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24 Novembre 2012 ,

Graham Parker & The Rumour THREE CHORDS GOOD

2012 - Primary Wave Records
[Uscita: 20/11/2012]

graham parker rumour# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

Ha qualcosa di storico questa reunion di Graham Parker con i Rumour, a 31 anni dal loro scioglimento nel 1981, lo sentiamo a pelle, ancor prima di ascoltare il disco: stiamo parlando di cinque signori senza ormai più capelli in testa, effigiati sulla copertina di “Three Chords Good” insieme a Parker, che rispondono ai nomi di Brinsley Schwarz e Martin Belmont (chitarre), Bob Andrews (tastiere), Steve Goulding (batteria) e Andrew Bodnar al basso; sei dei protagonisti e delle più belle testoline dell’english pub rock made in ’70, ruspante vitalissimo periodo musicale coevo del punk in un’ Inghilterra ribollente di novità artistiche e ribellismi sociali. Nomi che probabilmente non diranno molto ai più giovani, così come quelli di Nick Lowe, Dr.Feelgood, Kursal Flyer, Brinsley Schwarz, a differenza dei più noti Joe Jackson ed Elvis Costello: approfitto dell’occasione per spronare vivamente la new generation a riscoprirli, anche grazie alle recensioni ed agli approfondimenti pubblicati e che troverete nei prossimi mesi su Distorsioni. Three Chords Good”  è un provvidenziale ed ottimo aperitivo in questo senso.

 

Un illustre critico ha scritto che si tratta di uno di quei radi dischi-reunion che suonano attuali pur conservando gelosamente nel dna musicale i dettami di un eccellente passato. Come dargli torto: il reggae rock Snake Oil Capital Of The World apre già alla grande rituffandosi nelle calde atmosfere dell’indimenticabile Howlin' Wind “(1976), una delle grande incisioni siglate da Graham Parker & The Rumour, insieme ad Heat Treatment” (1976) “Stick To Me” (1977) “The Parkerilla” (1978) “The Up Escalator” (1980) sino al capolavoro assoluto “Squeezing Out Sparks” (1979) che consiglio assolutamente a tutti di riscoprire. Grande il songwriting di Parker in tutti quei dischi, tradotto dalla sua voce roca e dylaniana e dalle asciutte performances strumentali dei Rumour in un cocktail vibrante ed appassionato di soul, pub rock, reggae e slow ballads che riuscivano in tre, quattro minuti a spezzarti il cuore: miracolosamente la formula funziona ancora maledettamente bene in questo nuovo Three Chords Good”. E c'è il valore aggiunto di una matura raffinatezza espressiva concretizzata in emozionanti  accenti swing-jazz (Old Soul, The Moon Was Low, Live In Shadows), con i caldi hammond  e keyboards di Bob Andrews ad avvolgere tutto come una confortevole placenta.

 

Graham Parker The RumourEssi hanno un ruolo fondamentale anche in altri episodi, con la loro complicità un Graham decisamente ispirato, dylaniano nelle pieghe della voce sino al midollo, riesce ad emozionare in ballate che hanno già lo status di classici: la commovente Arlington’s Busy, Long Emotional Ride, Three Chords Good, Last Bookstore In Town, tutte immerse senza veli nel brodo di coltura dell’enfatico immenso “Blonde On Blonde”, seminale lirico vangelo contemporaneo scritto da sua maestà  Bob Zimmerman nell’anno di grazia 1966. Ma non basta: in “Three Chords Good” c’è anche rock denso e compatto (A Lie Gets Halfway ‘Round The World, Coathangers) con le chitarre essenziali ed i riff taglienti di Brinsley Schwarz e Martin Belmont sugli scudi, e salde radici  immarcescibili nei fumi etilici di quell’ineffabile  ‘pub rock mood’ che ha tenuto a battesimo i nostri sei eroi tanto tempo fa. A questo punto non possiamo più nasconderlo, mettendo da parte tutti i nostri pudori critici: siamo di fronte ad un appassionante ed appassionato piccolo capolavoro di rock senza tempo. Dimenticavamo, come al solito: questi signori ultra sessantenni sono in tour in America da oggi sin quasi a Natale in dicembre per promuovere "Three Chords Good".

 

Pasquale Wally Boffoli

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