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29 Novembre 2022

Dead Cat In A Bag We’ve Been Through

2022 - Gusstaff Records
[Uscita: 16/09/2022]

Nel 2018 usciva l’ottimo “Sad Dolls And Furious Flowers” dei Dead Cat In A Bag, album che ibridava la musica con suggestioni di letteratura e poesia intrisa di una sorta di oscuro romanticismo western gothic. Il fascino della scrittura dei Dead Cat In a Bag è quella di scandagliare le vite di personaggi collocati su una messa in scena allegorica in cui ciascuno costruisce ogni giorno la propria redenzione, camminando a piedi nudi sui cocci di una infinità di bottiglie rotte. Il nuovo “We've Been Through” prosegue il cammino lungo sentieri stretti che delimitano paludi, chiese scoperchiate dalla furia dei venti, case di frontiera scorticate dalla desolazione e ripari di fortuna contro il gelo di notti che arrivano all’improvviso. Le dieci canzoni, tra cui il traditional Wayfaring Stranger e la cover di Leonard Cohen Hunter’s Lullaby, conducono verso un ascolto immersivo nella sua capacità di costruire quadretti noir e grotteschi come una marcia funebre gospel. L’attitudine della scrittura deraglia dai confini della canzone per spingersi verso una ideale rappresentazione in cui si avvicendano attori e comparse le cui vite si consumano di volta in volta su fondali logori come un sudario. Insieme a Luca Swanz Andriolo, Scardanelli e Andrea Bertola We've Been Through”, prodotto dalla band insieme a Carlo Barbagallo, vede la partecipazione di musicisti del calibro di Gianni Maroccolo (in The Cat Is Dead), di Liam McKahey e Ramon Moro, solo per citarne alcuni. Il risultato è quello di un legame geografico tra l’America, con il blues come base di partenza di tutta la poetica di Tom Waits, sino ad approdare verso sponde mitteleuropee alla ricerca delle maschere brechtiane indossate da Nick Cave. L’opener The Cat Is Dead è uno stomp dal sapore di serate alcoliche passate a dimenticare tutti gli errori irreparabili, il testo della successiva From Here è la poesia “Da Qui” di Federico García Lorca. Il brano vive dei contrappunti degli archi che creano una sospensione cameristica entro cui si colloca la voce obliqua di Swanz: «Dite ai miei amici / che sono morto. L’acqua canta sempre / sotto il tremore del bosco». Liam McKahey canta in Lost Friends (uno dei momenti più significativi della tracklist), donando al brano incredibili nuances vicine al Bowie di “Blackstar” avviluppate da stranianti lacerazioni di decadenza ed ineluttabilità. Toccante è poi Hunter’s Lullaby (impreziosita dal flicorno di Ramon Moro) simile a una ballata da fine del mondo in cui alla voce e al banjo si aggiunge una sezione d’archi che amplifica l'emotività con grande misura. In chiusura troviamo l’omonima We’ve Been Through con la tromba di Enrico Farnedi a disegnare un triste cielo mariachi che sa di addio. Il lirismo di “We've Been Through” risiede tutto nelle pieghe di un viaggio tortuoso alla ricerca della propria anima tra le tante dannate o, semplicemente, senza nome perché dimenticate dal mondo. L’album è una riuscita saldatura tra musica, cultura e drammaturgia della contemporaneità, collocandosi tra le uscite più interessanti dell'anno.

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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