli inseparabili occhiali fasciati neri d’ordinanza,  scambia simpaticamente un paio di battute, firma autografi e si mette in posa per le foto souvenir di rito con i fan più imperterriti. Vera e rara spiritualità rock d’antan ladies and gentlemen. Come on, come together!

Antonio De Luca
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