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18 Febbraio 2021

Le Ombre


Con piacere, riceviamo il gradito contributo sotto forma di intervista a Franco Deserto, membro fondatore della band torinese di beat, Le Ombre, operante tra il 1965 e il 1970, a cura del nostro amico Salvatore “Ursus” D’Urso, mentore, insieme ad Alberto Ezzu, dei formidabili No Strange, una delle più grandi formazioni italiane di psichedelia dagli anni ‘80 ad oggi.

Rocco Sapuppo, Direttore di Distorsioni. 

Salvatore: Io direi di cominciare col descrivere come era l'ambiente musicale di Torino, nel periodo in cui cominciarono a suonare in pubblico LE OMBRE, quale atmosfera si respirava negli anni '60 per un giovane che volesse seguire la musica, non solo da ascoltatore ma anche da esecutore e da elemento creativo.

Franco: Com' era la scena musicale di Torino negli anni '60? A parte che eravamo in piena ricostruzione dell'Italia, la musica nelle radio era prevalentemente con Claudio Villa, Nilla Pizzi ,Tajoli, Betty Curtis ecc... poi fuori dagli schemi Buscaglione e i primi urlatori, Dallara, Joe Sentieri, Mina,Celentano ecc.. invece i ragazzi della mia generazione quelli del dopo 1945 ,cominciavamo ad ascoltare dalle radio le prime canzoni che arrivavano da oltre oceano, il primo rock and roll... da Little Richard, Elvis Presley, Bill Haley, Chubby Checker con il twist ecc...mentre dall'Inghilterra cominciavano a farsi strada i Beatles con i loro primi 45 giri ,seguiti dai Rolling Stones, Animals,Troggs, Manfred Mann..ecc.. però io e la mia futura band siamo rimasti impressionati dagli The Shadows e da Little Richard...intanto a Torino nascosti nelle cantine, nascevano i primi complessini anche perché sale prove non esistevano, premetto quando abbiamo iniziato noi, all'inizio eravamo in tre con tre chitarre acustiche , tanto è vero che la prima vera uscita l'abbiamo fatta come ospiti a La Perla, ci siamo presentati con due chitarre acustiche e il solista con una elettrica (imprestata da un mio cugino), parliamo della fine del 1963; mi ricordo che era appena nevicato e noi siamo andati in corso De Gasperi, alla sala, in tram (n.10), comunque abbiamo fatto la nostra bella figura, in quella occasione ci chiamavamo  Gli Amici,  successivamente in altre occasioni sostituito in I Solitari, il nome preso da un brano solo suonato da noi. qui avevamo già chitarre elettriche, batteria e ampli rigorosamente presi a rate da Morutto. Verso la primavera del 1964 con l'ingresso del definitivo batterista, abbiamo preso il nome Le Ombre, nel frattempo io sono passato al basso. Le Ombre, sigla che tuttora io in alcune occasioni adopero, anche se sono unico superstite. Dal 1964 in poi ci siamo divertiti tenendo conto che lavoravamo tutti e quattro. A Torino suonavamo parecchio all'Augusteo, poi serate in altre sale, abbiamo aperto al Piper "Reposi" ai Dave Anthony's Moods, abbiamo fatto una estate in Veneto, suonavamo vicino a dove si esibivamo i Camaleonti con Lavezzi, e la Equipe 84, abbiamo vinto un concorso al Faro dove il premio era o un disco da incidere oppure un tot numero di serate, abbiamo scelto le serate, eravamo fatti cosi: non volevano essere comandati da nessuno. la storia sarebbe lunga e piena di aneddoti, fatto sta che nel 1970 abbiamo chiuso e ognuno ha preso la sua strada, restando amici, il solista ora vive in Australia, il batterista è morto negli anni '80, faceva il sub, l'altro chitarrista lasciata la chitarra vive a Torino, io mi sono sposato nel 1971, ho ripreso nel 2010 a tempo pieno, suonando con amici torinesi e con la band di Cuneo i BeatCircus. Comunque si pòo andare su www.bandgeneration.com, li c'è tutta la storia completa fino allo scioglimento del gruppo con le musiche che facevamo, tutte rigorosamente in "Mono".

Salvatore: Dal rock'n'roll nel giro di pochi anni si passò al BEAT e poi ancora una ulteriore evoluzione con il rock psichedelico creato da Jimi Hendrix, dai Pink Floyd e dagli stessi Beatles del periodo "indianeggiante" (con Harrison che suonava il sitar). Secondo me il periodo determinante è stato proprio in quel passaggio verso la filosofia "hippy", costruita sulla non violenza, sul "fate l'amore e non la guerra" ecc... qui a Torino come avete vissuto lo spirito dei figli dei fiori ?

Franco: Torino musicalmente incominciava ad apprezzare le band italiane anche se facevano cover delle band straniere, noi abbiamo incominciato ad apprezzare i Camaleonti tanto è vero che abbiamo fatto una cover di L'Ora Dell'Amore con un nostro arrangiamento, poi Sha Lala di Fausto Leali; come divisa avevamo copiato la parte davanti della camicia dei Camaleonti nel periodo Maiocchi che noi apprezzavamo, oltretutto con Rosanna Maiocchi c'è una amicizia di famiglie, la famosa Black Time dei Rokketti noi allora ne avevamo fatto una cover con un testo in italiano nostro che poi due anni fa ho fatto ascoltare a Santino qui a Torino, non ricordavo nemmeno che l'avevamo fatta, quindi tornando alla musica (quelli erano aneddoti ) dal rock si era passati al beat e da lì, passo breve, alla psichedelia vedi Hendrix, i Beatles, con il guru indiano. Noi abbiamo fatto la cover di San Francisco che era un po' un emblema del movimento hippie legato alla psichedelia, resta il fatto che Torino non era pronta a questo genere ed alla libertà giovanile, in Emilia, Veneto erano piuù avanti, noi successivamente abbiamo messo nel nostro repertorio il Rhythm & Blues, quello vero, poi contaminazioni di blues. I miei compagni erano un po' restii alla psichedelia, io invece che ero e sono uno spirito libero lo apprezzavo ,

Salvatore: Mia madre faceva la sarta ed in quegli anni ha lavorato molto sia con i musicisti che con gli attori un periodo molto creativo in tutti i sensi, non solo per la musica.

Franco: Certo, era bello, noi per le novità dell'abbigliamento anni '60 andavamo in Corso De Gasperi, c'era un negozio gestito da un gay, ci faceva ridere voleva sempre misurare il cavallo ai pantaloni, comunque era sempre aggiornato sugli abbigliamenti inglesi.

Salvatore: Sì, è vero... tu hai citato il Veneto e l'Emilia Romagna, infatti credo che sia l'Equipe 84 (da Modena) e soprattutto Le Orme (da Venezia), abbiano svoltato per primi verso una musica psichedelica che già presagiva ciò che avrebbe caratterizzato gli anni '70, con una ricerca profonda fatta anche sui suoni e sulla strumentazione, sempre più allargata verso nuovi orizzonti e addirittura capace di recuperare la musica classica come fonte di ispirazione : credo, ad esempio, che la classica sia stata fondamentale per gruppi come i Moody Blues, Procol Harum ed i greci Aphrodite's Child. Ma in quegli anni stava cambiando anche la scenografia dei concerti e si svolgevano spesso dei concorsi canori, voi a quali di questi avete partecipato?

Franco: Beh, giardino delle belle arti, poi al Faro (i Solitari): vinti tutti e due, poi basta non ci interessavano; il più delle volte erano legati alla gente che portavi piuttosto che alla bravura, oggi non è cambiato molto.

Salvatore: Come mai non siete riusciti ad arrivare all'incisione di un disco... non avevate le conoscenze giuste?

Franco: Se hai letto, abbiamo rifiutato il premio al Faro, abbiamo scelto le serate,c'era da scegliere tra i due premi, non volevamo stare sotto alle case discografiche, poi la cosa non ci dava fiducia, abbiamo preferito i soldi sicuri delle sale. A Torino purtroppo c'era solo la Fonit che aveva uno studio, ai tempi l'attività discografica era concentrata tra Roma e Milano.

Salvatore: Quanta amicizia c'era tra i vari gruppi musicali e quanta rivalità? O magari anche solo competizione...

Franco: Non c'erano rapporti tra i vari complessi beat, ma non per invidia: ognuno aveva il suo mondo e i suoi fans..

Salvatore: Anche mio fratello, che all'epoca suonava con i Templari e poi in altri gruppi, si ispirava molto agli Yardbirds e ai Cream... un po' come le stesse OMBRE, forse...

Franco: Un sabato pomeriggio abbiamo suonato al Bambi, Corso Unione, vicino via Passo Buole, ecco con noi un gruppo veramente bravo, assomigliavano agli Yardbirds, come musica usavano molto eco nel cantante, erano veramente bravi, mai più sentiti, mi sembra che si chiamassero gli Spitfire, noi facevamo una nostra versione di For Your Love arrangiata, su Youtube c'è. Sì, loro usavano molto distorsore, anche noi ma solo in alcuni brani.

Salvatore: Un'ultima domanda: avete poi ripreso a suonare nei tempi più recenti, comunque seguendo sempre il filone beat e rock di quel periodo magico anni '60. Secondo voi cosa è rimasto, anche nella musica odierna, di quel mondo ormai passato? Ci possono essere affinità ed evoluzioni anche nel presente?

Franco: Nei primi anni '90 ci siamo ritrovati solo in tre deii fondatori, perché il batterista era già morto, il solista era venuto in Italia dall'Australia per un mese, abbiamo registrato in montagna in acustica riprendendo i vecchi brani, aggiungendone altri ma sempre beat e rock anni '60, ho io la registrazione. Dovrò un giorno o l'altro riversare le bobine; per quanto riguarda me, sai che ho ripreso come Le Ombre al BeaTorino ,però ho dovuto prendere amici musicisti per ricreare la band, invece quando suono con i BeatCircus io sono Franco Deserto delle Ombre. Rispondo alla domanda finale: con la musica odierna per me nessuna affinità, tanto è vero, e tu lo sai bene, in giro si suonano molto di più le musiche anni '60/'70, quindi dal primo Rock al Beat, al blues infine; con gli anni '70 il rock più duro, tra virgolette, il Rhythm and Blues è stato contaminato e ha perso la sua identità, pensa a Otis Redding ,Wilson Pickett, Ella Fitzgerald,.ecc...,  il genere Psichedelico è solo per intenditori ,purtroppo ,quindi, per riassumere, se non ci fossero stati quegli anni di rivoluzione, oggi non so cosa avremmo. Un saluto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salvatore "Ursus" D'Urso

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