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22 Maggio 2012

Francesco Guccini DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE

2012 - Libellule Mondadori

guccini dizionario coverLeggere un libro di Francesco Guccini è come trascorrere la serata in compagnia di un caro vecchio amico. Ascolti la sua voce così familiare e le immagini rubano subito il posto alle parole scritte. I suoni, gli odori, i sapori di una provincia italiana ormai scomparsa e dimenticata, ma ancora viva nei ricordi e nelle emozioni di chi quella provincia l’ha vissuta appieno o anche solo sfiorata. Sin dalla splendida copertina (riproduzione dello storico pacchetto di “Nazionali”), questo “Dizionario delle cose perdute” ci proietta in quel mondo magico a metà strada tra fiaba e realtà, che erano la nostra infanzia e la nostra giovinezza. Con un po’ di nostalgia, ma con la consueta, irresistibile ironia, Guccini ci narra di oggetti, situazioni, emozioni che sono parte della memoria di chi ha vissuto in una certa Italia, dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Settanta.

 

Di chi, bambino, negli anni delle macerie e della speranza inventava i suoi giochi con tappi di bottiglie o rami secchi, saziava la sua sete col latte appena munto, tremava di terrore alla vista di siringhe simili a dardi, fremeva di gioia al sapore del chewing – gum. È un baule che si apre e mostra un universo quotidiano popolato di taxi dal colore verde, di Meccano, di caffè d’orzo, di bigliettai, lattai e postini. Un universo distante mille anni luce dagli asettici agi della nostra attuale, apatica realtà, ma mille volte più vivo e stimolante, proprio perché semplice e ingenuo, dove lo stupore per la scoperta era il vissuto d’ogni giorno. Per chi, come chi scrive, quel mondo ha avuto la fortuna di sfiorarlo o per chi come i nostri padri di quel mondo erano i protagonisti, questo libro spalancherà nuovamente porte forse socchiuse. Per chi quel mondo può solo intuirlo, ecco un ottimo e coinvolgente manuale di storia e costume di un tempo che non esiste più.


Maurizio Galasso
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