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22 Giugno 2013 ,

Vidunder VIDUNDER

2013 - Crusher Records
[Uscita: 14/05/2013]

Vidunder VIDUNDER 2013 – Crusher Records It’s only rock’n’roll but I like it! Avete nostalgia dei potenti riff chitarristici di una volta su una solida base ritmica che vi fa saltare sulla sedia? Per voi soprattutto ci sono band come Led Zeppelin e Black Sabbath, perché va bene il malinconico cantautore, il raffinato electropop, le incursioni world, e le divagazioni elettroniche ambient, ma volete sentire una fiammeggiante chitarra elettrica, perché è quello il vero rock? Bene allora un album come quello del power trio svedese dei Vidunder fa perfettamente al caso vostro, classica formazione a tre: Martin Prim, voce e chitarra, Linus Larsson, basso, e  Jans Rasmussen, batteria e profonde radici nell’hard rock blues dei lontani, ma sempre presenti, anni Settanta. I nostri provengono dalla città svedese di Malmö e si sono formati nel 2011 e adesso approdano al loro debutto discografico sulla lunga durata, in tre brani appare anche John Hoyles chitarrista degli Spiders ed ex Witchcraft. Band queste ultime che insieme ai connazionali Graveyard si muovono sulla stessa lunghezza d’onda dei Vidunder, tanto che si potrebbe parlare di un vero e proprio movimento scandinavo di hard rock vintage.

 

 

Un album all’insegna della semplicità, qui ascolterete rock puro senza ‘additivi’, e della velocità, brani brevi, pochi superano i 4 minuti per un totale di 34 minuti per i dieci titoli contenuti, e forse questo è uno dei limiti del disco, tempi più lunghi avrebbero consentito di dare sviluppo ai brani, di dar modo alla creatività dei musicisti di esprimersi al meglio e di apprezzare ancor di più le indubbie capacità tecniche dei tre capelloni svedesi. Ma ovviamente l’album è  ricco di forti e trascinanti emozioni rock, fra riff chitarristici lancinanti e linee di basso trascinanti e un drumming preciso e potente. Subito il brano iniziale Summoning The Not Living ci introduce in un hard rock con venature dark e ci fa apprezzare il canto potente alla Plant di Martin Prim, il risultato è una sorta di incrocio fra Cream e Black Sabbath; Into Her Grave ha l’impatto urticante dei Blue Cheer e si avvale come il rock blues Threat From The Underground della chitarra solista di John Hoyles, Threefolds e Beware The Moon  sono ballate dai ritmi più lenti, la prima alla Mott The Hoople, denunciando una certa vena scura e malinconica della band; vena dark presente anche nel blues acido Your Ghost;  Försummad Och Bortglömd, l’unico cantato in svedese, esalta il suono tagliente e pulito della chitarra solista.

Voto: 6.5/10
Ignazio Gulotta

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