Migliora leggibilitàStampa
20 Febbraio 2013 , ,

Bonnie "Prince" Billy / Dawn McCarthy WHAT THE BROTHERS SANG

2013 - Drag City/Palace Records
[Uscita: 19/02/2013]

bonnieprince billyChe si voglia chiamare alternative country, indie o indie-folk, quello che l’instancabile songwriter Will Oldham/Bonnie “Prince” Billy ci elargisce generosamente ed a livelli qualitativi sempre alti dalla fine del secondo millennio, tutto questo lo ritroverete anche in questo suo nuovo fragrante lavoro inciso con la graziosa Dawn McCarthy (già artefice di Faun Fables), compagna di vita e d’arte, sua corista e collaboratrice in passato già in “The Letting Go”, nell’EP  “Wai Notes” e nel sette pollici “Christmas Eve Can Kill You”.  Con “What The Brothers Sang” Bonnie e Dawn hanno voluto realizzare un sentito tributo ai celeberrimi fratelli Phil e Don Everly, poco noti oggi probabilmente ai più, ma che nei ’50 e ’60 partono dal Kentucky (stessa terra d’origine di B.P.Billy) per elaborare una sopraffina arte vocale a due che risulterà fondamentale ed influenzerà  tanti artisti americani ed inglesi, Simon & Garfunkel, The Hollies, gli stessi Beatles, The Beach Boys, sino a Nick Lowe, Dave Edmunds, che sull’abilità dell’armonizzazione a due e tre voci baseranno una delle componenti della loro fortuna artistica.

 

Bye Bye Love, Wake Up Little Susie, All I Have to Do Is Dream,  Bird Dog, ('Til) I Kissed You, When Will I Be Loved sono solo alcuni dei brani più noti e coverizzati degli Everly Brothers, che pescarono anche nel rock’n’roll, nel folk-rock, nel soul, nel beat inglese e nel rockabilly. Ma nessuna delle suddette songs compare in questi tredici brani improntati ad armonie-duetti vocali freschi e rigeneranti, ma anche ad ispirate performance individuali: Bonnie "Prince" Billy e Dawn McCarthy rivisitano qui la side prettamente country della produzione degli Everly Brothers, alcuni loro brani meno noti, originali e non: il disco più che omaggiare i brani autografi di Don e Phil, sembra rispondere semplicemente ad unaDawn-McCarthy-and-Bonny-Prince-Billy scelta del tutto personale ed affettiva di Bonnie e Dawn all'interno del loro immenso repertorio discografico, anche di classici non originali incisi negli anni '60, come una What Am I Living For (Art Harris/Fred Jay) che ha ricevuto nel corso dei decenni svariate rivisitazioni, tra cui quelle di The Animals, Percy Sledge, Solomon Burke.

 

Sul tutto è apposto come era prevedibile il marchio di fabbrica del ‘principe’, che enfatizza insieme alla brava Dawn il pathos indolente e rilassato tipico del country ed il mood intimistico della folk-music sino alla costruzione di atmosfere incantate ed incantatorie, dal taglio quasi spirituale, per le quali vale bene la pena rispolverare, come nel caso dei favolosi Beachwood Sparks, la suggestiva etichetta di 'cosmic American music' coniata per la prima volta dagli addetti ai lavori per definire le gesta country rock di Gram Parsons. Anche per questo disco, prodigo di sonorità naturali e concilianti come quelle del mandolino e della fisarmonica, Bonnie si è circondato di numerosi e valenti musicisti del giro rock, folk e country americano quali Emmett Kelly (Cairo Gang), Dave Roe, Kenny Malone, Matt Sweeney, Nils Frykdahl (polistrumentista e cantante partner in Faun Fables di Dawn McCarthy), Pete Townsend, Billy Contreras, John Mock, Dan Dugmore, John Catchings, Bobby Wood, Joey Miskalin, Ian McAllister, Joey Baron, Dr. Chris Vivio, Noah Tag.

 

Dawn-and-BonnieI due unici episodi pimpanti all’interno del suddetto magico panorama pastoral-country sono il folk-zydeco Milk Train, con tanto di fisarmonica a condurre le danze e Somebody Help Me, classic song  di Jackie Edwards rivisitata dagli Everly Brothers negli anni ’60 ma portata ad un clamoroso successo dallo Spencer Davis Group di Stevie Winwood: qui Bonnie e Dawn la eseguono molto vicina al mood beat della band inglese. Alla fine, una splendida Kentucky, di Karl Davis, probabile omaggio del principe al suo stato natio, sigilla un disco che ha il raro dono di riconciliare l'ascoltatore con se stesso, che sa di fienili inondati di sole, di abiti rustici campagnoli di altri tempi, come il cappellino con veletta che Dawn McCarthy sfoggia con disinvoltura in copertina. Una boccata d'aria purissima, di questi tempi davvero preziosa, oltre che un'occasione rara per riscoprire l'arte vocale di Don e Phil Everly.

Voto: 7.5/10
Pasquale Wally Boffoli

Video

Inizio pagina