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30 Aprile 2013 ,

Ventura ULTIMA NECAT

2013 - Africantape / Vitesse Records/Five Roses Press
[Uscita: 5/04/2013]

VENTURA   Ultima Necat   2013 – Africantape / Vitesse Records / Goodfellas Nati a Losanna nel 2003, i Ventura giungono con “Ultima Necat” al terzo disco in studio. Ispirati per l’occasione a Seneca – secondo il quale “tutte feriscono, l’ultima uccide” (come in un bellissimo film di Jean-Pierre Melville), Philippe Henchoz (chitarra, voce), Diego Göhring (basso) e Michael Bedelek (batteria) aggiornano al 2013 quanto fatto ascoltare nel debutto “Pa Capona” (2006, Get a Life!) e nel successivo “We Recruit” (2010, Africantape). Per il secondo parto i tre avevano collaborato con David Yow (Jesus Lizard, QUI) e proprio da quel punto rinascono. Perché “Ultima Necat” suona spigoloso eppure sognante, muscoloso ma dall’innegabile appeal melanconico. I Ventura sono orgogliosi artefici e mestieranti di uno stile totalmente devoto al sound degli Anni 90. Quando usare parole come indie e alternative non era ancora un reato. Quella sottile linea rossa che parte da The God Machine e arriva ai Motorpsycho, passando per Shellac, (primi) Radiohead, Superchunk e – appunto – Jesus Lizard.

 

I macachi giapponesi che campeggiano in copertina (un mondo oltre le parole come in “Baraka” di Rock Fricke?) restituiscono in pieno il mood liquido dell’iniziale About to Despair, intro strumentale e sospesa che lascia subito spazio alla furia rock di Little Wolf. Nothing Else Mattered e Body Language sono il cuore pulsante dell’album: riff vigorosi, ritmiche corpose, vocals che trascinano “dall’altra parte” per un viaggio sensoriale altamente coinvolgente. La corrosiva Intruder e gli 11 minuti dell’avventurosa Amputee sono passaggi che condensano ancora questo schema: energia corporale, pause dilatate di marca shoegaze, ripresa emozionale da melodia sismica. Saliscendi emotivi che trovano sfogo anche nella nervosa e profonda Corinne e nell’oscura Very Elephant Man, contrappuntata da una zuccherosa linea vocale.

 

Exquisite & Subtle chiude l’album con i toni onirici, romantici e al tempo stesso rudi che contraddistinguono l’intero lavoro, cui la notevole perizia strumentale del gruppo addensa ulteriore spirito. Con Ultima Necat i Ventura realizzano senza alcun dubbio un’opera singolare. Malinconica, umorale, obliqua. Fuori dal tempo rispetto alle tendenze del rock indipendente odierno, al trio svizzero manca ancora il guizzo vincente in fase di songwriting per entrare di prepotenza nella schiera delle “Bands to Watch”. Arriverà con il quarto disco? Ce lo auguriamo con viva partecipazione. In chiusura, doveroso plauso alla Africantape che prosegue imperterrita nella propria missione di propaganda sonora. Music for Idiots, ovviamente.

Voto: 6.5/10
Alessandro Zoppo

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