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14 Luglio 2016

Valerio Mattioli Superonda – Storia segreta della musica italiana

2016 - Baldini & Castoldi, Milano - pp. 664

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Intanto si può iniziare a proporre una descrizione di questo volume (di ben 650 pagine, esclusa bibliografia finale) dicendo che per una serie di equilibri aerodinamici ben congeniati risulta essere leggero. Non solo per il suo formato quasi tascabile e l’essenzialità grafica ma perché, grazie alla versatilità del suo autore, ampiamente dimostrata già prima che si arrivasse a questa prima pubblicazione editoriale ufficiale, sa trattare una serie di argomenti che lambiscono la zona ‘trasversale’ della nostra storia musicale, sociale e di costume con una grande fluidità. Non solo merito della “Superonda” evocata dal titolo ma per il modo davvero accattivante e arguto in cui gli argomenti si interconnettono e si rincorrono lasciando al lettore la capacità di ravvisarne e personificarne un filo conduttore di fondo.

Per il modo molto familiare e confidenziale di esporre le storie, condendole con quel pizzico di curiosità, particolari frivoli o indiscrezioni che sicuramente contribuiscono al coinvolgimento e alla piacevolezza della lettura. Valerio Mattioli dimostra di saper entrare molto bene nei meccanismi intricati della comunicazione sociale e cavalca la sua onda con una serie di tattiche davvero efficaci. Stuzzica l’immaginario attraverso collage associativi multimediali attinenti alle mode, alla televisione, al cinema e non da ultimo alla musica per poi entrare nell’anfratto, nella strada secondaria più angusta di realtà di nicchia. Il lettore è osservatore di panoramiche e piani sequenza differenti ma non ha mai la sensazione di perdere di vista la strada principale, la deviazione quindi è un gioco intrigante, un modo di procedere e di conoscere. 

 

Viene quindi allestita la scenografia dell’Italia dei film di Fellini in cui sfilano i più disparati protagonisti della grande sarabanda della vita. Si colgono i colori e le sfumature delle contraddizioni e dei contrasti che fanno la differenza tra lo spirito godereccio e scanzonato della Trastevere de noantri e il capannone della fabbrica dismessa di via Pietro Peretti, dove prende vita nel 1966 il baraccone funambolico del M E.V. (Musica Elettronica Viva). di Alvin Curran & Co. Si contrappone il rigidismo emerso dai corsi estivi di Morricone-Evangelisti-Macchi--740x492Darmstadt (Internationale Ferienkurse für Neue Musik) con il lirismo rumorista e liberatorio del GINC (Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza, nella foto, da sinistra: Ennio Morricone, Franco Evangelisti, Egisto Macchi)che grazie al talento e allo spirito intraprendente di un compositore accademico come Franco Evangelisti aprirà le porte dell’avanguardia sperimentale e dell’improvvisazione alla psichedelia e all’acid rock. Ancora l’Italia della canzonetta e dell’industria cinematografica di Cinecittà che genera il fenomeno delle colonne sonore spaghetti western ad oggi rivalutate unanimemente a livello internazionale. I teddy boy del Piper dell’era beat e dell’eversione yé yé che il 28 dicembre 1967 si ritrovano ad un happening in cui l’artista Mario Schifano e le sue Stelle propongono Grande Angolo, video istallazione sensoriale che mette in comunicazione la musica sperimentale con il mondo dell’arte contemporanea e con la letteratura (allo spettacolo assisteva addiritturamario-schifano_moravia  Alberto Moravia).

 

(nella foto: da sinistra, Mario Schifano e lo scrittore Alberto Moravia)

 

Sempre attraverso questo bizzarro meccanismo delle coincidenze e delle trasversalità si catturano una serie di scintillanti e inaspettati punti d’incontro: la tradizione operistica, il classicismo romantico e il rock progressivo dei The Trip, degli Osanna e delle Orme, le guerriglie urbane, gli anni bui del terrorismo e le musiche politicamente impegnate, la propensione al melodismo, il consumismo trend della borghesia e situazionismi al liminare, la controcultura, la contestazione e l’influenza neodada. Altro nodo cruciale è quello che lega la corrente mistica e minimalista della scuola romana di Giacinto ScelsiImmagine04 e di Goffredo Petrassi al filone dell’etnomusicologia e ai primi esperimenti di improvvisazione elettroacustica. Ridendo e scherzando tra aneddoti e divagazioni la superonda fluttuante ci fa conoscere il festival di Re Nudo a Parco Lambro, Claudio Rocchi, La Cramps, Gianni Sassi, il Beat 72, il movimento Fluxus e tanti altri pianeti inesplorati. Leggerezza è proprio il dinamismo con il quale vengono raccontati gli sconfinamenti. Sconfinamenti che in fondo ci riassumono e ci caratterizzano traducendo brillantemente la nostra vivacità, l’indole pasticciona e mirabilmente fantasiosa. Senza cadere, come specifica l’autore nell’introduzione, nella banalità revisionista e auto celebrativa “Superonda” coglie punti di riflessione legati alle nostre origini, alle tradizioni popolari e alla formazione e crescita culturale indispensabili per conoscerci, per capirci e per proiettarci nel futuro.

 

Romina Baldoni

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