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18 Ottobre 2022

Haiti, l’arte e la cultura oggi


Haiti, l’arte e la cultura oggi dopo i tremendi accadimenti degli ultimi anni.

Il coraggio e la resistenza di un popolo attraverso il racconto di due giovanissimi artisti contemporanei: Mario Pierre-Louis e Louis Kervens di cui ho il piacere di farvi vedere anche le opere visive e scultoree, non ancora giunte agli occhi del patinato mondo occidentale. Haiti è stato il primo Paese del continente americano ad abolire la schiavitù, il secondo del continente dopo gli USA a dichiararsi Repubblica indipendente, nonché la prima formata da afro-discendenti. L’isola delle terre elevate, nota come “ci sono delle altre montagne dietro una montagna” (Dèyè mòn gen mòn) che gli eventi climatici stanno distruggendo del tutto assieme a una politica disastrosa è terra di Arte. Un’arte che per un secolo e mezzo ha influenzato le culture occidentali ma che oggi è lontana da qualsiasi riflettore che non sia di turismo più o meno lecito. Ne parliamo con due protagonisti delle arti visive a Port-au-Prince (nota come “La Perla dei Caraibi” ma attualmente in stato di gravissima distruzione), capitale del piccolo Stato: Louis Kervens e Mario Pierre-Louis (Atis), entrambi artisti portati in luce sui social media da Arrington De Dionyso, fondatore degli OId Time Relijun e appassionato di arte primitivista associata allo sciamanesimo, inteso come fenomeno culturale. Una conversazione che porterà in luce quanti pregiudizi ci animano e come al costo di una stampa di un Gauguin comprata in un discount sia preferibile un’opera originale per sostenere un popolo che non rinuncia alla propria identità, pur ridotto allo stremo, creando in modo autentico e libero da logiche di mercato che non siano l’amore per la creazione stessa e la necessità di sussistenza. Prestate davvero attenzione alle risposte alle mie domande, possono insegnarci quanto di più bello abbiamo perduto: l’urgenza di raccontarsi, il rispetto per la natura e la spiritualità.

(In allegato all’intervista una carrellata di opere dei due artisti e un video che ciascuno dei due mi ha cortesemente voluto inviare per raccontarsi mostrando i luoghi e i modi in cui opera).

 

 

Per sostenere Louis e Mario Pierre, acquistando le loro creazioni:

 

 

Mario Pierre-Louis:

E-Mail: mariopierrelouis26@gmail.com

https://www.facebook.com/atis.rezistans

Louis Kervens: Louisker38@gmail.com

https://www.facebook.com/louis.kervens.96

L’INTERVISTA

Dall’Ottocento gli artisti europei hanno iniziato a generare opere legate al vostro immaginario, Gauguin ma anche e soprattutto Henry Rousseau e Antonio Ligabue, le cui opere sono assai vicine al vostro immaginario ma in modo da toglierne spesso l’essenza più vitale. Allo stesso modo molti artisti da Port-au-Prince partono per gli USA con una formazione e finiscono col diventare più “banali” rispetto alla modalità di espressione originaria. Si parla molto di arte “naif” haitiana ma personalmente (e pur apprezzando Henry-Robert Brésil) amo il primitivismo animista che voi portate come un urlo 'munchiano', quasi un’invocazione espressionista e non di rado con riferimenti all’espressionismo astratto. Ecco, io nell’espressione vostra, Mario Pierre-Louis e Louis vedo una potenza che lega cielo e terra, che magari può risultare poco avvincente per un europeo sciocco, ma che per chi è vicino all’arte contemporanea può essere definita solo avanguardia. La vostra è l’autoaffermazione di chi ha posto un veto alla schiavitù e continua a far sentire il valore della propria cultura senza manicheismi di sorta. Nella vostra espressione c’è tutto il racconto afro-americano. Mario Pierre, parlami del tuo mondo creativo e della tua scuola di arte.

 

Mario Pierre: “Lavoro sulla cultura della mia casa che è voodoo e la mia mente non è voodoo, come quando dormo posso vedere un'immagine e la faccio, posso salire nel fango e andare a vedere come si muove il legno. Io lavoro con i bambini per aiutarli ad andare avanti in modo che possano diventare un qualcuno (“un qualcosa”) un domani nella comunità in cui vivo. Non è bello perché ci sono molte persone che vivono male. Vendere un lavoro per i bambini, aiuta i genitori e aiuta i genitori del bambino a pagare casa, cibo, scuola”.

Louis, parlami del mondo creativo che ti appartiene e della scuola che tu hai fondato:

 

Louis: “Per cominciare, mi chiamo Louis Kervens, sono un artista della resistenza, ho 24 anni, ho iniziato a dipingere nel 2011 e ora lavoro su cartone. So che le mie opere non hanno ancora avuto la possibilità di essere vendute, ma credo che un giorno lo faranno.

La Spagna, poi la Francia e gli USA vi hanno depredato di tutto quello che potevano. L’Italia in materia ha avuto un ruolo nefasto, visto che un navigatore del nostro popolo rese noto all’Occidente tutto quanto poteva ma in modo blasfemo, decretandone l’inizio di una sottomissione mai terminata del tutto. C’è qualche influenza della cultura di questi popoli nella vostra arte che non sia rabbia?

 

Louis: “La mia pittura non è legata a ciò, ma ho un dipinto legato ad Haiti, il dipinto è basato sul terremoto e tutti i dipinti che faccio sono sotto l’influenza di uno spirito che mi dice di realizzarli, perché spesso vedo gli spiriti che mi dicono che mi appartengono in quanto mi stanno proteggendo.”

 

Mario Pierre: “Perdonami ma i pensieri escono dalla mia testa e continuo a pensare così tanto che penso di farmi male”.

Il turismo sessuale (femminile e maschile, eterosessuale e omosessuale) nella vostra terra ha raggiunto un livello di degrado impressionante ma non è un degrado per voi, è un degrado per gli altri. Le ONG internazionali si sono macchiate di tale crimine nei riguardi del vostro popolo e non bastano le scuse, peraltro ricevute dopo decine di anni. Il mondo intero è in debito nei confronti della vostra cultura, cosa impedisce al vostro grido di arrivare al mondo occidentale?

 

Louis: “Tutto quello che posso dire è che il mio paese non ha un buon governo, quindi posso dire che ci sono ancora persone che sparano, le persone non sono sicure, le persone soffrono la fame. A causa del modo in cui il paese è, i turisti non possono visitarci, vorrei che cambiasse per chi rimane, e che dicesse: “wow, dove sta andando questo paese? E’ come se stesse camminando all'indietro”.

 

Nella vostra nazione si praticano molti culti (Jehovah, cattolicesimo, Islam, protestantesimo, Voodoo) ma nessuno di questi è immune a pratiche di magia bianca e nera. Com’è possibile spiegare all’Occidente che ciò esiste perché voi avete preservato un rapporto magnifico con la natura e dietro ogni sua manifestazione ne riconoscete il divino?

 

Louis: “Lascia che ti dica che io sono un voodoo e pratico il voodoo ma voglio spiegare che uno spirito al di sopra del divino può essere uno spirito chiamato Dental”.

L’Occidente non accetta la morte, per voi è parte di un ciclo e questo spaventa invece di portare determinazione nelle proprie vite. Cosa potreste consigliare a un occidentale per rinunciare al timore della morte?

 

Louis: “Consiglio a tutti i monaci di intendere che la morte non è nulla perché i monaci morti sono ancora vivi, il loro spirito è ancora lì, e seppur il corpo è appena stato seppellito l'anima è ancora viva in mezzo a noi.”

Voi siete stati un popolo capace di gran ribellione, cosa vi ha portato oggi a vivere in una condizione di semipresidenzialismo (l’omicidio del presidente Jovenel Moïse è ancora nella memoria nostra recente e interroga costantemente su ingerenze straniere rispetto ai destini della vostra isola)?

 

Louis: “dire“ sì, (tutto ciò) è ancora nella mia memoria, ma quello che è successo è accaduto per volere del destino.”

Port-au-Prince, come mi avete fatto vedere in una comunicazione video tramite Facebook è simile a un’enorme baraccopoli in cui non esiste propriamente “una casa”, ma è come se da una casa si finisse direttamente in un’altra e poi ancora in un’altra. C’è legame tra le vostre famiglie? In che modo cercate di sostenervi?

 

Louis: “Io lavoro e basta e il lavoro per me è l'unica soluzione per poter mantenere la mia famiglia, come consiglio per tutti i giovani come me che stanno arrivando, dico non trascurate il lavoro perché il lavoro è quello che è, è il lavoro che farà prosperare il paese.”

Qual è il ruolo della donna nella vostra cultura? Janine Tavernier, Kettly Mars, sono grandi baluardi della vostra cultura, invece l’occidente vi vede come un popolo in cui le donne sono schiavizzate dagli uomini e non hanno alcun ruolo nel vostro Paese se non nella cura dei figli, è vero tutto ciò?

 

Louis: “si”.

Affinché un artista haitiano arrivi all’attenzione del mondo deve essere riconosciuto prima dall’Occidente e questo è orrendo perché nessuno ha il diritto di giudicarvi secondo i propri parametri di valutazione. Cosa direste a un gallerista occidentale per raccontare di voi?

 

Louis: “Che dire, ho solo bisogno di aiuto per andare avanti perché non ho finanziamenti e non vendo spesso, potrei creare di più, ma la vita non me ne dà l'opportunità perché non ho un buon Governo, ho solo bisogno del quadro statale del Paese. Non date ai giovani una cornice per vivere ad Haiti, bisogna avere un cuore 👌”.

Che ruolo ha avuto Jean-Michel Basquiat (il cui padre era un contabile haitiano) nel portare attenzione su Haiti in quanto possibile fonte di una nuova forma di espressione culturale?

 

Louis: “il suo successo non regola nulla nel ruolo contabile che mi riguarda, quindi posso dire che queste persone sono soldi da mettere nelle tasche, la gente può morire di fame, quindi state attenti quando c'è un problema, chiedete aiuto, l'aiuto può venire, ma chi governa non fa nulla quando il popolo si ribella o il popolo stesso ha sconfitto me come individuo”.

La cultura occidentale vi vede come grandi consumatori di alcool e droghe. Di fatto le statistiche dicono tutt’altro e che cioè la percentuale di consumo d’alcool, tabacco e droghe di un haitiano è in media al di sotto di quella di un europeo almeno di 5-10 punti percentuali. Come si fa a spiegare a un occidentale che se non c’è da mangiare non ci sono soldi neanche per acquistare ciò che lenisce il dolore? Voi vivete attualmente una delle emergenze umanitarie più drammatiche del pianeta e nessuno vi degna d’attenzione, com’è possibile?

 

Louis: “Ti dico chiaramente che non so nulla di politica, ma so che i politici del mio Paese sono bigotti. Se qualcuno ti fa un regalo di 50 dollari, non può farlo per due giorni affinché io possa mangiare.

Claudio Milano
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