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9 Dicembre 2014

MOSTRE: “Women of Vision, le grandi fotografe di National Geographic” 25 ottobre 2014 – 11 gennaio 2015, Torino, Palazzo Madama


Women-of-vision-mostraE’ in corso dal 25 ottobre all’11 gennaio 2015 la mostra “Women of Vision: le grandi fotografe di National Geographic”, ospitata presso la Corte medievale di Palazzo Madama, a Torino. La mostra, curata da Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia, inaugura una collaborazione tra la Fondazione Torino Musei e il National Geographic Italia. Al piano terra di Palazzo Madama, nel cuore di Torino, sono esposte 99 fotografie scattate da 11 grandi fotografe, apparse in reportage sulla prestigiosa rivista. Una raccolta di immagini straordinarie che raccontano storie di vita contemporanea viste attraverso l’occhio femminile, con una percezione, quindi, peculiare, che a volte costituisce un punto di vista privilegiato. Le didascalie che accompagnano il percorso della mostra ci introducono, difatti, con le parole delle stesse donne autrici dei lavori esposti, in un universo non così noto, quello della professione della fotografia al femminile.

 

WOV -JODI COBB1Si tratta di donne che hanno dovuto spesso lottare per affermare le loro competenze e ritagliarsi un posto in una professione considerata prevalentemente maschile, soprattutto in passato. Ancora oggi, tuttavia, nonostante le discriminazioni di genere siano ormai superate e le collaboratici della rivista siano numerose, le donne in staff al National Geographic sono soltanto quattro. Jodi Cobb, il cui lavoro nel frattempo è diventato leggendario, racconta delle difficoltà iniziali in tal senso ma anche di come ben presto si sia resa conto che l’essere donna poteva in realtà WOV -STEPHANIE SINCLAIRrappresentare un vantaggio. L’occasione è stata un reportage sulla realtà delle donne saudite, un mondo al quale lei, in quanto donna, e a differenza dei suoi colleghi uomini, avrebbe potuto avere accesso. Lo ribadisce anche Stephanie Sinclair, autrice di un reportage sulle spose bambine, ospitato nel 2012 nella sede dell’ONU, di cui alcune impressionanti fotografie sono esposte a Torino, e di numerosi scatti dedicati al mondo femminile, a cominciare da quella che campeggia sui poster e sulle immagini pubblicitarie dell’evento torinese, scattata nel 2011 nello Yemen.

 

Accanto alla riflessione sull’essere fotografa donna, l’altro tema che emerge prepotentemente dal percorso della mostra è la necessità della fotografia come scelta di vita, come irrinunciabile mezzo di espressione e di comunicazione. Queste donneWOV -lynsey addario dedicano lunghi periodi della loro vita immerse nelle realtà che intendono raccontare, spesso lontane da casa, in mezzo a guerre o situazioni di sofferenza, con l’intento di avvicinare quelle realtà a chi non le può vedere, a chi non le vive direttamente, per far conoscere, sensibilizzare, anche spingere all’azione. Diverse delle fotografe in mostra sono o sono state, infatti, fotografe di WOV - Amy Toensing1guerra: oltre ai nomi già citati, in particolare Lynsey Addario in Medio Oriente e Africa e Maggie Steber in Rhodesia. Le altre documentano paesaggi naturali e popoli lontani, oppure contesti urbani, riti e cerimonie o il disagio sociale e laMaria Lionza sofferenza: sono Amy Toensing, Erika Larsen, Beverly Joubert, Lynn Johnson, Diane Cook, Carolyn Drake, Kitra Cahana. Tutte donne pervase dal senso di responsabilità sociale che emerge come caratteristica fondamentale del loro lavoro ma anche dall’amore e dalla passione con la quale svolgono la loro professione, poiché “l’essenza della fotografia è riversare nell’immagine ciò che hai nel cuore”. E, in effetti, le fotografie esposte in Women of Vision parlano col cuore, e con cuore di donna.

 

Rossana Morriello
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