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10 Aprile 2016 ,

Violent Femmes WE CAN DO ANYTHING

2016 - Pias
[Uscita: 04/03/2016]

Stati Uniti

 

violent femmes coverSedici anni. Tanti ne sono passati da “Freak Magnet”, che non appariva per nulla convincente. Oggi i Violent Femmes certificano la propria esistenza in vita dando alle stampe “We Can Do Anything”, prodotto da Jeff Hamilton degli Horns of Dilemma e missato da John Agnello, già al lavoro con Kurt Vile e Sonic Youth. La stramba illustrazione di copertina, a cura di Kevin Hearn degli Barenaked Ladies, non è altro che il fedele ritratto di tre buontemponi quali Gordon Gano, Brian Ritchie e Victor Delorenzo i quali non hanno mai abbandonato quella loro attitudine da buskers nell'anima. La verità è che le Femmine non si sono mai prese sul serio, infischiandosene delle regole per coniugare il verbo del folk con quello del punk secondo una mescolanza inedita e con una attitudine indie ante litteram.

Gano ha aperto gli archivi ripescando registrazioni risalenti a qualche anno fa e mettendole in un calderone che è divenuto il nuovo album il cui pregio è quello di mostrare le consuete caratteristiche di una band che attinge al filone dell'Americana, filtrata attraverso un piglio freakness che si riflette anche nei testi, in bilico tra il serio ed il faceto. Nonostante ciò vi è qualcosa che impedisce all'album di girare come dovrebbe. La responsabilità è da addebitare a canzoni che scorrono lisce all'ascolto ma che risultano troppo fragili ed estemporanee per rimanere impresse, nonostante la tracklist abbia una durata che supera di poco la mezz'ora.

 

Non che sia tutto da buttare, anzi la prima parte dell'album appare ben strutturata con pezzi che hanno un equilibrio obliquo che intenerisce per il loro essere autenticamente anacronistiche. L'iniziale Memory è un folk veloce che fa battere il piede, così come la successiva I Could Be Anything, simile ad uno scombiccherato treno a vapore che vfconduce dritto diritto al Johnny Cash del periodo Sun Records. Issues ha un ritornello coinvolgente ma senza far gridare al miracolo, mentre Holy Ghost ha qualcosa del suono lo-fi rintracciabile all'indirizzo Pavement. What You Really Mean, scritta da Gordon Gano con la sorella Cynthia Gayneaux, è una ballata pianistica avvolta da un classicismo alla Neil Diamond a cui fa da contraltare la spensieratezza della successiva Foothrills.

Dopodiché c'è poco altro: il rockabilly di Travelling Solves Everything sembra non finire mai, o la conclusiva I'm Not Done che sembra rifare Ring of Fire dell'Uomo in Nero. We Can Do Anything è un album a cui non chiedere confronti con l'esordio omonimo targato 1983, grazie al quale i Violent Femmes smisero di suonare per strada ed incominciarono ad inventare un genere a quell'epoca tutto da scrivere. Noi gliene siamo grati, anche se, dopo un così lungo silenzio, ci aspettavamo qualcosa di più. 

 

Voto: 6/10
Giuseppe Rapisarda

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