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15 Agosto 2013

Austra 30 Luglio 2013, Milano, Circolo Magnolia


austra-olympiaArrivano in Italia per due date i canadesi Austra per promuovere il loro secondo disco “Olympia” uscito da un paio di mesi e questa milanese è la prima che li vede affrontare il caldo afoso di questi giorni. La band di Katie Stelmanis si presenta sul palco alle 23 precise, formazione a quattro con la batterista Maya Postepski, il bassista Dorian Wolf eil tastierista Ryan Wonsiak. Si inizia subito con un brano dal nuovo disco, What we done seguita da Painful life e da Forgive me sempre da “Olympia”.  Si torna agli esordi con Chocke per poi proporre il singolo apripista del nuovo lavoro, la bellissima Home. Il suono della band rispecchia abbastanza l’impronta presa col nuovo lavoro, vale a dire una ritmica tra l’oscuro post-punk e la dance più alternativa con la voce della Stelmanis davvero notevole a volare libera di esprimersi in vocalizzi di alto livello da far venire i brividi lungo la schiena. Il gruppo esprime una certa compattezza e Katie ci saluta e ringrazia in italiano varie volte anche se il pubblico accorso non è tantissimo (direi circa duecento persone), ma per la popolarità da noi del quartetto canadese direi un numero di tutto rispetto.

 

Lo show scorre via liscio arrivando a proporre sul finale anche i due brani del primo lavoro del 2011 “Feel it break”,  Lose it  e Beat and the pulse qui riproposta  in versione meno oscura che su disco. Breve sosta e poi rientro sul palco per due canzoni ed i saluti definitivi per un totale di un’ora esatta di concerto (che per il costo del biglietto va benissimo). Il giudizio complessivo è sicuramente positivo anche se chiaramente il 90% del valore espresso dal gruppo è da attribuire alla Stelmanis che canta, suona le tastiere, si agita quel giusto da non risultare una nota stonata rispetto alle suggestioni sonore che si creano e si candida ad una delle figure femminili di maggior rilievo della scena indie alternativa dell’ultimo periodo. Certamente la formula è molto basilare, fatta di beatAustra volutamente scarni e all’apparenza evanescenti che però risultano efficaci  con altrettanta subdola semplicità. Se proprio vogliamo trovare una nota stonata, si può parlare di una certa piattezza che percorre il set con pochi cambi di ritmo tra un brano e l’altro, facendo disperdere un po’ la tensione emotiva che alcuni degli stessi riescono a creare. A mio parere, la scelta attuale di privilegiare più la parte ritmica andrebbe, almeno dal vivo, leggermente rivista così da dare più spessore ad un show che di per sé risulta già di buon livello. The beat and the Pulse non è solo il titolo di una canzone ma il manifesto di quello che, volutamente, gli Austra sono oggi e per ora va bene così:  per vedere cosa la voce di Katie saprà regalarci in futuro abbiamo tempo.

 

Ubaldo Tarantino
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