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10 Ottobre 2013

Alice Munro Premio Nobel 2013 per la letteratura

2013

ALICE MUNROIl premio Nobel per la letteratura spesso dà adito a polemiche particolarmente oziose. Un'accusa ricorrente è quella di fare troppo da talent scout a perfetti sconosciuti, salvo poi ricredersi quando fa conoscere perle come le poesie di Wislawa Szimborska o Tomas Transtromer. L'altra è quella di essere un premio politico (ma in parte lo è, dichiaratamente, o almeno un premio che vuole avere risvolti sociali), e oltretutto di parte, dimenticando le onorificenze a Solženicyn, Brodskij, Pasternak, Herta Muller, scrittori peraltro inferiori, Brodskij escluso, ad altri meno noti in Occidente come Isail Metter o Vassilij Grossman o Venedìkt Erofèev. In ogni caso la giuria è scelta rispettando tutti gli orientamenti politici, fermo restando che, essendo svedesi e non italiani, il loro concetto di “moderato” è diverso dal nostro. Oppure lo si accusa di essere un premio conservatore sul piano dei contenuti, legato ad una idea accademica di letteratura, che potrebbe essere superata premiando, per esempio, Bob Dylan. Riconoscimento che sarebbe senz'altro meritato perché, se la canzone non è poesia, è un medium diverso, non la si può considerare arte minore, visto il livello stilistico e l'impatto sociale che ha raggiunto, a partire proprio da Bob Dylan, il primo a fare grande letteratura in musica.

 

Ma quando è stato premiato un personaggio fuori dall'accademia, non legato alla parola scritta e pubblicato in tutto il mondo, cioè Dario Fo, sono piovute le polemiche, non solo politiche. Quest'anno polemiche non dovremmo averne: Alice Munro, canadese, è un nome indiscutibile. È autrice di una decina di antologie di racconti, in Italia pubblicate da Einaudi e La Tartaruga (chi scrive queste righe ha apprezzato molto “In fuga”, 2006), dovein fuga però si incontrano personaggi ricorrenti, figure di donna ritratte in momenti diversi della vita. La si può considerare una continuatrice di quella grande scuola americana, che parte da John Fante e passa per Richard Yates, Raymond Carver, Richard Ford, narratori del quotidiano che sanno cogliere la profondità psicologica senza scadere nel morboso o nel patetismo. Da un suo racconto, “Away from her”  (da "Nemico, amico, amante...") è stato tratto l'omonimo film diretto da Sarah Polley. I suoi libri sono facilmente reperibili, anche in edizione economica, per cui, se non la conoscete, rompete ogni indugio e cercateli. Se siete appassionati di letteratura psicologica, americana in particolare, la apprezzerete molto. 

Alfredo Sgarlato

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