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5 Gennaio 2017 , ,

Oozing Wound WHATEVER FOREVER

2016 - Thrill Jockey
[Uscita: 14/10/2016]

Stati Uniti

 

Per il loro terzo lavoro in studio Oozing Wound da Chicago ha deciso di lasciare dietro la porta dello studio di registrazione ogni pregiudizio musicale per incidere l’opera metal totale: dal trash al black metal e ritorno. Nasce così “Whatever Forever” che trattiene nei suoi 84 minuti circa di sulfumigi musicali il segreto dell’eclettismo lasciando invece in noi la sensazione che in quel percorso dal trash al black metal di cui sopra qualcuno abbia inciampato. Non che con il sintagma “Whatever Forever” il pubblico non fosse già stato messo correttamente sul chi va là dai coscienziosi musicisti americani. È solo che se qualcuno li ha definiti «Nirvana del trash» prima del primo ascolto un pochino le gambe tremano. Non sappiamo se l’appellativo sia meritato o se il Nirvana in questione - più che la famosa band del biondo di Seattle – si riferisca ad un noto rivenditore di incenso nella periferia est di Chicago. Sappiamo bene però che al primo attacco di Rambo 5 (Pre-Emptive Strike) l’indecisione dell’aspettativa lascia il passo alla certezza della mediocrità tra stacchi furbetti, distorsioni sciatte (non finto-sciatte) e un effluvio di power chord neanche fossimo ad una celebrazione davanti al monumento dell’adolescente ignoto.

 

Proseguendo nell’ascolto la situazione non migliora nonostante il generoso tentativo fatto con Everything Sucks ma soprattutto con My Life Is a Lie e Sky Creep le quali tentano di gettare un pochino di polvere black metal nelle orecchie dell’ascoltatore ma sono lì più a esibirsi in un pezzo di bravura al gioco delle tre carte che non a costruire melodie in odore di dannazione. Va tuttavia detto che i riff sono potenti, le note ben scelte ma tutte delittuosamente autocelebrative. Deep Space deve essere di certo stata scritta davanti ad uno specchio in una palestra affollata dell’Illinois. Nonostante il tono apparentemente sprezzante non si tratta solo di sortite icastiche di un commentatore che ha gradito poco, si tratta di una vera e propria scelta di campo costruita a forza di uscite connotate da un tale kitsch che anche le vacche d’alpeggio di sorrentiniana memoria cesserebbero di scampanellare per tornare nella stalla con le pive nel sacco: tanto vale la tambureggiante pioggia riprodotta dagli urli chitarristici in coda a Weather Tamer, in un combinato disposto, come si usa dire negli ultimi mesi, che meriterebbe maggiore risonanza e imperitura fama.

 

A impreziosire il fine ordito concorre anche Diver sulla quale insiste una voce diseducata che infierisce a sua volta su una laringe scrostata a forza di strappi, tanto che ogni ascoltatore, anche solo lateralmente incline alla solidarietà che ogni uomo dovrebbe spartire con il proprio simile, non può che affrettarsi ad acquistare una copia dell’opera in questione al fine di permettere a Zack Weil di realizzare il suo sogno nel cassetto e regalarsi finalmente un nuovo apparato fonatorio. Eppure a dare un'occhiata al videclip realizzato per la stessa Diver non si può che ravvisare una speciale ironia di Oozing Wound, una necessaria distanza da una follia cialtrona che non possiamo che imitare per esorcizzare, per non esserne esorcizzati. In questo senso “Whatever Forever” è un disco completamente populista, consapevolmente votato allo scacco dell’intelligenza. Non è possibile in questo senso un uso migliore a scopo sovversivo dell’estetica pop secondo la regola MTV. Solo che qui le strizzate d’occhio sono prodotte da esseri deformi, gli autori sono volutamente all’ultimo stadio dell’intelligenza prima che tutto cada nella grande risata dell’appagamento ebete e non c’è salvezza possibile. Tutti argomenti che abbiamo rilevato e apprezzato ma che non sono sufficienti a produrre quella catarsi estetica che il trio di Chicago vorrebbe scatenare.

 

Voto: 6/10
Luca Gori

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