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11 Giugno 2018 ,

Samba Touré WANDE

2018 - Glitterbeat Records
[Uscita: 25/05/2018]

Mali      #consigliatodadistorsioni

 

Terzo album per la Glitterbeat per Samba Touré, una delle icone della musica maliana, allievo e prosecutore dell'immenso Ali Farka Tourè. "Wande" è stato registrato in Mali a Bamako, in sole due settimane, ma concedendosi molte pause, anche per la difficoltà di avere liberi i giovani musicisti, dato che molti si arrangiano con altri lavori o suonando in più band, per esempio i fine settimana si doveva sospendere il lavoro perché molti erano impegnati a suonare ai matrimoni. Il fatto è che, una volta entrato in studio l'album è diventato qualcosa di diverso rispetto a quello che Samba Touré stesso aveva in mente:  «Ci sono canzoni tristi e serie, ma affrontate in modo più tranquillo. Ci sono meno sovraincisioni rispetto agli album precedenti, non abbiamo provato a rendere tutto perfetto, tutto cpsì sembra più naturale». E in effetti lungo i solchi di "Wande" si respira un senso di spontaneità, di leggerezza, la musica sembra dipanarsi in modo naturale in un fluire maestoso e ipnotico. Conseguenza probabilmente del fatto che mentre i due album precedenti sono stati realizzati mentre la situazione in Mali era particolarmente drammatica per la presenza, soprattutto nel Nord, della guerriglia integralista, ora la situazione è più tranquilla e questo ha avuto riflessi nelle atmosfere del disco.

 

Anche la scelta di privilegiare gli strumenti acustici è in linea con un disco che rispetto ai precedenti è ancor più legato alla tradizione musicale maliana. Operazione che si è rivelata artisticamente e musicalmente splendidamente riuscita. Infatti con questo suo ultimo lavoro Touré ha fatto il disco della sua consacrazione come musicista dalla personalità forte e ben definita, capace di inserirsi nella tradizione musicale maliana con personalità e autorevolezza. La sua abilità di chitarrista risplende per tutto l'album, sia nei samba-torué-fotomomenti più aggressivi, come il rutilante rock blues di Yarfara col suo riff alla Keith Richrads o Goy Boyro, o negli acidi solo di Mana Yero Koy,sia in quelli più riflessivi e intimi, come nella splendida, evocativa e ipnotica Hawah o nel blues acustico Yo Pouhala, indolente e caracollante come la marcia di un cammello sotto il sole sahariano. Un disco che alterna, come la vita, momenti di gioia ad altri invece malinconici e intimi e che raggiunge uno dei momenti più alti nella title track, dedicata all'amata moglie, è quanto di più intenso abbiamo sentito ultimamente, le note della chitarra sono pioggia di lacrime di commozione, il suono del sokou, una sorta di violino della tradizione dall'Africa occidentale, è un lamento dolce e ostinato che seduce. Proprio il sokou è, insieme agli splendidi tappeti di percussioni tessuti dal calabash e dal tama («Ho sempre amato il tama, per il suo suono, è l'unico tamburo che può suonare otto note.  E lo amo per il suo simbolo e per la sua tradizione. Il popolo veniva chiamato a riunirsi dal suo suono.»), lo strumento tradizionale il cui uso caratterizza il suono di "Wande", che non a caso si conclude col sommesso Tribute to Zoumana Tereta, suonatore di sokou recentemente scomparso, qui lo strumento di Terete è campionato, quasi fosse un drone e dialoga con il suono rilassato della chitarra e le spoken words, dando vita a un brano commovente e ricco di pathos. Un altro grande disco proveniente da quella terra ricca di musica, storia e cultura che è l'Africa Occidentale.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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