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6 Aprile 2013

Antonio Bacciocchi - Alberto Galletti ROCK’N’GOAL. CALCIO E MUSICA – PASSIONI POP

2013 - Vololibero Edizioni

Rock'n'Goal libro BacciocchiSapevate che Hallogallo dei Neu!, uno dei manifesti del kraut rock e uno dei brani più entusiasmanti e influenti della storia del rock, nasce dalla passione per il calcio di cui volevano catturare il ritmo e la velocità? Che David Bowie a 10 anni militava nella squadra del Burnt Ash Junior F.T. e pare che come ala sinistra non fosse niente male, mentre Johnny Marr degli Smiths giocò nelle giovanili del Manchester City? Che John Peel ha dato come secondo nome ai suoi figli Shankly e Dalglish in onore di due campioni del suo amatissimo Liverpool e che omaggiò la sua squadra presentandosi al suo matrimonio con uno sgargiante completo rosso con bordi bianchi?  E sapevate che Thomas Haller - ha giocato anche nella Juve - è stato tra i fondatori dell’etichetta metal MTM Music? Ebbene questa e centinaia di altre notizie e curiosità sul rapporto fra calcio e musica le potrete trovare in “ROCK’N’GOAL. CALCIO E MUSICA -  PASSIONI POP”, un libro di Antonio Bacciocchi, che fra le altre cose ha suonato nei Not Moving, e Alberto Galletti, che indaga su un aspetto in gran parte sconosciuto, ma che merita di essere portato ala luce. Opportunamente la prima parte è dedicata agli aspetti culturali e sociologici del rapporto fra mondo del rock e della musica, rapporti non sempre idilliaci. «Il rock era una forma prevalentemente di sottocultura giovanile, mentre il calcio e lo sport in generale era più compromesso con la società tradizionale», anche se poi non era insolito che nell’attesa dei grandi concerti si improvvisassero partite o palleggi ed è noto che per esempio i Genesis ingannassero il tempo prima dello show tirando calci a un pallone.

 

Steve Marriott's Moments at Loftus Road 1964Ma la parte più interessante è la ricognizione dei rapporti fra tifo calcistico e musica che sono stati intrecciati nelle varie manifestazioni delle culture giovanili soprattutto di provenienza working class: mod, rocker, skinhead, punk, oi, hooligan. Negli altri capitoli del libro, che si sofferma soprattutto, ma non solo, sull’Italia e l’Inghilterra, sono illustrati i calciatori che si sono cimentati, spesso con risultati risibili e terrificanti, nel canto; musicisti che hanno intrapreso o tentato carriere sportive; le canzoni che sono state dedicate al calcio e ai suoi eroi e  gli innumerevoli inni delle squadre. Altre due sezioni sono poi dedicate ai rapporti col calcio di alcuni musicisti e alle squadre per le quali batte il cuore dei nostri artisti. Concludono il volume una serie di interviste a musicisti sul loro rapporto col football, l’elenco dei concerti più importanti che si sono tenuti nei templi della dea Eupalla e un articolo di Claudio Agostoni, che i rapporti fra pallone, musica e politica li indaga in Paesi come Bosnia, Malta, Sudafrica, Algeria. Decisamente una lettura che non mancherà di incuriosire e stuzzicare gli appassionati di rock’n’goal, resa piacevole da una scrittura scorrevole e ironica. Da leggere accompagnandosi con you tube per ascoltare le molte perle e le moltissime bizzarrie musicali che il rapporto calcio-musica ha partorito. Eppure neanche questo libro risolve il dilemma più atroce per il rocker tifoso: cosa scegliere in caso di contemporaneità fra il concerto della tua band favorita e la tua squadra che gioca la finale di Champions?

 

Ignazio Gulotta

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