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30 Ottobre 2014 ,

Lo Stato Sociale La rivoluzione non passerà in tv


  lostatosociale_italiapeggiore                           I N T R O

 

A pochi mesi dall’uscita del secondo album “L’Italia peggiore” (2 Giugno 2014, Garrincha Ed.Mus.) de Lo Stato Sociale, disco che sta riscuotendo un inaspettato grande successo di pubblico (la critica, come al solito sulla band, si è divisa in due), abbiamo incontrato telefonicamente Alberto “Bebo” Guidetti. Lo Stato Sociale sta allestendo le prove del lungo tour che li porterà in giro per la penisola nel 2015.

 

 L'INTERVISTA

 

Ubaldo Tarantino (Distorsioni) - Con “L’Italia Peggiore” un po’ come in “Turisti della democrazia” avete affrontato tematiche sociali e politiche inerenti le cose che non vi piacciono dell’Italia, ma girando in tour negli ultimi due anni cosa avete riscontrato invece di positivo del nostro paese?
Alberto “Bebo” Guidetti (Lo Stato Sociale) - Girando così tanto siamo andati a conoscere delle realtà anche microscopiche che però nella loro tenacia e resistenza riescono ad operare molto sul territorio e nella realtà di riferimento, e riescono a dare una alternativa se non addirittura sostituendosi, dove non riesce ad arrivare, all’istituzione. Non lo-stato-socialeparlo semplicemente di Festival o produzione culturale, ma di persone che lavorano per 12 mesi all’anno con associazioni che si occupano di immigrazione, formazione e gente che mette su asili. Dove non arrivano le risorse stanziate dallo stato abbiamo visto che esistono persone che hanno, in realtà, infinite risorse e una energia incredibile. Per me quella è l’Italia migliore, persone che riescono  fare qualcosa di bello malgrado in qualche maniera in Italia si faccia di tutto per impedirtelo.

 

C’eravamo tanto sbagliati come il precedente Mi sono rotto il cazzo è un brano d’accusa, di denuncia, mi racconti analogie e differenze tra questi due brani?

Sono, secondo me, due brani abbastanza diversi seppur entrambi di denuncia di un qualcosa. Mi sono rotto è proprio un contenitore di cose messe assieme a tre voci (io, Lodo ed Albi) in cui, effettivamente, raccoglievamo delle diversità e delle frustrazioni di natura differente. C’eravamo tanto sbagliati è un’idea quasi completamente di Lodo ed è figlia di una nottata in cui Lodo era stanco di tante dinamiche che passano attraverso il fare la musica ma anche relazionarsi con gli altri, ed è un brano per certi versi molto più intimo come testo, che parla molto della sua frustrazione verso questo modo di fare provinciale di molte persone che ci circondano. Poi il brano si allarga e non è semplicemente autoriferito, ma sicuramente presenta una sensibilità più emotiva rispetto a Mi sono rotto il cazzo.

 

Nei vostri dischi si parla molto del vostro rapporto con le donne, mi vengono in mente Quello che le donne dicono e su questo ultimo disco Dozzinale. Il vostro rapporto con l’altro sesso sembra sempre un po’ contraddittorio, tu come lo vedi?
lo-stato-sociale-l-italia-peggiore-parigiTra l’altro io sono l’autore di Quello che le donne dicono che poi è in realtà un gioco. Le relazioni umane sono sempre molto tirate, cerchiamo sempre di prendere per i capelli tutto quanto e portarlo allo stremo e a volte da questo - vuoi perché facciamo tutti quanti delle vite veramente del cazzo, dobbiamo correre - alla fine vengono fuori dei personaggi che ti fanno dire “come sei arrivato a fare una cosa del genere?”, ed è una cosa divertente in fin dei conti. Quando esci dal pantano di una relazione, dopo il dolore pensi alle cose più stupide che sono state fatte nel rapporto amoroso, e riesci a tirare fuori delle cose che appartengono al mondo dell’assurdo, e oltre ad essere  divertentissime sono proprio le cose a cui ci affezioniamo di più, perché non siamo esattamente gente da favola di Biancaneve, ci piace vedere il teatro dell’assurdo della vita.

 

In questo nuovo disco ci sono diverse collaborazioni, da Piotta a Max Collini degli Offlaga Disco Pax etc.. Come vi è venuta l’idea di cercare certi personaggi per alcuni brani?
Con Max Collini ci conosciamo e stimiamo da tanto tempo, è un emiliano, un vicino di casa e nostro vicino anche dal punto di vista musicale, è stato un po’ il nostro padre putativo a cui vogliamo tantissimo bene non solo dal punto di vista musicale, anche umano. Max insisteva sul fargli fare qualcosa all’interno del nostro nuovo lavoro ed abbiamo deciso di fargli fare la cosa più scema del disco per buttarlo dall’altro lato rispetto al suo canone. Il Piotta, al contrario di Max è il vero filosofo della strada, nel senso chelostato rappresenta un modo di relazionarsi al mondo che sa interpretare molto bene e con ironia il nazional popolare. Penso a pezzi come Supercafone, oppure ironizzando anche su se stesso con Piotta è morto. 

 

Ma poi in realtà sa dare il giusto peso alle cose, ha girato di recente in tour sulla mafia con l’ex magistrato Colombo è una persona che sa essere, all’interno della propria leggerezza, capace di grande approfondimento, senza doverti fare la morale, che è una cosa che noi rispettiamo tantissimo e cerchiamo di fare il più possibile. Quindi cercavamo una figura che ci somigliasse ma portasse all'estremo il nazional popolare, per fargli dire “Se magna bene, si sta yeah yeah” il Piotta era ovviamente perfetto. Invece con Caterina Guzzanti è stato più un casting interno tra di noi valutando chi poteva essere una ragazza perché il brano (Instant classic) ce lo immaginavamo proprio con una voce di donna e tra i vari nomi che sono usciti quello di Caterina era quello che ci convinceva di più di tutti pur senza conoscerla. Avevamo un minimo contatto, abbiamo scritto al suo management, ci siamo visti, ci siamo parlati e lei ha accettato volentieri, anche se era un po’ spaventata dal fatto di fare la cantante per la prima volta. In realtà per noi non c’era bisogno di questo ma di un personaggio, e lei si è calata perfettamente in questo.

 

lostatoVoi siete di Bologna, secondo te quanto influisce nel vostro modo di fare musica il fatto di venire da una città come Bologna e dall’Emilia in generale, mi riferisco ad esempio anche al fatto che citavi gli Offlaga tra le vostre ispirazioni .
Mah, secondo me è davvero fondante. Tutti noi siamo sempre state persone  che non sono mai state troppo in casa, siamo gente da bar, cresciuti all’interno del movimento studentesco, appassionati del prossimo, siamo gente curiosa. Inevitabilmente, vivendo in una città come Bologna all’interno di una regione come l’Emilia Romagna assorbi un certo modo di fare, anche se si cita sempre il lato emiliano mentre i romagnoli sono una gente incredibile che andrebbe frequentata una volta nella vita. E’ una città che ti offre così tante possibilità, a cui ad un certo punto non ti puoi sottrarre, a confrontarsi con la diversità costante data dalla sua Università, con le sue oltre centomila studenti, con i tanti locali che ci sono, le mille iniziative a cui puoi partecipare, l’attivismo politico che comunque è sempre molto sentito in città. E' inevitabile che poi venga assorbito anche tu da questo mondo e quindi per certi versi hai dei tratti affini agli Offlaga o tornando indietro, agli Skiantos, ai CCCP. E’ effettivamente una terra che ti forma e riesce a dare un po’ di sè alla tua persona.

 

Cosa state ascoltando ultimamente? Dagli ascolti in furgone a questo ultimo periodo in cui state preparando il nuovo tour?
lo-stato-sociale-nuovo-album-l-italia-peggioreGuarda, siamo tutti molto diversi come ascolti per cui è molto difficile rispondere ad una domanda del genere ma, in generale, ci piacciono le cose che ci fanno divertire, tipo LCD Soundsystem che ci prendono sempre bene quando abbiamo bisogno di rilassarci. Ultimamente il nome che ci ha messo più d’accordo è stato quello di Giovanni Truppi che è un cantautore napoletano e fa delle cose molto belle, che riescono ad essere allo stesso tempo divertentissime e profondissime in maniera molto personale. Ecco diciamo che l’ultima parte dell’estate è stata dedicata all’ascolto di questo artista.

 

Ci racconti un aneddoto simpatico che vi è capitato girando in tour in questi ultimi due anni?
Beh, sorvolando sui vari problemi tecnici del tipo “non abbiamo trovato neppure l’impianto” devo dire che ce ne sarebbero davvero tantissimi, ed in un certo senso ogni serata ci ha riservato sempre qualcosa di particolare e memorabile, perché vieni a contato con persone davvero stupefacenti e questa è stata davvero una grande fortuna

 

lo-stato-sociale-collezione-estateUltima domanda: dove sarà Lo Stato Sociale tra cinque anni? A Coachella o a fare i benzinai?
Io personalmente ho grande fiducia in questo progetto ed in questo tour e quello che diventerà poi la band in futuro. Un po’ per la band, ma non solo per i cinque che salgono sul palco e si vedono nella foto, anche per tutta la gente che ci ruota intorno, che non si vede ma merita sicuramente un riconoscimento, per cui mi auguro che la cosa possa andare avanti il più possibile. Tra cinque anni spero di essere ancora sul palco perché è la cosa che mi diverte di più, mi annoio a stare a casa (ride), preferisco stare in tour e sono sicuro che tra cinque anni saremo ancora qui.  

 

 

Le date del tour Lo Stato Sociale - L’Italia peggiore 

31/10 - Rimini - Velvet Club
05/11 Padova Geox Live Club, Gran Teatro Geox
06/11 - Milano - Alcatraz
08/11 - Perugia - Urban Live Music Club
14/11 - Bologna - Locomotiv Club
15/11 - Bologna - Locomotiv Club SOLD OUT
22/11 - Torino - Hiroshima Mon Amour
28/11 - Roma - Ausgang Produzioni c/o Atlantico Live Club
29/11 - Brindisi - Dopolavoro
06/12 - Firenze - Auditorium Flog
12/12 - Catania - Barbara Disco Lab

Ubaldo Tarantino

Video

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