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7 Settembre 2014

Jumbo-Alvaro Fella Sulle tracce del Signor K.


  jumbodna                           INTRO

 

Il Carta Vetrata di Bollate agli inizi degli anni settanta veniva considerato, a tutti gli effetti, il ritrovo di tendenza della gioventù rock milanese; il palco di quel locale alternativo ospitava esibizioni in cui si alternavano ad artisti conosciuti (Dalla, PFM e Banco)  giovanissimi gruppi emergenti. Ed è proprio qui che un complesso capitanato da un barbuto cantante dal timbro di voce particolarmente originale e graffiante muove i primi passi, iniziando di lì a poco a dare il suo contributo nella scrittura della storia musicale di un lustro caratterizzato da opere pop (ma in seguito le definiremo progressive) di valore assoluto. Il nome che adottò quella formazione si ispirò al soprannome con cui veniva apostrofato il vocalist e indiscusso leader carismatico Alvaro Fella; quel nome era Jumbo. Abbiamo incontrato Alvaro Fella.

 

L'INTERVISTA

 

Alessandro Freschi (Distorsioni) - Benvenuto Alvaro e grazie per la tua disponibilità. Iniziamo questa nostra chiacchierata dall'ipotetico “punto zero” della tua avventura artistica; come nasce il musicista e compositore Alvaro Fella e quali sono i suoi punti di riferimenti musicali ?

Alvaro Fella e Maurizio Arceri (Inizio '70)Alvaro Fella (Jumbo) - Ho cominciato a strimpellare la chitarra a metà anni sessanta; i miei idoli erano i Beatles (che ebbi la fortuna di vedere dal vivo nel giugno' 65 al Vigorelli di Milano) e Bob Dylan, anche se il repertorio che proponevo con i miei primi gruppetti musicali, formati essenzialmente da amici,  era incentrato sui grandi del R&B come Wilson Pickett, James Brown e Otis Redding. A metà anni sessanta i complessi nascevano come funghi e quando camminavi per strada dalle finestrelle delle cantine uscivano le note di strumenti; era l'inconfondibile segnale che qualcuno “stava provando”. Le piccole balere di periferia erano colme di ragazzi che suonavano. Tempo dopo ho conosciuto musicalmente Il primo De André e ho cominciato a scrivere qualche canzoncina influenzato dai lavori del cantautore genovese; le esperienze sono diventate decisamente importanti. Ho da prima formato “Lo stato d'animo” con Vito Balzano allaalvaro Lo stato d'animo (Uno dei primi gruppi di Fella) batteria, Roberto Giuliani  (futuro Maxophone) alla chitarra e Ivan Micciché al basso (il repertorio variava da Hendrix ai Cream). Poi è stata la volta de “La Nuova Era” con Sergio Conte alle tastiere ed io al basso e alla voce, il repertorio erano le cover dei successi dell'epoca. Poi sono arrivati  “The Juniors” (ancora cover) e prima di cominciare l'avventura Jumbo per circa un anno ho suonato il basso nel gruppo di  Maurizio Arcieri con Balzano alla batteria, Mario Della Stella (componente del primo gruppo di Battiato) Paolo Donnarumma alle chitarre.

 

Il primo contratto con la Numero Uno porta alla pubblicazione di due 45 giri di stampo commerciale contenenti rivisitazioni all'italiana di successi dell'epoca (“Montego Bay” e “In the summertime”). Poi arriva il contratto con la Philips ed il primo LP eponimo. Si passa così da proposte leggere e scanzonate a liriche decisamente di spessore (“Dio è l'amore che si dà per niente”). Da dove nasce la spinta fondamentale a questo cambiamento?I

Il mio primo contratto discografico fu con la Numero Uno, etichetta di Lucio Battisti e Sandro Colombini ( futuro manager della PFM ); qui mi fu affibbiato il soprannome-nome Jumbo, che fu mantenuto anche quando diventammo una band vera e propria. Il primo 45 alvaro Copertina secondo 45 girigiri che pubblicai fu " In estate" (cover di “In the summertime”); di seguito “Montego Bay”. Allaalvaro Copertina primo 45 giri realizzazione dei dischi collaborarono Franz di Cioccio alla batteria, Flavio Premoli al piano, Mario Lavezzi alla chitarra e banjo, Bruno Longhi alla chitarra (allora dei Flora Fauna e Cemento, adesso telecronista Mediaset); io suonavo il basso e cantavo. Poi sono passato alla Philips ed ho realizzato il mio primo LP. Doveva essere un album da solista pero' durante la realizzazione in sala d'incisione nacque la decisione di coinvolgere tutti i collaboratori come veri e propri membri di una band.

 

Alcuni di questi erano miei amici carissimi già da molti anni (il batterista Vito Balzano batterista, il tastierista Sergio Conte, il chitarrista Daniele Bianchini  e il bassista Aldo Gargano) mentre Dario Guidotti che suonava flauto, armonica e all'occorrenza la chitarra l'avevo conosciuto solamente per l'occasione. Il disco e' nato praticamente in studio; quasi tutti gli arrangiamenti sono stati realizzati durante le registrazioni partendo da idee che avevo in testa e completate con l'aiuto degli altri. Si trattava di brani acustici miscelati dagli alvaro Copertina primo albuminterventi del gruppo; non si potevano classificarealvaro Formazione Jumbo (Anni 70) come progressive pero' si cominciava a sentire quel sapore caratteristico dei Jumbo, quella miscellanea di intervalli tra l'elettrico e l'acustico, con chitarre, flauto e piano in evidenza, arricchiti da testi di un certo impegno sociale. Di solito i gruppi pop, nelle loro liriche, rimandavano a momenti vicini al fantasy mentre noi eravamo sempre incazzati! Erano canzoni che  avevo scritto negli anni precedenti e che avevo chiuso in un cassetto senza farle ascoltare a nessuno; i testi erano abbastanza fuori dal comune per ciò che si sentiva in quel periodo. Fu il produttore della nuova etichetta  (Silvio Crippa) a crederci e far nascere il primo “Jumbo”.

 

Testi crudi, tematiche scottanti; arrangiamenti e melodie d'impatto. La chitarra del fido Pupo Bianchini ed il flauto di Dario Guidotti in grande spolvero. “DNA” e “Vietato ai minori di 18 anni ?” sono di fatto due cardini inossidabili del prog italiano. E possibile ritrovare tracce autobiografiche all'interno di questi testi coraggiosi e mai banali ?

Nei testi di DNA c'è senz'altro qualcosa di autobiografico; Dio è fu ispirato da una poesia scritta negli anni sessanta da una mia cara amica purtroppo scomparsa giovanissima per un brutto male. E' brutto sentirsi vecchi nacque come una poesia scritta da me intorno ai diciotto anni in un momento di sconforto e poca fiducia nel futuro. Anche in Vietato ai minori di 18 anni? alcuni testi sono ispirati da vita vissuta. Le lirichealvaro Copertina terzo album di Specchio prendono ispirazione da una lettera al direttore che avevo letto su un giornale, inviata da un ragazzo con problemi esistenziali, Gil dalla vicenda di un amico scomparso, in età giovanile, perché caduto nella trappola della droga. Vangelo parla dell'onanismo (o meglio la masturbazione): in quei tempi, pieni di ipocrisia, ti insegnavano che l'esercitazione di certe pratiche faceva divenire storpi, scemi e pieni di malattie. Via Larga raccontava un fatto di cronaca nera realmente accaduto, l'uccisione di una prostituta da parte del suo protettore. La vita reale dominava come argomento nelle liriche dei Jumbo .Ci piaceva scrivere di tutto ciò.

 

Diciamo no a chi non ci permette di parlare chiude idealmente il terzo progetto “Vietato ai minori di 18 anni?”, il disco della maturità artistica dei Jumbo. In realtà non vi fu permesso realmente di parlare in quanto il disco fu bandito dalla diffusione radiofonica a causa degli scomodi argomenti che trattava, quelle realtà di cui all'epoca si preferiva 'parlare sottovoce per buona educazione'. Come hai vissuto queste discutibili imposizioni?

alvaro Pubblicità terzo albumEra un disco pieno zeppo di argomenti tabù per l'epoca. Fu totalmente censurato in RAI (allora non esistevano radio e televisioni private, quindi o passavi dalla RAI o restavi al palo); il punto interrogativo posto in coda al titolo stava a significare proprio la nostra volontà di chiederci se era veramente vietato affrontare certe tematiche. Non ci facemmo comunque grossi problemi per la mancata diffusione; solo Come vorrei essere uguale a te non fu censurato e veniva trasmesso. In concerto eseguivamo tranquillamente tutti i brani; ricordo di un episodio durante un concerto a Novara nel teatrino di un oratorio: mentre eseguivamo Specchio alla pronuncia della frase conclusiva "Continuo a masturbarmi..."  il prete irruppe in sala intimando di sospendere il concerto perché il nostro repertorio era troppo sconcio … erano proprio altri tempi!

 

Negli ultimi giorni del giugno 1976 si celebrò di fatto, con l'ultimo festival pop dell'epoca tenutosi al Parco Lambro di Milano, la disgregazione del movimento contro-culturale nonché quella che fu definita l'apocalisse del prog italiano. A distanza di quarant'anni il tuo pensiero a proposito ?

L'esperienza del Parco Lambro fu tragica. Aldilà  degli avvenimenti che si ricordano come  l'assalto al supermercato ed il furto dei polli congelati, ricordo che in quei tempi ai concerti, in special modo quelli all'aperto, succedevano sempre casini: si inneggiavano spesso slogan come “La musica e' nostra … riprendiamoci la musica … la musica non si paga ... Vogliamo entrare gratis”. Tutto era politicizzato; e poi  incidenti, cariche dellaAlvaro Fella (Anni '70) polizia e quant'altro. Al Parco Lambro si celebrò così il funerale dei concerti; da quel momento furono negati i permessi per i concerti di musica Rock. I gruppi cominciarono pian piano a non avere  spazi per fare concerti; si riuscì tappare la bocca al movimento culturale che era nato in quell'ultimo lustro. Cominciarono così a nascere le prime discoteche; si passavano dischi tutti in 4/4, i ragazzi si dimenavano ballando e non pensavano più. Un vero peccato perché il movimento creativo di  quegli anni sviluppatosi in Italia, il tanto amato progressive come viene etichettato ora, non si è più ripetuto. Un'esperienza tutta italiana, senza influenze estere, totalmente originale. Ed il suo valore è confermato dalla rivalutazione, anche a livello mondiale, dei giorni nostri. 

 

Dicevamo, finisce un'epoca, la musica non è più la stessa. Per i Jumbo di Alvaro e per molti di quei musicisti protagonisti della “Woodstock italiana” arriva in modo perentorio e prematuro il momento di farsi da parte. Questa chiusura forzata ed anticipata del progetto si lascia alle spalle un ipotetico “disco nel cassetto”?

Molti gruppi sono rimasti con un "ipotetico disco nel cassetto" anche se ultimamente qualcuno ha riaperto questo cassetto ed e' riuscito a pubblicare il disco anche se con quarant'anni di ritardo. Devo dire, con piacere, che sono molti i giovani che seguono e si interessano alla nostra musica. E questo contrariamente a quello che è il luogo comune che fa pensare al rock progressivo come musica solo per persone “mature”. A giugno durante un mio concerto alla fiera internazionale della musica, accompagnato dai CAP, durante l'esecuzione della Suite del Signor K. mi ha fatto piacere notare alcuni ragazzi a ridosso del palco che cantavano e mi accompagnavano nel testo … e lo sapevano tutto.

 

Alvaro Fella (2014)Veniamo ai giorni nostri: quali sono le band che ritieni valide esponenti di un discorso musicale che si possa, in qualche modo, avvicinare a quello tuo e dei Jumbo?

Non ho avuto modo di seguire molti gruppi giovani se non tramite le pubblicazioni di alcuni di essi su Facebook. Ultimamente sto suonando con i miei amici CAP (Consorzio Acqua Potabile) che mi supportano nel riproporre il materiale dei Jumbo; sono veramente ottimi musicisti con un ottimo repertorio prog. Mi piace molto anche una formazione fiorentina, seppur non giovanissima, con la quale ho diviso il palco al FIM di Genova, gli Spettri, band con la quale avevo avuto un'esperienza nel lontano 1972. Lo scorso anno hanno pubblicato un disco recuperando vecchie incisioni di quel periodo ed adesso stanno preparando un disco tutto inedito.

 

In conclusione; visti anche i tuoi ultimi impegni sul palco (tra l'altro condizionati da un fastidioso infortunio che ti ha drammaticamente coinvolto) cosa ci dobbiamo aspettare a breve termini, musicalmente parlando, da Alvaro Fella?

Per quanto riguarda gli impegni a breve termine posso anticiparti che con i miei amici CAP stiamo preparando del nuovo materiale inedito con cui andremo a realizzare un nuovo disco che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2015.

 

Alessandro Freschi

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