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12 Luglio 2012 , ,

MORRISSEY 10-07-2012, Teatro degli Arcimboldi, Milano


morrissey liveCi sono eventi, musicalmente parlando, che non puoi permetterti di perdere, non importa quanto tu sia stanco, non importa quanto possa costare (beh, qui magari un appunto lo potremmo fare) o quanto tu possa ritenere adatta o meno la location del concerto: la data milanese del tour di Morrissey è uno di questi. Arriviamo agli Arcimboldi intorno alle 20.30 e già c’è un buon numero di gente che gironzola nel piazzale, l’età media non è proprio giovanissima e l’indie stile regna sovrano tanto da sembrare tornati indietro di 25 anni in un momento. Quattro chiacchiere sulle aspettative e la possibile scaletta ed entriamo, siamo in platea bassa per cui dovremmo riuscire ad avere una visuale più che buona. Il palco si presenta subito all’insegna dell’amore di Steven Patrick Morrissey per l’Italia, tutto il personale della crew che sistema gli strumenti indossa la maglietta della nazionale Italiana (direi quella di rugby più che quella calcistica) e sulle due casse della batteria (eh sì, ben due casse) è stampata la bandiera Italica. Alle 21.35, introdotta da uno speech femminile diffuso dagli altoparlanti, entra la band, composta da cinque elementi seguiti a breve distanza dal nostro, ed è subito un tripudio mentre attaccano le prime note di You have killed me. Il pubblico è già tutto in piedi alla faccia delle comode poltroncine del teatro e, neppure il tempo di rifiatare e parte subito Still ill, il primo di una serie di brani che verranno pescati dallo storico repertorio degli Smiths.

 

Morrissey liveMoz ci appare sin da subito in ottima forma sia fisica che vocale con quell’approccio da crooner in completo scuro con la camicia sbottonata al punto giusto, fatto apposta per i concerti nei casinò di Las Vegas (lo dico nel senso più positivo possibile) comprensivi dei cambi della camicia (tre in una serata per apparire sempre inappuntabilmente chic fino a togliersela completamente quasi a fine concerto). Arriviamo a Everyday is like Sunday e mi rendo conto che quella che era solo una sensazione fino ad un attimo prima è ora realtà: il sound impresso alle canzoni ha preso una connotazione più rock con le chitarre tenute molto alte di livello e persino un gong, molto scenografico, che in un paio di occasioni avrà modo di farsi sentire in maniera davvero vibrante. Certo è però che, almeno nella location degli Arcimboldi, tutto questo magma finisce con l’impastare un po’ il suono rendendolo a tratti confuso e annegando un po’ troppo la voce di Moz; ed è un peccato visto che, anche in alcuni episodi che seguiranno, dove l’intro è fatto esclusivamente con la parte vocale, il nostro dimostrerà che la voce c’è eccome! Mi dicono però che dalle parti alte del teatro invece i suoni si sentivano benissimo per cui invidia a voi che probabilmente ve lo sarete sentiti meglio di noi.

 

A seguire ecco Maladjusted, Last night I dreamt that somebody loved me (altro pezzo storico della band di Manchester), Ouija Board, Ouija Board, Black cloud, Shoplifters of the world united ed altri brani della discografia solista del nostro. Il pubblico è già conquistato ed arriviamo ad una intensa quanto emozionante I know it’s over e son brividi che corrono lungo la schiena! Arriviamo alla presentazione della band in cui milita anche una donna, l’unica a non sfoggiare un abbigliamento scuro ma, anzi, un improbabile Morrissey liveabitino rosso a fiori bianchi: ci introduce anche, con l’ausilio della proiezione sulla parete retro palco di immagini animaliste che si fanno via via più inquietanti, un altro brano degli Smiths, quella Meat is murder dalle tematiche animaliste tanto care al nostro da essersi fatto guadagnare anche parecchie antipatie in giro per il modo, grazie ad uscite non esattamente “diplomatiche”. Subito dopo c’è anche spazio per To give (the reason I live)  una cover di un brano di Frankie Valli a conferma di questo spirito da chansonnier  mai sopito nell’animo. Seguono Alma Matters, You’re the one for me, Fatty e, dopo quasi un’ora e mezza con un pubblico davvero soddisfatto, arriviamo alla conclusiva Let me kiss you. Ecco, la mia piccola delusione per la scelta di questa song come finale c’è, perché lo ammetto, speravo in There’s a light that never goes out.

 

Qualche minuto di pausa,  il pubblico che li richiama a gran voce, ed eccoli ritornare sul palco: mentre i musicisti stanno ancora sistemandosi, Moz inizia ad intonare l’inizio di una canzone che tutta la sala conosce a menadito, How soon is now; la parte strumentale attacca ed è una goduria sonica per tutti i presenti che andrà avanti per quasi sette minuti tra varie invasioni dello stage per abbracciare il nostro eroe, che nel frattempo si cinge anche i fianchi con un posterone tricolore, e che si concludono con il tripudio generale dei presenti. Usciamo e troviamo il banchetto del merchandising ufficiale che vede davvero di tutto targato Morrissey, dalle T-Shirt - tra cui, da segnalare, una improbabile con fondoMorrissey azzurro, il volto del nostro ed una scritta “Forza Mozza” - ai posters, braccialetti, le tazze (ebbene sì, lo ammetto, le mie prossime colazioni mattutine  saranno all’insegna dell’ ‘England is mine. It owes me a living’) e persino la federa del cuscino con la quale potreste poggiare la vostra guancia sul volto di Steven. Beh, tornando a cose più serie, usciti ci scambiamo qualche opinione mentre attorno a noi persone che arrivano da un po’ ovunque, Inghilterra, Spagna e altre regioni Italiane. Che dire di Moz? E’ quello stile, è quel carisma, sono quelle canzoni, e non ci si può meravigliare se ci procurano ancora oggi emozioni, brividi lungo la schiena o la lacrimuccia che scende quasi a sorprenderti di ritrovarti improvvisamente nudo davanti ai tuoi sentimenti. Torniamo a casa, fuori è ancora caldo, ma più caldo ancora è il tepore dei nostri cuori che Morrissey è riuscito a scaldare e questo, al giorno d’oggi credetemi, val più del prezzo del biglietto.

 

 

Morrissey Setlist:

 

Morrissey liveYou have killed me

Still ill (The smiths)

I’m throwing my arms around Paris

Everyday is like Sunday

Maladjusted

Last night I dreamt that somebody loved me (The Smiths)

Ouija Board, Ouija Board

Black cloud

Shoplifters of the world unite (The Smiths)

I will see you in my far-off places

Action is my middle name

I know it’s over (The Smiths)

One day goodbye will be farewell

People are the same everywhere

Meat is murder (The Smiths)Morrissey live

To give (The reason I live) - (Frankie Valli  cover)

Alma matters

You’re the one for me, fatty

Let me kiss you

Encore

How soon is now (The Smiths)

Ubaldo Tarantino
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