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24 Gennaio 2013

MOSTRE – Rewind: 50 anni di Fender in Italia 16 novembre 2012 – 3 febbraio 2013, Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica


fender manifesto-mostraIl Museo della musica di Bologna celebra i 50 anni del marchio Fender in Italia con una mostra inaugurata il 16 novembre scorso, che rimarrà aperta fino al 2 febbraio 2013, ideata dalla Casale Bauer e curata da Luca Beatrice. "Fender è uno di quei marchi che fa pensare immediatamente alla musica rock. È uno stile di vita, un segno di riconoscimento, uno strumento dall’inconfondibile design: Fender è infatti la 'rock guitar' per eccellenza”, dichiara il curatore nelle note di  presentazione della mostra. Il percorso espositivo è suddiviso in varie sezioni. Una parte è dedicata alle opere d’arte ispirate alle chitarre Fender, ovvero una serie di chitarre customizzate e reintepretate da ventuno artisti contemporanei italiani e internazionali che propongono altrettante opere d’arte di vario genere, installazioni, dipinti, collage. Un’altra sezione presenta una scelta di fotografie di Guido Harari, Efrem Raimondi, Caterina Farassino e Paolo Proserpio che immortalano i musicisti che dagli anni ’60 a oggi hanno contribuito all’evoluzione della storia musicale italiana, tra i quali Adriano Celentano, Franco Battiato, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Giorgio Gaber, Maurizio Vandelli e ancora i Subsonica, i Linea 77, i Marlene Kuntz, Frankie Hi-Nrg Mc, gli Afterhours, i Litfiba.

 

Lungo tutto il percorso una serie di video propongono poi le performance dal vivo di alcuni di questi musicisti. La mostra, tra l’altro, è collocata nelle sale del Museo della musica per cui le chitarre Fender si alternano a clavicembali, ghironde e altri strumenti e cimeli musicali antichi appartenenti alle collezioni del museo, ricordando così il percorso evolutivo che in fondo conduce alle chitarre elettriche ma creando anche un netto effetto di contrasto che un po’ disorienta a scapito dell’esposizione temporanea, la quale forse avrebbe tratto maggior vantaggio dall’essere riunita in spazi contigui e dedicati. In ognifender 3 caso, le opere esposte sono tutte decisamente interessanti, in particolare alcune tra le chitarre reinterpretate, come la Fender “impacchettata” di Ugo Nespolo, il dipinto Stairway To Heaven di Giuseppe Veneziano, che raffigura Dante mentre impugna una chitarra, e il Discobolo fenderista, opera di The Bounty Killart.

 

Un accompagnamento didascalico al percorso della mostra racconta un po’ di storia della casa, da quando Leo Fender nel 1946 ebbe l’intuizione di creare un nuovo modello di chitarra elettrica, a corpo pieno, migliorando così notevolmente le prestazioni rispetto alle pre-esistenti acustiche elettrificate a cassa vuota. Nel giro di pochi anni i modelli storici erano già tutti disponibili sul mercato: la Telecaster, la Esquire e poi il Precision Bass nel 1951, la Stratocaster nel 1954. Ma l’Italia non era pronta a tale innovazione. Nel nostro fenderpaese la Fender arriva nel 1962 quando Giovanni Bauer se ne assicura la distribuzione esclusiva per la sua società, la M. Casale Bauer. Proprio da Bologna Bauer in quello stesso anno parte, caricando gli strumenti sulla sua macchina, per cercare di vendere le chitarre nelle città italiane. Riesce a venderne solo due, una a Roma e una a Napoli.

 

"Non piacciono", ricorda i commenti dei negozianti sulla forma strana del corpo di questa chitarra, e lui stesso nutriva qualche perplessità, "sembra un fantasma". Ma intanto il rock, per il quale le chitarre elettriche sono senz’altro più adatte, sta arrivando anche in Italia sulla scia dei Beatles. Poi Jimi Hendrix si esibisce con la sua Stratocaster a Woodstock e garantisce al marchio una notevole visibilità. Tuttavia Fender nel 1965 vende la società alla CBS. E’ l’inizio del declino causato dalla scarsa cura nella produzione da parte dei nuovi proprietari che durerà fino al 1985 quando la Fender passa in nuove mani, quelle difender William “Bill” Schultz, che la riporterà agli originari livelli qualitativi e a consolidarsi tra i marchi leader nel settore.

 

 

 

 

Rossana Morriello

Video

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