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14 Agosto 2014

John Kennedy Toole UNA BANDA DI IDIOTI

2004 - Marcos y Marcos, 464 pagg., 17€, traduzione di Luciana Bianciardi

 

bandaRIPESCATI - a cura di  A.S.

 

Scriveva Jonathan Swift che quando appare un genio si formerà subito una banda di idioti per contrastarlo. Questo motto ha ispirato un esilarante romanzo di John Kennedy Toole, che però narra una vicenda totalmente opposta. Ignatius J. Reilly è un perfetto idiota in grado di distruggere tutto quello che fa, sempre pronto a cacciarsi in imprese deliranti. Eppure trova sempre qualcuno disposto a seguirlo, anche una ragazza che lo ama malgrado sia brutto e goffo, e che lui respinge perché troppo bigotto. Il tutto condito con le esilaranti riflessioni filosofiche di Ignatius, che mescola con disinvoltura idee ultrareazionarie e ingenuamente progressiste. È un romanzo divertentissimo, che non lascia tregua al lettore: il linguaggio è modernissimo e sboccato e trionfa uno humour “politicamente scorretto” che non risparmia nessuna categoria sociale o etnica e ridicolizza qualsiasi ideologia, ma più di tutte l'anticomunismo, che nell'America di quegli anni era una vera e propria psicosi. Se la trama del romanzo è assurda e molto divertente, altrettanto strana ma molto triste fu la vita di Toole.

 

La tormentata vita di John Kennedy Toole

 

tooleNato a New Orleans il 17 dicembre 1937 da genitori anziani (per i canoni dell'epoca) e iperprotettivi, il padre morì in guerra pochi anni dopo. A scuola Toole viene descritto come un bambino dotato di intelligenza molto superiore alla media ma con problemi relazionali. A sedici anni scrive un romanzo, “The Neon Bible” (fan degli Arcade Fire drizzate le orecchie), storia di un adolescente nella bigotta e sonnacchiosa America di provincia e di una zia anticonformista e libera che ne sconvolge le vite. Toole stesso però non è convinto dal romanzo e lo chiude in un cassetto. A soli ventun’anni scrive il suo capolavoro, ispirato dai mille lavoretti fatti per pagarsi gli studi, che però viene rifiutato da qualsiasi editore. Diventa professore universitario, gli studenti lo adorano, ma l’insuccesso come scrittore lo fa sprofondare nell’alcolismo e nella depressione, finché nel marzo 1969 non viene trovato morto. 

 

bible_frontcover_large_p0dJST6C4FdY1Z Si racconta anche che alla base della sua infelicità ci fossero problemi sentimentali, che fosse un omosessuale latente, che non sapesse innamorarsi per colpa di una madre soffocante, che dopo aver visto un film con Marilyn Monroe non avesse desiderato mai più nessun altra, ma c’e anche chi smentisce tutte queste ipotesi. Fatto sta che fu la madre Thelma, dopo la sua morte, a girare tutti gli agenti letterari e gli editori d’America, fino al 1980, quando il libro fu pubblicato e a poco a poco divenne di culto, fino al Pulitzer postumo. Rimane il rimpianto che un libro così bello sia rimasto l’ultimo parto (“La Bibbia al neon”, ritrovato dopo la morte della signora Toole, è discreto ma non lo vale) di uno scrittore che sarebbe stato tra i grandissimi.

Alfredo Sgarlato

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