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22 Maggio 2023

Giovanni Sollima & Cello Orchestra – Live – Teatro Sangiorgi, Catania 18 Maggio 2023, Giovanni Sollima & Cello Orchestra, Teatro Sangiorgi, Catania


Giovanni Sollima ha dimostrato che è possibile far confluire la musica in una dimensione unica, senza barriere che riducano il linguaggio artistico a mere esegesi e riproposizioni limacciose. E non fa alcuna differenza che si tratti di suonare Bach, Frank Zappa o Jimi Hendrix, perché l'approccio è sempre quello di una apertura totalizzante. Dalla collaborazione tra Giovanni Sollima e la Camerata Polifonica Siciliana nasce la rassegna “Intersezioni” di cui lo stesso Sollima è direttore artistico. Tra i concerti in rassegna al Teatro Sangiorgi di Catania è stato presentato "Giovanni Sollima & Cello Orchestra" che vede la partecipazione, insieme a Sollima, di un ensemble di giovani strumentisti tutti provenienti dal Conservatorio di Catania. Il concerto si apre con In C di Terry Riley, archetipo di un minimalismo che concettualmente nascerà (e morirà) nel 1964. Il brano si sviluppa su una serie di microvariazioni che si innestano sulla spina dorsale di un unico sostrato monofonico, seguendo un moto di saturazione e disinnesco di energia. Come una creatura, la musica di Riley nasce, cresce e si spegne al semplice contatto del foglio di uno spartito a terra, così come ha fatto Sollima, sollevando in aria una pagina della partitura che, dopo avere volteggiato per qualche secondo, si è posata sul palco come una foglia facendo tacere gli strumenti. Nel brano successivo, Improvviso metallico di Simone Pirisi, Sollima dà prova di essere in grado di dare forza e magnificenza obliqua a qualsiasi scrittura, imprimendo personalità a tutta l’orchestra che segue le sue traiettorie. Terra Aria, Terra Danza da “J. Beuys Song” è la riproposizione di un brano dello stesso Sollima, eseguito in genere solo con gli overdubbing di una loopstation, in un arrangiamento riscritto per l'orchestra, la cui resa fa risaltare la sua suggestione e toccante drammaticità. Con Sonata di sol minore, Sollima dichiara di volere valorizzare uno dei tanti musicisti misconosciuti, tale Giovanni Valentini, autore del ‘600 ed allievo di Monteverdi a cui riconosce una straordinaria modernità ed una eredità raccolta verosimilmente dal progressive inglese degli anni ‘70. Con Violin Fase si omaggia un altro padre del minimalismo, Steve Reich. Alcuni musicisti si siedono al centro della scena con violini suonati come fossero violoncelli e, mentre Sollima ripete una frase iniziale, tutto l’insieme acquista significato partendo da un piccolo nucleo sonoro che si decostruisce, aggiungendo segmenti ritmici sino a diventare una avvolgente ed ipnotica dinamica percussiva. In chiusura Wild Love, brano orchestrale di Frank Zappa, musicista figlio di una generazione che ha concorso a demolire con la propria visione anarchica. Il primo dei due bis Sollima lo dedica a Ryūichi Sakamoto con il tema tratto dalla colonna sonora de "L’Ultimo Imperatore" di Bertolucci, mentre il secondo è un canto tradizionale armeno, uno dei pochi salvati dalla persecuzione. Durante l'esecuzione Sollima si alza lasciando la scena ai suoi bravissimi musicisti i quali a metà serata si sono sparpagliati in platea continuando a suonare accanto agli spettatori diventati parte integrante della performance. In quel momento e durante tutta la serata, così caratterizzata da un mood immersivo, il palco è scomparso, mentre la musica è diventata l’unica lingua possibile e necessaria per immaginare un nuovo umanesimo.

Giuseppe Rapisarda
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