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11 Marzo 2014 , ,

Have a Nice Life THE UNNATURAL WORLD

2014 - Enemies List
[Uscita: 04/02/2014]

haveHave a Nice Life è una band proveniente dal Connecticut, composta dal duo Dan Barrett e Tim Macuga. Nel 2008 esordisce con l’acclamato monumentale “Deathconsciousness”, un doppio album che ruota intorno alla figura misconosciuta di Antiochus, religioso vissuto nell’Italia del XIII secolo e fondatore di una setta cristiana dedita al culto della morte. Deathconsciousness, corredato da un libretto di 70 pagine a firma anonima, descrive l’opera filosofica del religioso in una sorta di concept dedicato alla coscienza e alla consapevolezza della morte. Gli impegni di Dan e Tim con l’etichetta Enemies List e i numerosi progetti collaterali hanno accresciuto a dismisura i tempi di realizzazione del secondo album, che è uscito a sei anni di distanza dal primo. “The Unnatural World” si sviluppa come una naturale evoluzione delle direttrici tracciate nel primo album, legate alla consapevolezza della morte e ai suoi luoghi. Le influenze rimandano al post punk, al doom-gaze, al black metal, in un intreccio che mescola insieme i Sisters Of Mercy, i Joy Division, i Sunn O))), gli Swans. The Unnatural World è il mondo innaturale costituito dalle pulsioni nichiliste e dal disorientamento legato al senso della perdita. Deve esistere un mondo in grado di raccogliere le angosce e le inquietudini delle esistenze.

 

Come ha affermato Dan in numerose interviste, non basta rimuovere il concetto di morte per credere che la morte non esista, non basta fare finta di nulla per allontanare il senso di angoscia e di ineluttabilità di fronte alla perdita. Per comprendere pienamente il senso della presenza della morte nell’esistenza, occorre esplorare quei percorsi che conducono haveai luoghi del non-essere. Per fare questo Dan Barret e Tim Macuga recuperano la tradizione post punk dei Joy Division e dei Sister of Mercy e di quelle sonorità che meglio di altre descrivono la condizione dell’angoscia e del nichilismo (Defenestration Song, Burial Society). I ritmi dell’album si mantengono lenti e pesanti come nella splendida Music Will Unntune The Sky in cui sferzate droniche sembrano rimanere costantemente in sospensione o in Guggenheim Wax Museum caratterizzata da uno shoegaze cupo e oscuro. L’angosciosa e inquietante Cropsey avvalora l’idea che il mondo naturale non sia per nulla un luogo felice, mentre la conclusiva Emptiness Will Eat the Witch si sviluppa come una liturgia pagana, una sorta di musica sacra dai rituali antichi. The Unnatural World non possiede la monumentalità di Deathconsciousness, ma sviluppa un’incredibile potenza estetica che celebra la fascinazione della morte, mettendo allo stesso tempo in risalto le desolazioni e le miserie dell’esistenza umana. Un album notevole.

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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