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10 Luglio 2014 ,

Massive Attack 8 luglio 2014, Roma, Cavea dell'Auditorium, Parco della Musica


MassiveAttackSerata di grandi aspettative e non può essere altrimenti. I Massive Attack tornano a Roma - nell’ambito della rassegna 'Luglio Suona Bene' - dopo sei anni e a quattro dalla pubblicazione dello splendido "Heligoland". Essendo lontano, per il momento, un nuovo album, il tour non sembra rivestire alcun significato promozionale. Così come per il lavoro in studio, i Massive Attack sembrano semplicemente seguire una precisa politica: prendersi tutto il tempo necessario. Sul palco della Cavea sono montate due batterie (una acustica e l'altra a pad), basso, chitarra, diversi synth, una postazione dalla quale pilotare sequencer e campionatori, mentre un'ulteriore postazione sembra studiata per il processamento della voce, con quelli che sembrano essere vocoder, theremin e kaoss pad. 

 

massivetourLa scenografia è minimale, in netta controtendenza con molti degli show odierni nei quali i disegni luci prevedono effetti pirotecnici e centinaia di migliaia watt di potenza. A risaltare sono alcuni pannelli ledwall usati molto intelligentemente durante il concerto e sui quali scorreranno nomi di farmaci, loghi commerciali, codici binari e alcune notizie estrapolate dalla stampa italiana degli ultimi giorni. Si punta sulla concretezza e non ne mancherà. Robert Del Naja e Grant Marshall, infatti, sanno sfruttare le potenzialità che offrono gli arrangiamenti dei pezzi che compongono il loro repertorio, espandendone la dinamica e stravolgendone la forma quel tanto che basta per sorprendere il pubblico per poi trascinarlo in un vortice emotivo. Ecco che brani come Girl I Love You, con l'eterno Horace Andy, Future Proof e Inertia Creeps si muovono tra trip hop ed elettronica daP1000622 dancehall virando infine verso un rock psichedelico potente e graffiante al quale l'audience della Cavea non sa e non vuole resistere. In Psyche la bella e sensuale voce di Martina Topley Bird si muove invece con dolcezza mentre le sue interpretazioni di Paradise Circus e Teardrop sono assolutamente all'altezza delle originali. 

 

Ma è con Angel che l'emozione tocca l'apice: l'eccitazione è alle stelle ed è impossibile per quasi chiunque fosse presente rimanere seduto sulla propria sedia quando batteria e chitarra irrompono potentemente nello spazio-tempo di quello che, a questo punto, si può consacrare come evento. Tanto che solo a concerto finito è salito il P1000645rammarico riflettendo sul fatto che si sia scelto di ignorare del tutto "Protection". Ma va bene così, i visi tra il pubblico sono vistosamente appagati, indubbiamente il concerto supera le aspettative. Peccato invece che la performance di Risingson non convinca del tutto, vuoi perchè troppo aderente all'originale e non molto carica di tensione. Un'altra presenza davvero apprezzata è quella di Deborah Miller che reinterpreta prima Safe From Harm, anche qui con una lunga e coinvolgenteP1000653 coda moto vicina al rock psichedelico, e soprattutto Unfinished Sympathy, pezzo che viene accompagnato dallo scorrere al ledwall dei nomi dei detenuti a Guantanamo Bay. E' così che i Massive Attack scelgono di chiudere il concerto: avendoci trasmesso gioia ci lasciano con l'amarezza nel cuore per ciò che non va assolutamente scordato. L'ultima frase che appare, recita: "che il mondo sappia cos'è successo". Consegnati alla Storia.

 

Aldo De Sanctis
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