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4 Febbraio 2021

The Notwist Vertigo Days

2021 - Morr Music
[Uscita: 29/01/2021]

Band tra le più importanti del nuovo millennio, i Notwist, sebbene in circolazione già negli anni '80, e poco prolifica: ben sette anni separano il nuovo “Vertigo Days” dal precedente “Close To The Glass”. Non che i tre musicisti tedeschi (i fratelli Archer sono affiancati in questo disco da Cico Beck) siano stati con le mani in mano: molte le collaborazioni tra cui il progetto Spirit Fest condiviso coi giapponesi Tenniscoats, la cui cantante Saya partecipa a questo nuovo disco. Il gruppo prosegue col suo classico stile, inaugurato con “Shrink” (1998) dopo gli esordi vicini al punk e al metal, che li ha fatti superficialmente intruppare nel cosiddetto post-rock, ennesima etichetta che vuol dire tutto e niente. Il disco si apre con Al Norte, breve strumentale con tamburi e suoni elettronici al proscenio; gli farà da contraltare, nel finale Al Sur, brano tra i più ritmati, con la cantante argentina Juana Molina ospite. Non è l'unico brano affidato a una voce esterna, novità di questo "Vertigo Days" rispetto ai lavori precedenti del gruppo: Ship è cantata da Saya, e il suo scandire le parole tipicamente giapponese, unito alla ritmica ossessiva rende tangibile l'influenza dei Can, massima band tedesca e ispiratrice di tanto rock contemporaneo. Un altra voce ospite, quella dell'americano Ben LaMar Gay, interpreta Oh Sweet Fire, evocativa ballata il cui testo parla di amore e rivolta. Nei brani restanti la voce è quella di Archer, col suo stile quieto e sottotono, che ricorda vagamente quello di Sam Prekop di The Sea And Cake, come nel raffinato pop di Sans Soleil, solare a dispetto del titolo, o in Exit Strategy To Myself, dai suoni acidi, con reminiscenze punk/new wave. Sonorità da videogame e melodia accattivante per Where You Find Me, che sarebbe perfetta come colonna sonora per una commedia stile Sundance festival (Paolo Sorrentino è un grande fan del gruppo, chissà se è d'accordo), accenti esotici nei ritmi e nei fiati di Into The Ice Age e Into Love Again, con ospiti i giapponesi Zayaendo. A nostro parere, si apprezzano di più i brani veloci che le ballate, che pure non mancano di fascino, ma pensiamo che i fratelli Archer e soci diano il meglio quando si mantengono nella tradizione kraut, di cui si sono dimostrati i più validi continuatori. Un disco valido, che seppure non raggiunga i vertici dei dischi precedenti, ma è comprensibile per un gruppo con una carriera così lunga, conferma il posto di rilievo che i Notwist hanno raggiunto nella scena rock attuale.

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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