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25 Settembre 2013 , ,

The Third Sound THE THIRD SOUND OF DESTRUCTION & CREATION

2013 - Fuzz Club Records
[Uscita: 26/07/2013]

third sound# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

Curioso esperimento musicale quello di The Third Sound. Creati dall’islandese Hákon Aðalsteinsson (ex Singapore Sling, in compagnia di Henrik Bjornsson dei Dead Skeletons), la formazione sviluppa la propria idea sonora a Roma grazie all’incontro con Francesco D’Onofrio, appassionato di psichedelia e acide visioni vintage. Dall’unione dei due nasce il debut album omonimo, registrato nella capitale e edito dalla A Records di Anton Newcombe (Brian Jonestown Massacre). Il buon Hákon decide però di trasferirsi a Berlino e allarga il terzo suono a cinque, includendo in line-up Robin Hughes, Antonio D’Orazio, Gerald Pasqualin e Ambroise Prieur. Nell’estate del 2012 la band incide “The Third Sound of Destruction & Creation”, fatto uscire il 26 luglio 2013 da Fuzz Club Records, etichetta che include nel proprio roster altri virgulti dediti a acid rock, garage e shoegaze quali Dead Skeletons, The Underground Youth, Black Lizard, Radar Men from the Moon, Dead Rabbits ed i nostrani Sonic Jesus. The Third Sound sono anche nel roster di El Borracho dischi, attiva label/booking agency berlinese di experimental, art rock, psychedelic, gestita da un italiano, il barese Corrado Massari. “The Third Sound of Destruction & Creation” è un concentrato di psichedelia ipnotica, ballate liquide alternate ad abrasive divagazioni psicotrope, momenti oscuri di stampo shoegaze e pause riflessive che rimandano ad una spiritualità ancestrale.

 

the thirth soundGli esiti migliori del disco sono senza dubbio Scarecrow, Meltdown e Sister: la prima avviluppa nella sua melodia da percezione alterata; la seconda poggia su un riff circolare che esplode in un chorus di statica ed avvincente monoespressività; la terza si affida a organo e chitarra acustica, propedeutici per un ritratto sognante e saturo d’elettricità di paesaggi offuscati dalle ceneri del tempo. Registrato da Fab Leseure agli A Recordings Studios di Berlino, l’album non risente di passaggi a vuoto e convince in tutte le sue componenti. Dai riverberi languidi dell’opener Never Coming Down all’eccitazione di For a While, dalla psichedelia krauta e dopata di Ruby alla slow motion in dark di Recurring Dream, giù fino alla ballad malinconica à la Mark Lanegan No One There, che chiude il lavoro in bello stile. Insomma, gli amanti di Psychic Ills, Dead Meadow, Dead Skeletons, The Black Angels e Brian Jonestown Massacre troveranno nei Third Sound balsamo per la propria mente. «Quando due note sono suonate insieme con intensità, precisamente in tono e sostanza, la congiunzione di onde risonanti risulta in una terza nota il cui tono studiosi di geometria e fisici hanno cercato di determinare, ma finora questa questione non si può considerare ancora completamente risolta». Oltre Giuseppe Tartini ci sono i Third Sound?

 

Voto: 7/10
Alessandro Zoppo

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