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7 Febbraio 2015

Flavio Giurato 14 Gennaio 2015 , Firenze, Volume


giuratoI più grandicelli ricorderanno Flavio Giurato per un disco, "Il Tuffatore" (1982), divenuto nel tempo un vero e proprio oggetto di culto e soprattutto grazie alle apparizioni televisive nel programma Mister Fantasy condotto sulla RAI, al tempo, da Carlo Massarini. Il momento favorevole, dato dalla diffusione dei video clip promozionali di quell'album, non verrà però sfruttato appieno e con il disco successivo, "Marco Polo" (1984) - quello che  l'autore considera tuttora la sua opera più riuscita - la sua musica si farà ancora più particolare ma anche ermetica, contribuendo al temporaneo allontanamento dalle scene. Tra le circa trenta persone che accorrono al Volume (un bar del centro nell'oltrArno fiorentino) per assistere al concerto, solo alcuni, per evidenti limiti di età, possono aver vissuto in diretta quella breve stagione di notorietà del cantautore romano: in gran parte ragazzi di 20, 30 anni, che possono aver conosciuto i (pochi) dischi di Giurato tramite i dischi dei fratelli maggiori o grazie al peer-to-peer. I suoi tre album storici sono ormai da tempo fuori catalogo e per farli propri si possono spendere anche cifre piuttosto esose, però qualche seme quei dischi lo hanno comunque seminato. Basti pensare a cantautori altrettanto 'stralunati' come il Bugo acustico e soprattutto al Federico Fiumani più 'confidenziale'.

 

marcoL'occasione per i fan di ascoltarlo dal vivo, di "toccarlo a mano" (giusto per citare una sua vecchia canzone), è quindi ghiotta, anche perché dopo quasi un decennio di silenzio discografico il cantautore sta per pubblicare un nuovo disco, "La Scomparsa di Maiorana". Un'opera che ha avuto una gestazione lunghissima, se consideriamo che "Il Manuale della Cantautore" risale al 2007 e che a sua volta usciva ben dopo 23 anni dal precedente. Dalla nuova opera discografica che dovrebbe alfine vedere luce nei prossimi mesi, vengono eseguiti vari brani che confermano quell'estraneità, nel bene e nel male, dell'autore rispetto al panorama musicale italiano di oggi. Si tratta di canzoni affascinanti, ma 'per niente facili', che anziché ripetere schemi già sentiti, segnano un passo avanti nella forse lenta per i tempi moderni, ma coerente ricerca musicale di Flavio Giurato. Il cantautore romano è accompagnato al basso ed alle percussioni da due giovani musicisti, il cui contributo si apprezza soprattutto nei nuovi brani, sui quali evidentemente i tre hanno lavorato a lungo. 

 

Più incerto appare invece l'apporto dei due ragazzi nell'interpretazione delle canzoni del vecchio repertorio e talvolta preferiscono lasciare alla voce ed alla chitarra acustica del titolare l'intera scena. Segnale questo che concerti del genere, a poche settimane dall'uscita di un nuovo disco servono anche pergiurato trovare il giusto affiatamento tra i musicisti e ad individuare un repertorio da riproporre nel tour vero e proprio, che probabimente seguirà nei mesi a venire. Giurato sceglie di volta in volta quale brano eseguire, senza seguire una scaletta prestabilita, ma lasciandosi guidare dall'ispirazione del momento e aprendosi anche ai suggerimenti dei fans, dando comunque molto risalto alla Scoperta di Maiorana, la nuova opera nella quale flavio giurato livel'autore mostra di credere molto. Può capitare ad un artista come lui, per sua natura 'irregolare', che durante l'esecuzione di qualche brano si verifichi qualche intoppo. Chi conosce Giurato non se ne stupisce granché. L'intensità delle interpretazioni è tale che se una strofa viene saltata, o una parola dimenticata comporta l'interruzione di un pezzo, nessuno ha da lamentarsene.C'è anche da dire che una proposta musicale come quella di Flavio Giurato male si si sposa con una location come quella scelta per l'esibizione fiorentina.

 

Se da una parte infatti il pubblico dei fedelissimi rimane in religioso silenzio seduto di fronte ai musicisti, dall'altra però il rumore delle voci degli altri avventori del locale, del tutto ignari di chi hanno di fronte ed il loro naturale andirivieni verso la toilette (al lato del piccolo palco), non ha certo favorito la concentrazione del cantautore. Il concerto dura comunquegiurato poco meno di due ore, per quanto le canzoni siano spesso intervallate da introduzioni parlate del protagonista, che tra un aneddoto e l'altro aiutano anche a capire il senso di qualche testo che per qualche decennio è apparso oscuro. E' il caso di Valterchiari (risalente al classico Il Tuffatore), che nel titolo cita il nome dell'attore solo perché un amico dell'autore abitò in un residence nel quale incontrava tuffatorequotidianamente in ascensore proprio l'anziano Walter Chiari. Tra i brani più o meno stagionati spiccano le rese di Centocelle, al termine della quale lo stesso Giurato si complimenta con i propri musicisti; Silvia Baraldini (entrambe da Il Manuale del Cantautore) e Mauro, risalente addirittura a "Per Futili Motivi" (album di debutto del 1978). Della già citata Valterchiari, così come di Introduzione, tratte dal classico LP Il Tuffatore, vengono offerte solo degli accenni di un paio di strofe. Da quel disco così amato dal suo pubblico viene riproposta anche Orbetello Ali e Nomi, seppure in versione a cappella (declamata più che cantata) e come brano finale, l'attesissima title track Il Tuffatore.

Filippo Tagliaferri

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