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1 Luglio 2016 , ,

Sumac WHAT ONE BECOMES

2016 - Thrill Jockey
[Uscita: 10/05/2016]

Stati Uniti  #consigliatodadistorsioni   

 

sumac coverAd un anno di distanza dalle devastazioni soniche di “The Deal”, pubblicato dalla Profound Lore Records, i Sumac di Aaron Turner approdano alla Thrill Jockey per dare alle stampe il seguito intitolato “What One Becomes”, confermando l'impianto di un progetto solido e duraturo che non può essere più considerato come un semplice esperimento destinato ad esaurirsi nel giro di un solo album. Aaron Turner (Isis, Old Man Gloom), Nick Yacyshyn (Baptists) e Brian Cook (Russian Circles) mettono in campo una perizia tecnica indiscussa realizzando un flusso di musica feroce, dalla forte densità oscura e claustrofobica, dove la cadenza ipnotica della scansione ritmica induce improvvise accelerazioni e dove il suono è sempre un muro che si vorrebbe scalare con le unghie per poter prendere fiato anche per un istante, senza riuscirci mai. Perchè What One Becomes è una stanza vuota dove non filtra mai la luce e dove le pareti restituiscono l'eco dell'urlo di chi è prigioniero e grida disperato supplicando di essere liberato.

La potenza che si sprigiona è paragonabile ad una forza disumana sostenuta dalle frequenze dell'apocalisse: Turner, Yacyshyn e Cook mettono su nastro cinque lunghe tracce registrate nei locali di una chiesa sconsacrata con l'ausilio di Kurt Ballou dei Converge che si è occupato della produzione, assecondando la natura belluina di questa sorta di malato stream of consciousness. 

 

sumacYacyshyn e Cook costruiscono una spietata macchina ritmica in cui si ritrovano le stesse destrutturazioni dei Converge, grazie soprattutto all'apporto di Nick Yacyshyn, batterista estremamente dotato, e che Ballou in persona ha consigliato ad Aaron Turner il quale aggiunge un suono monolitico ed incorruttibile. Il clangore metallico di Image Of Control ci avverte che il viaggio sta per iniziare, mentre voci lontane sembrano intonare l'inizio di un rituale esoterico avvolto da nebbie Sunn O))), prima che al collo si stringano le spire di un esiziale doom che ricorda le atmosfere di “Clearing The Path To Ascend” degli YOB.

Rigid Man ha un'anima immersa in una soluzione di black metal e hardcore, mentre Clutch of Oblivion parte da uno spleen vicino ai Mogwai prima che sulle desolazioni dello spirito si innalzino le insegne dell'inferno. La lunga trance di Blackout è una ulteriore prova sumac1di forza marziale, con un avvilupparsi progressivo di tensione, mentre in chiusura Will to Reach è la tempesta che spazza via tutto, l'Omega, il Diluvio Universale che rigenera attraverso la distruzione. 

What One Becomes è un album complesso il cui ascolto deve prevedere vari passaggi prima di riuscire a conquistare i paesaggi nascosti all'interno delle cavità asfittiche di un suono primordiale. Rispetto a The Deal, il punto debole è dovuto ad alcuni avvitamenti di troppo che appesantiscono inutilmente la durata dei brani, oltreché ad una struttura armonica complessivamente tetragona e priva di elementi di vera novità, anche a causa di un genere che non si presta di per sé a grandi cambiamenti. Nonostante ciò, l'ascolto è consigliato. Magari in cuffia, possibilmente di notte. 

 

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

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