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21 Giugno 2016 ,

Pas Scarpato (Malaavia) Frammenti d’autore


pas                                I N T R O

 

Sono trascorsi diciotto anni da quando, dalle ceneri dell'ensemble etno-prog partenopeo Blue Tango ha preso forma il primo nucleo del progetto Malaavia. Nonostante un vero e proprio tourbillon di cambi di line-up, sin dalle origini il compositore-musicista Pas Scarpato si è occupato di dare continuità (con non poche peripezie) a questo ambizioso laboratorio musicale che può vantare, in quasi un ventennio di attività, la realizzazione di tre apprezzati album di studio, collaborazioni con prestigiosi artisti del panorama italiano (tra gli altri Tagliapietra, Nocenzi, Vairetti e Mauriello) e numerosi tour al fianco di band del calibro di Yes e Premiata Forneria Marconi. Alla vigilia dell'ennesimo ritorno on the road dei Malaavia, incontriamo per Distorsioni Pas Scarpato.

 

 

L'INTERVISTA

 

Alessandro Freschi (Distorsioni) - Benvenuto Pas e grazie ancora per la tua disponibilità. Il 1998 rappresenta il fatidico punto zero del progetto Malaavia. Con il supporto di due componenti (Oderigi Lusi e Egidio Napolitano) del tuo ex ensemble Blue Tango metti in piedi il primo nucleo. Quali furono i propositi artistici che vi portarono ad intraprendere nuova esperienza musicale ?

MALAAVIA (prima formazione 1998)Pas Scarpato (Malaavia) - Grazie a te, in primis. Fa sempre piacere sapere che ci siano persone che dedicano il loro tempo prezioso ai Malaavia. Dunque, torniamo all'inizio. Nel 1998 avevo già, da qualche anno, scritto tutti i brani che poi andarono a formare la scaletta del primo album “Danze d'incenso”. In verità pensavo di realizzarli coi Blue Tango, ma quei brani erano troppo lontani dagli stilemi di quella pur ottima band, così decisi di formarne un'altra. Oderigi ed Egidio mi seguirono e fu un gran bene. Eravamo stati rapiti dalle letture di Gurdjieff, Ouspensky, dalla loro scuola parigina. Quei brani sono un po' la fotografia di ciò che in quel periodo eravamo … e che in pratica ancora siamo.

 

Da cosa nasce il moniker Malaavia ?

MALAAVIA è il risultato di una lunga riflessione. Non è un nome vero e proprio, piuttosto un'evocazione. Mi piace sentirlo così. MALA nel senso di caduta, AVIA pensando a miti antichi risolti in rovinose cadute. Penso alle religioni del mondo greco o egizio, così vere eppure così fragili e apocrife. Il discorso parte da questo per poi affrontare l'Uomo e la sua liberazione interiore, scevra dal condizionamento del substrato storico e religioso, in senso stretto.

 

MALAAVIA in concerto 2Bassista, chitarrista, compositore, all'occorrenza cantante. Pas il tuo modo di essere artista è decisamente a  tutto tondo; nel corso degli anni quali sono stati i punti di riferimento musicali a cui senti di esserti maggiormente ispirato ?

La musica d'arte e la classica nelle sue varie diramazioni. Il folk del sud Italia e tutta la musica etnica. Il  grande jazz di Armstrong, Ellington e Davis. Il prog antico e nuovo. E per finire alcuni cantautori.

 

Lungo il percorso, quasi ventennale, con i Malaavia hai avuto spesso il piacere di ospitare al tuo fianco e collaborare con vere e proprie colonne portanti del panorama progressive-folk tricolore. Quali ritieni essere state le esperienze che hanno contribuito maggiormente all'evoluzione artistica dei tuoi progetti?

MALAAVIA-FRAMMENTI-COMPIUTIAdoravo gli Osanna di “Landscape of life” e “Suddance”. Incontrai per caso Lino Vairetti ad una manifestazione per giovani band napoletane, alla quale partecipavamo anche noi MALAAVIA. Esattamente dieci minuti prima stavo ascoltando “Palepoli” in auto. Un incontro scritto nelle stelle. Poi non posso non menzionare Tony Pagliuca, Francesco Magni, Aldo Tagliapietra, Sophya Baccini, Alfio Costa, Enrico Iglio, Gianni Lamagna e Giovanni Mauriello, tutti artisti che amavo e che amo ancora oggi.

 

 

L'incontro con la Ma.Ra.Cash Records ha rappresentato inequivocabilmente un crocevia fondamentale per la parabola artistica dei Malaavia. Pas cosa pensi dell'attuale panorama discografico italiano? Quanto è difficile realizzare oggi giorno un album  (e a che condizioni) per formazioni minori e di nicchia?

La musica di qualità non è per la massa e di ciò sono dispiaciuto. Le piccole etichette fanno quel che possono fare con i mezzi che hanno a disposizione. Molti gruppi, compreso il nostro, fanno sforzi enormi per arrivare a produrre un master decente ed il ricavo che ne fuoriesce quasi sempre è pari a zero. Comunque, per me, ne vale sempre la pena. Noi siamo stati fortunati ad instaurare un rapporto, quasi d'amore, con Massimo Orlandini, Raul Caprio e tutta la Ma.Ra.Cash Records. Mi auguro di riuscire a realizzare con loro un altro paio di lavori.

 

 

malaavia Cover VIBRAZIONI LIQUIDE (2008)Danze d'incenso”, “Vibrazioni liquide” e due anni fa “Frammenti compiuti” sintetizzano il frutto di un lavoro lungo diciotto anni. Sinteticamente poi parlarci di questi tre album.                         

Danze d'incenso è l'intuizione. Vibrazioni liquide il dubbio. Frammenti compiuti la consapevolezza. L'insieme di queste tre entità descrivono l'idea.

 

 

Da sempre consideri la “dimensione concerto” fondamentale per la crescita e l'affiatamento della formazione. Quanto risulta difficile nel momento storico attuale proporre esperienze live in Italia ?

Il concerto è l'apoteosi, la summa di tutte le esperienze fatte insieme. Bisognerebbe farne sempre di più. Il concerto per esistere ha bisogno del pubblico. Oggi le troppe distrazioni, specie tecnologiche, imbarbariscono “il bello delle cose”. La musica live di un certo tipo ne è vittima assoluta. Se poi ci mettiamo che i posti deputati a ciò sono pochi, i costi di gestione troppo alti, il bisogno di far quadrare i conti impellente, allora comprendi che questo mondo si rimpicciolisce sempre di più. A volte penso che ci siano più band che ascoltatori, almeno in ambito prog o jazz.

 

MALAAVIA in concerto 3Da qualche anno vivi a Bergamo ma le tue origini sono saldamente partenopee; quale è (ed è stato) il rapporto di Pas Scarpato con l'ambiente musicale della sua città?

Napoli mi ha dato moltissimo dal punto di vista emotivo e continua a darmelo, a tutti i livelli. Ho fatto esperienze bellissime e significative. Incontri straordinari. Ciò mi ha reso quel che sono. Vivo a Bergamo dal 2002, invece. E' una città piccola e con tanti problemi di gestione dei flussi migratori. Un po' come tutte le città industriali del nord Italia. La musica live è in mano a pochi e nei locali i gruppi o i solisti che girano sono sempre gli stessi, appartenenti a questa o quella “parrocchia”. E' inutile mettersi a fare il Don Chisciotte, per intenderci. Per fortuna, coi miei quattro diversi progetti artistici riesco a girare abbastanza. I Malaavia, ad esempio, hanno imparato ad organizzarsi gli eventi da soli. Questo è un gran bene. Molte volte Massimo Orlandini ci promuove presso festival o radio. Gli rendo grazie, affettuosamente.

 

MALAAVIA in concertoScorrendo i diciotto anni dei Malaavia ci imbattiamo in un perpetuo andirivieni di musicisti che di volta in volta si sono alternati al tuo fianco. Vuoi parlarci dell'attuale line-up e di quali sono i progetti a breve scadenza che vi siete prefissati ?

Non ho mai amato l'idea di una formazione fissa. A seconda dei momenti creativi, io e gli altri, abbiamo chiamato questo o quel musicista. Sovente penso che ciò sia stato pure un nostro limite. L'unico rammarico è quello di non aver avuto il tempo di realizzare qualcosa con Francesco di Giacomo, Rodolfo Maltese o Gino Evangelista. I presupposti vi erano tutti. Molte volte capita che quando si sta per cambiare o per intraprendere nuovi percorsi ci si accorge che non c'è più tempo. Così va il mondo.

 

Se tu dovessi riassumere in poche parole la musica dei Malaavia ai nostri lettori che non hanno ancora avuto modo di conoscervi come la definiresti ?

Semplicemente una musica adatta a chi non vuole urlare per farsi sentire, a chi crede che il new prog non sia solo “estetica” di un fenomeno passato, a chi cerca un “veicolo” per iniziare a conoscere se stesso. Questo è stata per noi, fin dall'inizio.

 

cover_2412016102009Al termine di questa nostra piacevole conversazione vuoi presentarci la line-up attuale dei Malaavia con cui partirai in tour ?

Oltre al sottoscritto (chitarre, plettri e voce solista) la formazione si compone di Carmelo Vecchio al basso e contrabbasso, Giacomo “Jacov” Leone alla batteria, tastiere e drum machine, Michela Carobbio al pianoforte, tastiere e voce, Pasquale Brolis al sax, clarinetto e chitarra acustica, Helena Biagioni voce solista e flauto traverso, Matteo Bianchetti alle percussioni. Questi sono i Malaavia 2016.   

 

 

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Alessandro Freschi

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