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22 Ottobre 2012 ,

Mark Mulholland and Craig Ward WAITING FOR THE STORM

2012 - Cannery row records/Jezus factory
[Uscita: 3/09/2012]

Mark Mulholland & Craig Ward Waiting For The Storm # Vivamente consigliato da DISTORSIONI

 

Metti 2 chitarre, 2 abili songwriters, 2 voci che si incastrano ed armonizzano alla perfezione ed il gioco è fatto. Tutto semplice a parole, magari stando seduti ad ascoltare senza aver mai preso una chitarra in mano però "a ciascuno il suo", per parafrasare Leonardo Sciascia. Bert Jansch e John Renbourn ed in veste planetaria Simon & Garfunkel sono state due delle coppie più celebrate in questa particolare formazione, ma gli esempi sarebbero centinaia. Mark Mullholland & Craig Ward sono due splendidi interpreti dell'acustica, il primo viene dalla Scozia, lo troviamo negli oscuri Million Dollar Bash mentre Craig ha avuto il suo momento di gloria con i ben più noti, si fa per dire, Deus nei quali ha militato nel periodo 1995-2004.

 

"Waiting for the storm" è il titolo scelto per la loro prima collaborazione, che già dalla brumosa immagine di copertina ci conduce in terre e paesaggi fascinosi. Something on the breeze ci introduce in avvio ai magici territori coltivati dei due, mentre le seguenti All the doors are open e Black Sail  rimandano ai grandi Jansch e Renbourn con intrecci chitarristici di prima classe. All'ascolto della pura poesia di Watching you sleep e Secret Places per un attimo ho pensato ai magici cantori a nome Dulcimer, misconosciuta folk band inglese dei seventies. Fondamentale nell'intero lavoro l'apporto del double-bass del bravissimo Hannes d'Hoine, col suo stile jazzistico, autentico erede di un grande come Danny Thompson, ascoltatelo ad esempio in Icy shivers, una delle tante gemme racchiuse in questo scrigno, che sa tanto anche del Nick Drake imprendibile di “Five leaves left”.

 

Mi posso tranquillamente fermare qui, inutile spingersi oltre nel racconto, il disco è veramente una delle cose più pure ed incontaminate ascoltate nell'intera annata. Il suo destino purtroppo sarà quello di finire nello scaffale degli introvabili nel giro di poco, confinato ai soliti aficionados del genere, insieme a quei dischi di culto di cui si parlerà negli anni a venire. Io la pulce nell'orecchio ve l'ho messa e voi cosa state facendo, siete sempre lì ad aspettare la tempesta?

 

Ricardo Martillos

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