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10 Febbraio 2017

Ettore Castagna Del sangue e del vino

Novembre 2016 - Rubbettino - Pagg. 218 - € 14

delDel sangue e del vino”, scritto da Ettore Castagna (antropologo, musicista e insegnante) è ambientato nella Calabria Greca, uno dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo, tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento. Dimitri e Agàti, i due protagonisti della prima parte del romanzo, fuggono da Creta, messa a ferro e fuoco dai Turchi. La voce narrante parla un italiano immaginario, che si apre a idiomi diversi; calabrese, greco, spagnolo, veneziano. 

 

L'arrivo a Selènu dei due profughi cambia in qualche modo gli equilibri della piccola città: “Selènu era sopra un dente di roccia bianca che spiccava al centro di un pianoro di pietre e ghiaia”. E' Selènu, che viene spaccata in due da un violento terremoto, il teatro di una storia complessa e ricca di incredibili colpi di scena. “I selenoti parlavano un poco calabrese e un poco greco. Un greco che non era poi così difficile. Anzi dopo poco i due cretesi lo parlavano meglio dei paesani più vecchi (…)”.

 

Nel loro graduale ma costante inserimento, ha un grande peso la musica:

Certe sere, invece, Dimitri aveva voglia di cantare e tirava fuori la sua lira dalla cassapanca di castagno. Il primo mobile della casa di Selènu che si era fatto con le sue mani. Anche la lira se l'era fatta con le sue mani. Uno strumento strano che i suoi paesani non avevano mai visto. Era a forma di pera, con in cima una lancetta triangolare, scavata da un unico pezzo di legno, tre corde di budello e un archetto di crini di cavallo. Se Ettore Castagnaavessero conosciuto un violino da quelle parti avrebbero detto che era una specie di violino. Ma il violino non lo conoscevano e non dissero niente. Avevano sentito dire che si chiamava lira e così la chiamarono pure loro. Dimitri l'aveva intagliata con pazienza, tutta da un pezzo di gelso nero ben stagionato, uguale a quella che aveva dovuto abbandonare nella casa di Creta. Suonava con un timbro dolcissimo ogni volta che l'arco incontrava le corde”.

 

Caterina, figlia di Agàti, riesce a farsi insegnare l'arte del telaio da una magàra (una sorta di strega). E a proposito di streghe... quello descritto da Ettore Castagna (foto a destra) è il mondo contadino del nostro Meridione negli anni tra il ‘600 e il ‘700, un mondo in cui la presenza del Diavolo, ad esempio, è un dato di fatto. Potremmo continuare a lungo, ma non vogliamo togliere ai lettori il piacere di scoprire pagina per pagina questo bellissimo libro. 

 

Giancarlo Susanna
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