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20 Giugno 2012

Paolo Ganz ARMONICOMIO: ELOGIO DELL’ARMONICA BLUES

2012 - Fernandel

armonicomio paolo ganzE' alla sua quarta prova in campo letterario, Paolo Ganz, e sembra ormai brillantemente avviato su una strada in cui si trova certo a suo agio e che conduce in parallelo con la sua attività di musicista alla quale si dedica da quando, ragazzino, suonava il basso in un gruppetto nella sonnacchiosa Venezia, la sua città, come ha raccontato nel suo precedente romanzo “Venice Rock'n'Roll”, da me recensito su Distorsioni. A questa prima passione, hanno poi fatto seguito diverse altre esperienze musicali, fino a quando, nei primi anni '80, ha scoperto il blues e ha cominciato a dedicarsi al canto e alla chitarra ma soprattutto all'armonica, strumento che ancor oggi suona e che insegna. Nel 1986 ha pubblicato per l'editore Bérben un fondamentale metodo per armonica blues in due volumi, il primo lavoro del genere in Italia, con il quale molti amanti di questo strumento si saranno certo confrontati, e negli anni successivi ha fatto uscire alcuni altri manuali. Con questo nuovo libro, “Armonicomio: elogio dell'armonica blues”, Paolo Ganz ritorna alla sua passione più recente e propone al lettore un percorso a metà tra il romanzato e il saggistico alla scoperta di questo strumento affascinante che ‘nasce spinetta e verrà nobilitata diventando armonica grazie a noi e a come sapremo suonarla’.

 

Di fatto, “Armonicomio” non è propriamente un romanzo ma nemmeno un saggio, è di certo “un atto d’amore”, in cui il tono e lo stile sono letterari, ma l’intento è quello di trasmettere un minimo di conoscenza dell’armonica blues e di dare qualche consiglio utile a chi voglia avvicinarsi a questo strumento. Una volta terminata la lettura del libro, agevole poiché si tratta di un volumetto snello, chi intende cominciare a suonare l’armonica, o già lo fa, ne trarrà, in effetti, diversi utili suggerimenti, qualcuno si appassionerà e deciderà magari di provarla, e gli altri avranno comunque letto una bella storia e appreso alcune nozioni e diverse curiosità sull’armonica, sulla musica blues e su Venezia, la città che anche questa volta fa da sfondo alla narrazione.

 

armonicomio Sono questi, infatti, i tre protagonisti del libro: l’armonica, il blues e Venezia. L’autore alterna la sua esperienza personale, ricca di aneddoti, a spiegazioni tecniche (ma non troppo) e suggestioni letterarie relative all’armonica, oltre a disseminare frammenti di storia del blues e dei bluesmen, tracciando tre linee di narrazione che si intrecciano e si amalgamano continuamente nel viaggio nel quale Ganz ci conduce. I dettagli tecnici inseriti qua e là permettono anche al lettore meno esperto di capire le differenze tra i vari tipi di armonica, “diatonica”, “cromatica”, “tremolo” e tra i vari modelli, come la Marine Band, la Blues Harp, la Bravi Alpini, la Super Vamper. A supporto degli aspetti più tecnici, alla fine del libro vi è anche un “Dizionario del moderno armonicista” che, nello stesso stile del resto della narrazione, alterna le definizioni tecniche a definizioni ironiche come la seguente:

 

‘Chitarristi. Musicisti sofferenti per la presenza di un armonicista (spesso anche cantante) nella band. Se l’armonicista/cantante è anche il titolare del gruppo, il chitarrista per un po’ lo spia nascostamente e poi decide che se fa il leader lui lo posso fare anch’io e crea una sua band. Questo è il motivo per cui gli armonicisti/cantanti titolari di un gruppo cambiano spesso chitarrista’.

Ironia che colpisce tutti i protagonisti del libro, a cominciare dall’armonicista stesso:

sapete quanti armonicisti servono per cambiare una lampadina? Uno solo, basta che il chitarrista gli spieghi come si fa!’ E ancora: ‘L’armonicista viaggia sempre con la sua brava valigetta, e questo è il motivo per cui, se si tratta di una valigetta metallica, talvolta l’armonicista viene scambiato per il tecnico delle fotocopiatrici’.

 

Paolo GanzCi sono poi i protagonisti della storia dell’armonica blues, dal Dylan-dio, come lo definisce Ganz, che ‘suonava proprio una Marine Band’, a Robert Johnson, da Sonny Boy a John Lee Williamson, poi Antoine ‘che ha fatto conoscere l’armonica in tutta Italia e adesso fa il navigatore solitario, produce film e guide di viaggio e vive in un’isola tropicale’. Edoardo Bennato che ‘riattualizzando all’ombra del Vesuvio l’immagine dell’ingegnoso one man band à la Jesse Fuller, ha fatto in modo che migliaia di ragazzi corressero al più vicino negozio di musica a procurarsi armonica e reggi armonica!’, e tutti quelli che per l’armonica sono passati, come Bruce Srpingsteen, Joe Strummer, Keith Richards, Muddy Waters.

 

Tutti quei personaggi che, nell’era pre-internet, sollecitavano l’immaginazione dei giovani aspiranti musicisti, poiché allora non era così facile sapere tutto di tutti come oggi e le poche informazioni arrivavano dalle copertine dei dischi in vinile o dai rari libri che alimentavano miti e fantasie. ‘Rari libri riportavano biografie mitiche, infarcite di fughe, bevute, coltellate e amori clandestini; tutte cose che – vuoi per l’età, per l’ingenuità o per il loro innegabile fascino – davano alla testa a molti! Robert Johnson avvelenato da un marito geloso, Blind Lemon Jefferson assiderato durante una tempesta di neve, Little Walter morto per le botte ricevute durante una rissa, Sonny Boy I addirittura assassinato a colpi di rampino da ghiaccio sulla soglia di casa. Ecco, quando prendo in mano una Marine Band mi tornano in mente tutte queste storie (più altre di contorno) e cerco di farle rivivere, come posso, con la musica’.

 

metodo per armonica blues volume 2 libro2D’altronde il mondo dell’armonica che somiglia a ‘un carrozzone di matti, sognatori entusiasti, esaltati e idealisti’, ha scatenato anche la fantasia di grandi scrittori del passato che ne hanno parlato nei loro romanzi, come Bukowski, Steinbeck, Simenon, dalle cui pagine Paolo Ganz ha tratto alcuni brani, come questo dal romanzo Furore scritto da John Steinbeck nel 1939, che ben esprime l’essenza dell’armonica:

 

‘L’armonica è uno strumento facile da portare. La togli di tasca, la batti sulla palma della mano per scuoterne via i detriti di tabacco e di porcheria, ed è pronta. Puoi fare quello che vuoi con un’armonica: note staccate, accordi, melodie ritmate. Puoi plasmare la tua musica con le due mani, ci tiri fuori il suono lamentoso e nostalgico della zampogna, le note grandiose e angeliche dell’organo, i trilli acuti e pungenti del piffero. Poi smetti di suonare e la rimetti in tasca. E mentre suoni impari sempre nuovi accorgimenti, nuovi modi di plasmare l’arietta con le mani, di pizzicarla, tra le labbra; e nessuno t’insegna… Ritmicamente batti il tempo col piede, alzi e abbassi i sopraccigli. E se la perdi o la rompi, la perdita non è grave. Con pochi cents ne puoi comprare un’altra’.

 

Rossana Morriello

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