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19 Marzo 2012 ,

John Maus WE MUST BECOME THE PITILESS CENSORS OF OURSELVES

2011 - Upset the Rhythm
[Uscita: 8/07/2011]

In rete circola un singolo video di John Maus, dal quale purtroppo non si evince neanche bene che volto abbia questo 32enne compositore del Minnesota. Gli effetti grafici sono però sorprendentemente fedeli nel riprodurre quegli ingenui artifizi, che oggi ci suscitano tanta tenerezza, che vedevamo largamente impiegati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, ai tempi di Video killed the radio star o degli Imagination. A noi ascoltatori, però, per ciascuna delle 11 canzoni che compongono l’album “We Must Become the Pitiless Censors of Ourselves” di John Maus, piace immaginare ogni volta un video diverso. Chiudiamo gli occhi e vediamo scorrere i personaggi che da ragazzini vedevamo in telefilm d’azione come Supercar, Miami Vice, Automan o Cuore e Batticuore, per non dire quelli delle soap-opera delle nostre mamme, come Dallas o Dinasty. Immaginiamo uomini che scendono da Ferrari oggi obsolete, come la Testarossa o la 308 GTB, indossando completi chiari, crème o beige, con sotto camice viola e cravatte argentate, con i giacchini tagliati corti, le spalle imbottite e i pantaloni “acqua-in-casa”.

 

Immaginiamo donne platinate dalle improbabili capigliature cotonatissime dai ciuffi svolazzanti fasciate in tailleurs dalle tinte pastello, con spessi collant color carne e scarpette di vernice bianca. Immaginiamo tutte queste persone mentre, col vento tra i capelli resi eccessivamente vaporosi dai tagli dell’epoca, sorseggiano cocktail come il Manhattan in calici a triangolo con la ciliegina. Perché a tutto questo vi riporterà il sound di John Maus. Puro elettro-pop anni ’80. E se uno di questi video dalle immagini patinate e dai filtri gialli un giorno esistesse e vi capitasse di vederlo per davvero, su una di quelle stazioni televisive specializzate in musica oggi “vintage”, come Radio CapitalTiVù, se una canzone di John Maus, rigorosamente suonata con la strumentazione dell’epoca, con i suoi sbuffi di stringsynth, i suoi bassi gommosi, le sue ritmiche ossessive della TR-808, i suoi vocoders, passasse tra un video dei Pet Shop Boys e uno degli Human League, tra uno degli Alphaville e uno degli ABC, beh … in quel caso sfiderei davvero chiunque a percepire la differenza temporale!

Alberto Sgarlato

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