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30 Luglio 2014 , ,

Watter THIS WORLD

2014 - Temporary Residence
[Uscita: 27/05/2014]

wattercoverParliamo ancora di post-rock...o forse no. Anzi, decisamente no! Perchè, per quanto possiate leggere in giro a proposito di Watter, i territori descritti da "This World" sembrano avere molto a che fare con stili musicali rintracciabili più immediatamente in Europa piuttosto che nelle roccaforti post-rock statunitensi. Psichedelia, kraut-rock, wave ed una certa elettronica scura sono gli elementi che più ritroviamo combinati tra loro all'interno del disco, anche se non mancano numerosi riferimenti alla musica mediorientale, a quella celtica e al country folk. Watter (acqua in scozzese) nascono dall'incontro tra i polistrumentisti Zak Riles (Grails) e Tyler Trotter e il batterista Britt Walford (Slint) ma la tentazione di mettersi a parlare di Lousville passa immediatamente, giusto il tempo di premere play. La psichedelia a cui si faceva riferimento solo rararmente sembra attingere al sound torrido della California di fine anni 60. Il più delle volte si ha l'impressione che certe intuizioni provengano indirettamente dai Pink Floyd di passaggio (quelli del periodo a cavallo tra la fine dei '60 e i primi anni 70) passati attraverso il filtro stilistico di Porcupine Tree ed Ozric Tentacles. Ed ancora, il mood introspettivo del disco sembra riportarci spesso ad un ambient dalle tinte dark, mentre i drappeggi elettronici potrebbero addirittura richiamare alla mente i Code. Sicuramente in questa miscela è facile trovare come elemento collante il background che Riles porta con se provenendo dai Grails.

 

Ad ogni modo, This World si rivela un album suggestivo, non adatto per rimanere sullo sfondo in quanto richiede attenzione, impossibile altrimenti lasciarsi trasportare nei paesaggi favolistici che promette di custodire in sé. In questo senso il bellissimo Rustic Fog, singolo usato come lancio, sembra offrire un ottimo assaggio senza però esaurire nei suoi sette minuti la ricchezza espressiva del'intero disco. Si passa infatti dall'affrescowatter bucolico di Lord I Want More, con Rachel Grime al pianoforte (speriamo vi ricordiate dei Rachel's), ai tredici minuti di Small Business nel quale una cornice ambient racchiude lancinanti squarci chitarristici. Doveroso sottolineare come questo brano veda la partecipazione inaspettata quanto apprezzata di Tony Levin, bassista dei seminali King Crimson. Proseguendo, se Bloody Monday ci riporta per un attimo allo stile col quale Bundy K. Brown esprimeva in "Directions In Music" le proprie inclinazioni folk, subito dopo con Seawater potremmo immaginare delle oscure e minacciose lande scozzesi riprese dall'ottica spietata di John Carpenter. Anche in questo caso Watter si avvalgono della collaborazione di un bassista esterno: si tratta di Todd Cook, musicista con alle spalle presenze in The For Carnation e Shipping News. La malinconica title-track, nella quale Rachel Grime bissa il suo contributo, sembra in qualche maniera voler curare le ferite che potremmo aver avuto durante questo viaggio ed è sicuramente un bel modo, dolce e premuroso per chiudere quest' album.

Voto: 7/10
Aldo De Sanctis
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