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17 Luglio 2013 ,

Ian McCulloch 12 Luglio 2013 , Azzano Decimo, Teatro Mascherini


mccullochEra una promessa, quella di McCulloch, di recuperare la data di metà gennaio, cancellata per suoi sopraggiunti impegni con i Bunnymen, quì ad Azzano Decimo al Teatro Mascherini ed ora inserita all’interno della Festa della Musica, tradizionale appuntamento ormai da alcuni anni e questo mi ha permesso di essere presente ad un evento di per sé unico. L’occasione è, infatti, quella dell’ “Intimate Solo Tour” in cui Ian si presenta sul palco alle 22, accompagnato solamente da Gordy Goudie (già con i Bunnymen) alla chitarra elettrica, mentre il nostro si accompagna ad una chitarra acustica nonché ad un tavolino su cui stazionano stabilmente un bicchiere di birra, una bottiglietta di Enervit ed una boccetta di un non ben identificato liquido.

 

Lo stesso Ian ad un certo punto si chiederà cosa essere dandosi per tutta risposta “It tastes like Tequila!”, mentre si aggiusta gli occhiali da sole che terrà per tutto il concerto non saprei direi se per timidezza o più semplicemente per nascondere i segni del tempo. Veniamo alla parte interessante, la proposizione di un live che dura circa un’ora e mezza in cui Ian ci propone, in un ideale greatest hits, alcuni dei migliori brani della sua carriera solista come la apripista Candleland, la recente Pro Patria Mori alternate a brani dei ianmccullochliveBunnymen come Rescue, Villiers Terrace, Rust, The Disease, Zimbo (all my colours)  Seven Seas così come trova modo di inserire, in coda a Nothing last forever uno spezzone di Walk on the wild side di Lou Reed. Durante il suo set Ian ha eseguito anche Waiting for the man dei Velvet Underground. McCulloch appare in buona forma, sia vocalmente che come spirito, infatti chiacchiera molto con il pubblico, ci introduce tutte le canzoni con brevi spiegazioni, ci chiede di fargli domande: insomma, un personaggio davvero affabile (forse anche merito delle quattro birre che si scola durante il set!).

 

Sotto il profilo squisitamente musicale le canzoni sembrano in alcuni casi non risentire affatto della riproposizione in acustico, a dispetto delle loro versioni elettrificate, ed anzi si arricchiscono di sfumature e colori nuovi, più intimi proprio come suggerisce il titolo del tour. E’ il caso della bellissima versione di The Killing Moon che chiude il set prima dei due encore, sempre tratti dalla discografia dei Bunnymen, Lips like sugar e Ocean rain davvero bellissima da ascoltare in questa versione, con i visual in un bianco e neroianmccullochlive2 sfuocato di periferie urbane a chiudere un concerto in cui McCulloch ci ha regalato senza dubbio quello che sa fare meglio, dare forma con la sua voce a sensazioni ed emozioni delicatamente adagiate sul fondale delle nostre anime in attesa di rivederlo, speriamo presto, e magari accompagnato dai fidi uomini coniglio.

 

 

 

Ubaldo Tarantino
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