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8 Novembre 2012 ,

Julian Cope WODEN

2012 - Head Heritage
[Uscita: 1/09/2012]

Julian Cope “WODEN”  1.9.2012 – Head Heritage Julian Cope è uno dei miei eroi musicali. È l'uomo che ha scritto capolavori come Reynard The Fox, Strasbourg, Bill Drummond Said, Greatness & Perfection, World Shut Your Mouth... e mi fermo, perchè l'elenco diventerebbe troppo lungo e palloso. È, per come la vedo io, una delle migliori espressioni del pop inglese, uno che ha il dono di scrivere canzoni che ti entrano nel cervello e non lo lasciano più. È un intellettuale, un fine conoscitore della musica degli ultimi decenni, con un particolare interesse per il kraut-rock, sul quale ha scritto un saggio reputato indispensabile, un cultore dell'esoterismo e delle tradizioni druidiche. È matto come un cavallo: in un concerto fantastico di qualche lustro fa, al vecchio Palasport di Torino, si presentò arrampicato su una specie di trespolo sul quale era montato il microfono. Si venne a sapere che in quel periodo si sentiva un uccello... Notizie più o meno accreditate lo descrivono al luttuoso G8 di Genova, in panni druidici, con un manipolo di seguaci nello stesso abbigliamento. Quel che è certa è la sua militanza ambientalista, antiglobalista e anticapitalista e, almeno da questo punto di vista, non è matto neanche un po'.

 

Tutta 'sta pappardella per preparare un colpo duro: questo disco, per dirla con Fantozzi, è una boiata pazzesca! In effetti, per fortuna, non è “il nuovo album di Julian Cope”. Si tratta di una registrazione ambientale effettuata nel 1998 nelle vicinanze di Yatesbury, nella contea di Wiltshire, utilizzando un vecchio sintetizzatore VCS3, anche come microfono. In pratica sono 72 minuti di rumore bianco, sibili, strane melodie in sottofondo, tra cui si possono distinguere le campane del villaggio, Yatesbury, appunto. Julian lo consiglia come “aiuto alla meditazione”. Sarò un arido, ma a me fa un effetto assolutamente e unicamente soporifero. Resto in fiduciosa attesa di un nuovo disco “vero”. Nel frattempo rimetto sul piatto “Fried”, così, tanto per disintossicarmi...      

Luca Sanna
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