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11 Febbraio 2012

MOSTRE – Da Bacon ai Beatles: nuove immagini in Europa negli anni del rock 16 novembre 2011 – 12 febbraio 2012, Museo della Permanente, Milano


Si svolge dal 16 novembre 2011 al 12 febbraio 2012 la mostra “Da Bacon ai Beatles: nuove immagini in Europa negli anni del rock”, presso il Museo della Permanente a Milano, che presenta un’esposizione di 70 opere di artisti che negli anni ’50 e ’60  "lavoravano a tempo di rock”. L’idea nasce da una precedente mostra, proprio di quel periodo, “New Images of Man”, ospitata al Moma di New York nel 1959. In quell’occasione, nella città americana si incontrarono 23 artisti, tra pittori, scultori, autori, europei e americani, interessati al tema della figura umana, dell’uomo ma inteso come rappresentativo del turbamento che caratterizzava la metà del secolo. Per dar voce a questo turbamento, premonitore dei grandi cambiamenti e del fervore degli anni '60, la pittura si fa frammentaria, basata sulla sottrazione, sulla scomposizione della figura. Proprio con questi artisti del Moma si apre la mostra milanese, che nella prima sala ne ospita alcuni quali Francis Bacon, Alberto Giacometti, Jean Dubuffet, il Gruppo Cobra, per poi rivolgersi nelle sale successive agli anni '60 e alla relazione tra arte e rock. Per rafforzare il legame tra l’arte e la musica, il percorso della mostra è accompagnato da un audio-guida nella quale i curatori, Chiara Gatti e Michele Tavola, oltre a spiegare alcune delle opere esposte, sottolineandone i motivi che le legano al rock, hanno selezionato una colonna sonora che va dagli esordi di Elvis con la Sun Records nel 1954 all'ultimo album dei Beatles, “Let It Be”, del 1970, passando per Chuck Berry, Pink Floyd, Doors, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e così via.

 

L'audio-guida riproduce, inoltre, spezzoni di documenti sonori dell’epoca, interviste, stralci di trasmissioni radiofoniche e di film. Per cui, per esempio, quando la voce della guida nelle cuffie ci spiega che nella surreale scultura “Susi e l’albero”, creata da Alik Cavaliere
nel 1969, la pioggia richiama Riders on the storm, il brano dei Doors parte in sottofondo, oppure quando siamo davanti alla bandiera americana con i corpi straziati oggetto del quadro “Old Glory”, dipinto da William Utermohlen nel 1970, e la guida ci dice che fa pensare a Hendrix, la sua versione dell’inno americano, suonato sul palco di Woodstock, fa da accompagnamento sonoro alle parole. Il legame tra la opere esposte è in alcuni casi evidente, in altri meno, quindi il supporto dell’audio-guida (peraltro inclusa nel prezzo del biglietto) è decisamente utile. E’ molto evidente in opere come il ritratto di Joan Baez dipinto da Giuseppe Guareschi tra il 1959 e il 1962, la cui didascalia audio ci ricorda anche la chiara presa di posizione della Baez contro la guerra che le fece perfino cantare in italiano la canzone di Mauro Lusini, portata al successo da Gianni Morandi, C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Né lascia spazio a dubbi il dipinto di Richard Hamilton, della serie “Swinging London”, che ritrae Mick Jagger e Robert Fraser durante il loro arresto per possesso di droga dopo essere stati a un festino da Keith Richards. Hamilton, amico di Paul McCartney, fu anche l'ideatore della copertina del “White Album”  dei Beatles. 

 

E i Beatles, com'è ovvio, sono presenti in mostra anche con la copertina di “Stg. Pepper's Lonely Hearts Club Band”, opera del 1967 di Peter Blake, considerato insieme a Richard Hamilton tra i grandi esponenti della pop art inglese, movimento che anticipa la pop art americana. La copertina dell’album, suggerita da Paul McCartney, è, come si sa, un capolavoro di inventiva in quanto riproduce i volti dei personaggi significativi secondo la visione del mondo del quartetto di Liverpool. Ne furono esclusi all’ultimo momento, su richiesta perentoria della EMI, Adolf Hitler per evidenti ragioni di opportunità e Gandhi perché avrebbe potuto compromettere le vendite in India. L'opera vinse il premio Grammy come migliore copertina per album del 1968,  e fu acquisita in quell'occasione dalla Permanente. Diversi gli italiani in mostra, tra cui Valerio Adami, esponente della pop art, con il quadro “Privacy (Gli omosessuali)” del 1965, i cui colori accesi e acidi, secondo i curatori della mostra, rimandano al rock di quegli anni, e Mario Schifano, legato alla musica anche per il suo gruppo, Le Stelle di Mario Schifano,  con l'opera “Bisogna farsi un'ottica (Franco Angeli, Tano Festa) del 1965.

Rossana Morriello
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