Migliora leggibilitàStampa
14 Aprile 2013

Zomes TIME WAS

2013 - Thrill Jockey
[Uscita: 15/04/2013]

Zomes “TIME WAS” (15 Aprile 2013 Thrill JockeyCon questo nuovo “Time was” il percorso di Zomes, progetto solista di Asa Osborne (membro dei Lungfish soprattutto, ma anche di The pupils, Tear jerks), segna una netta svolta. Nei precedenti “Improvisations” (2011) e “Variations vol. 1” (2012), come è chiaro fin dal titolo, il solo Osborne, alle tastiere, improvvisava su temi strumentali. Nel 2012, durante un'esibizione live al festival Perspectives, è avvenuto l'incontro con la cantante svedese Hannah, con cui è nata immediatamente un'intesa artistica. Così Zomes è diventato un duo, e per la prima volta Osborne ha registrato in sala d'incisione e non su un registratore a cassette. Osborne trae suoni aspri e scabrosi soprattutto dall'organo, direi un farfisa, la ragazza canta spesso in svedese o si produce in vocalizzi puramente fonetici. Il suo timbro vocale a volte ricorda quello di Laetitia Sadier degli Stereolab, ma è più versatile, a volte è più da cantante folk, si lancia anche in suoni di gola stile Diamanda Galas o Sainkho Namtchilak, non con altrettanto virtuosismo, ma l'effetto è simile. A quanto descritto aggiungete la presenza di scarse percussioni minimali.

 

La formazione e la sonorità delle tastiere portano immediatamente al paragone con i Suicide, ma dello storico gruppo newyorkese non c'è il nichilismo urbano. I brani possono essere solenni e ieratici come l'iniziale Loveful heights, o più melodici come Silentium o la title track, in cui il testo è tratto da una poesia del nonno di Hannah. Inquietante è invece Little lucid dreamer (i sogni lucidi sono quelli in cui il sognatore è cosciente di stare sognando, NdR), in cui l'intro strumentale è particolarmente acida e ripetitiva: su di essa si inserisce il recitativo sussurrato della bionda cantante. In Footpants l'organo si riduce praticamente a solo un bordone, quindi entra un piano elettrico a contrappuntare e i vocalizzi di Hannah appaiono particolarmente sofferti. Ma malgrado la scelta di sonorità tutt'altro che pulite, non del tipo di quelle che si sentono nel pop radiofonico, e l'uso molto particolare della voce, non si tratta di musica depressa o autopunitiva. Potremmo pensare a dei Dead Can Dance che si siano immaginati un futuro post nucleare invece che un medioevo da sogno, oppure degli Stereolab che non hanno incontrato sul loro cammino Piero Piccioni. Ma sono paragoni puramente descrittivi perché Zomes è un progetto molto originale. Disco non per tutti i gusti ma molto interessante.

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

Audio

Inizio pagina