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20 Gennaio 2012 , ,

Ani DiFranco WICH SIDE ARE YOU ON?

2012 - Righteouse Babe Records
[Uscita: 17/01/2012]

 

 

                                                                  

# Consigliato da DISTORSIONI

Dopo tre anni di silenzio, durante i quali è diventata madre e si è trasferita nella tormentata città di New Orleans, ritorna la cantante folk americana Ani DiFranco con un disco fra i migliori della sua cospicua produzione, 22 dischi in 23 anni di attività e tutti per la sua etichetta, a testimoniare la voglia di mantenersi indipendente e di non piegarsi alle logiche di mercato. Ani ha fatto del radicalismo politico e della lotta contro razzismo, sessismo, disuguaglianza e per i diritti civili e sociali e per l'ambiente   la sua ragion d’essere inserendosi in quella gloriosa tradizione americana della canzone di protesta che, partendo da Woody Guthrie e Pete Seeger, vanta una folta schiera di grandi musicisti  da Dylan a Joan Baez, da Tom Paxton a Eric Andersen. E questo suo nuovo “Wich Side Are You On?” non a caso nasce sotto gli auspici di Pete Seeger, il mentore e il padre musicale e spirituale della DiFranco:  il 92enne musicista newyorkese suona il banjo nella canzone che dà il titolo al disco e che, composta negli anni Trenta da Florence Reeve, moglie di un minatore sindacalista, è stata uno dei suoi cavalli di battaglia. Nella grintosa versione presente nell’album, Ani Di Franco rimodella il testo per renderlo attuale al momento storico presente e alle lotte del movimento Occupy: il testo è un invito a non tirarsi indietro, a sconfiggere i pirati del libero mercato lottando nelle strade, ma anche utilizzando il voto.  La musica accompagna splendidamente questo inno folk con il banjo di Seeger in evidenza e una pulsante batteria che imprime alla canzone un ritmo da marcia, mentre il testo invita a schierarsi e combattere: “sei parte della soluzione o del problema, da che parte stai?”. Anche in altre canzoni si affrontano temi politici e sociali, con uno sguardo molto umano ed empatico verso il mondo degli ultimi, come nella bellissima Life Boat, New Orleans che tenta di risollevarsi dal disastro di Katrina vista con gli occhi dolenti di una donna che vive in strada e qui il canto si fa intenso e drammatico, accompagnato da una chitarra distorta che dà intensità al brano.

 

La libertà sessuale:  la DiFranco dichiara apertamente la propria bisessualità in Promiscuity, canzone che mette in discussione il dogma della monogamia e dall’accattivante arrangiamento quasi jazzistico;  la rivendicazione del diritto all’aborto e dei diritti civili è il tema invece della sommessa Amendment:  la chitarra di Ani non solo in questa canzone abbandona la furia punk dei precedenti album per adottare un delicato finger-picking. In si critica Obama per il suo atteggiamento remissivo verso la BP per la fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico.  Ma non solo testi diretti e combattivi, in questo disco Ani DiFranco ci rivela la sua anima più intima e delicata dedicando al sentimento d’amore verso il marito l’intensa Hearse, con versi dallo strano sapore,  “ti seguirò nell’altra vita come un cane dietro un carro funebre”;  in If Yr Not il tema  é quello dell’avanzare della vecchiaia e della strada per viverla gioiosamente. Non c’è dubbio che Ani DiFranco sia tornata con un disco bello e combattivo, che se affronta temi di stretta attualità, lo fa dimostrando ottima capacità di scrittura di canzoni che si fanno amare non solo per i testi, ma anche per la musica, per la capacità di creare melodie e per la qualità degli arrangiamenti. Insomma, l'avete capito, noi siamo dalla parte di Ani.

Ignazio Gulotta
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